Una giornata importante

Oggi il malfattore ha il compito di recupero di matematica. Sostiene di aver dormito male, nonostante per la prima volta in vita sua si senta preparato: che si stia umanizzando?
Nel frattempo, io domino a stento la mia emotività: per fortuna, però, non si vede.
Non troppo, almeno; vi riporto uno stralcio di conversazione col gaglioffo, avvenuta durante l’ultimo sfalcio zazzera.
“Mamma, sai che? Io sono una persona positiva, grazie a te!”
 “Mhm?”
“Sì, è merito tuo. Sei una che riesce a dare energia agli altri!”
“Ah, bene…”
Vorrei trovare il modo di non perderle io le energie, nel frattempo… Penso io, di rimando. Ma non mi pronuncio.
Così il nostro continua: “Certo, questo non vale in tutti i casi, almeno per la scuola. Ti arrabbi anche quando ti dico che abbiamo assemblea, sciopero, ponti… Non fate niente!!! dici sempre.”
“Potrebbe c’entrare l’obbiettività con questo, non trovi, figlio?!”
“Ihihih… E’ vero. Fai solo il tuo lavoro di mamma. E comunque, nonostante i miei problemi, io credo di essere una persona felice!”
“Meno male… Forse anche troppo, felice. Se tu fossi un tantinello meno sereno, potresti forse risolverne qualcuno, no?”
“Vedrai. Adesso mi sono messo in moto sul serio. Ma ti volevo chiedere: tu mi hai mai visto infelice?”
“No. In effetti, no.”
“Ecco, quello che ti dicevo. Sono positivo e felice. E dipende anche da te! Non mi tagliare i capelli troppo corti, per piacere…I miei capelli piacciono, alle ragazze!”

Ebbene, sì: non c’è nulla che riesca a farti sentire inutile quanto lo stare appresso a dei figli che segnano il passo.
Rimanere chiusa fra queste quattro mura, senz’altra prospettiva che il giardino sul retro della casa, e come unico successo un’ottima cucina (ammesso che mi riesca), è una situazione in grado di farmi sentire sprecata.
So che se uscissi di qui potrei realizzare cose di gran lunga più soddisfacenti, per me. So che se decidessi di darci un taglio, dedicandomi solo a quello che mi piace e che so fare bene, otterrei dei successi lusinghieri.
Eppure…
Sento di essere utile qui ed ora, a fare proprio quello che sto facendo. Anche se apparentemente non serve a nulla, ci credo lo stesso.
E una conversazione su questi toni è in grado di farmi insistere, più convinta che mai.
Non molliamo, ragazzi. Genitori disperati quanto me, non molliamo. La goccia scava la roccia, teniamolo a mente.

Commenti

Post popolari in questo blog

Una vita che non posto: 8 marzo

Una famiglia tradizionale (???)

La Karly mi fa piangere!