Ebbbbasta!!!! Ma io vado a farmi benedire...


Avete presente quando suona il campanello, ed è il postino? Quel truce individuo che pretende la vostra firma, nel deporvi in mano il classico plico che scotta?
E’ successo. Multa.
Una multa, mannaggia! Con tanto di decurtazione di punti della patente. Ero verde, mentre aprivo la busta: intestata a me, ovvio. Sono una rabdomante di guai, negli ultimi tempi.
L’autovelox ha beccato la mia auto a 110, dove è previsto si vada al massimo a novanta. Jurassico parte in quarta (tanto a Casa per Caso gli autovelox non ci sono…), sfottendomi a sangue. I figli ridacchiano, sotto gli occhi spalancati della zia, la quale ci osserva, interdetta, finché…
“Questa multa non è mia!”
Cade il gelo.
“Io non sono mai passata di qui, negli ultimi tempi!” dichiaro, lapidaria.
“Ahem… che macchina è…?” formula una voce non meglio identificata. Sono così furiosa all’idea di perder punti per conto terzi da non riconoscere nemmeno l’autore del quesito.
Dalla targa, risulta essere l’auto che usano loro: i ragazzi, intendo. Partono le verifiche del caso: innanzi tutto, ci precipitiamo tutti allo schermo a guardare la foto, per individuare l’autore dell’infrazione.
Preso da dietro, il pièveloce non è così facilmente identificabile: ma una cosa è certa. Non sono io.
Dalla forma della zucca e dal taglio dei capelli evinco subito che la sottoscritta (bionda a ciocche, o accioccata, che mi pare il termine più indicato per mio look…) e il filosofo (chioma semilunga e liscia) sono esclusi dalla rosa dei sospetti.
Qui l’informatico inizia a sudare freddo: la partita ormai si gioca fra lui e Jurassico. Il ragazzo inizia subito a protestare la sua innocenza, negando la sua presenza in quei paraggi, negli ultimi dieci anni almeno. Tipico dell’uomo: lui non c’entra mai, quando qualcosa non va. Come Corradino, che fa l’occhio rotondo anche con le piume della tortora che gli spuntano dalle fauci: negare, negare, negare sempre. E qualcosa si scanserà.
Segue consultazione del calendario di lavoro del papà: si scopre così che costui stava salvando cervelli in ospedale, mentre qualche cervellone suo stretto parente si distraeva al cospetto di un autovelox (ampiamente segnalato). Esercitando un’indebita pressione sul pedale dell’acceleratore.
Esilaranti i tentativi sino all’ultimo esperiti dal colpevole per evitare di bere l’amaro calice: è ricorso persino alla ricerca delle tracce lasciate su internet, per dimostrare di essere stato qui, e non altrove, il giorno del fattaccio.
Ovviamente, non ha trovato niente.
E così, si dovrà acconciare a conciliare: rimangiandosi tra l’altro le risatine con le quali mi ha derisa, al momento della ricezione della multa. Quanto a Jurassico, se non la smette di infierire su di me ogni volta che  gliene si presenta l’occasione, giuro che gli nascondo le chiavi dello squalo. Così la finisce, di divertirsi: alla guida, e alle mie spalle.
Ora basta. Gli uomini di casa  mi stanno stancando.


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