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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

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Il gaglioffo. Sono reduce dalla riunione plenaria con i suoi professori: una specie di girone dantesco, dove dozzine di professori ricevono, in contemporanea, i genitori di tutti gli alunni. Non vi posso descrivere che incubo: con un caldo bestiale, in piedi dalle due e mezzo alle sei (ora nella quale sono fuggita, anche per via della zia, abbandonata con i soli ragazzi in casa, per ore e ore…), circondata da un’orda di madri, con qualche sporadica presenza maschile. Le solite chiacchiere di corridoio, le consuete vanterie di svariate madri di altrettanti alunni perfetti, i discorsi di sempre, ripetuti fino alla nausea. Due ore e mezzo di attesa per ogni professore: ho parlato con tre di loro soltanto, ma mi è bastato. E avanzato. All’uscita dal colloquio con la coordinatrice di classe, ho dichiarato: “Scusate, per me basta. Ora vado a farmi un the di cicuta…” A sbarrarmi il passo, tre madri impegnate in una fittissima conversazione, bisbigliata a mezza voce, guardandosi a

Che mazzata

Un disastro, ragazzi. Un disastro completo, sotto tutti i profili. Tutti i sistemi di sicurezza della Stamberga sono stati attivati, il gaglioffo è sotto monitoraggio intensivo, Mpc è alla canna del gas e il resto della famiglia in modalità di alta emergenza. Seguiranno maggiori dettagli, alla prima occasione possibile. Un mesto saluto a tutti i miei affezionati lettori Mpc

Avversità: climatiche e non solo

“Com’è andato il compito di geometria?” “Boh! Io l’ho svolto tutto, senza difficoltà. Quando lo consegna ti so dire… Comunque, il preside ci è venuto a fare un c…o così.” “Perché? O meglio, perché, stavolta…?” “Perché c’è gente che butta roba nei radiatori e li manda in avaria!” “Ma sono scemi???” “Già. La settimana scorsa eravamo in classe con i giubbotti addosso. A me tremavano un po’ le mani. Così mi sono messo a fare così: (inizia a scuoterle tipo delirium tremens)” “Scemo…” “Ma che scemo e scemo. Se le scuoto si riscaldano: lo fai sempre anche tu, quando sei in montagna!” “Mhm. Solo che lo faccio in ghiacciaio, a meno venti, io. Mi sa che esageri.” “Ah, sì? Allora sappi che durante la verifica di matematica il termo accanto a me è esploso.” “Esploso???” “Appunto. Un botto così, poi un fumo nero che per poco non ci intossica. Arriva il tecnico, col fiatone, borbottando rischio incendio, rischio incendio!” “Cose pazze…” “Ecco, appunto. L’atmosfera giusta

Una per tutti, tutti per una

Per fortuna. Gestire un anziano non è cosa facile; gestire un anziano incapace di spostamenti autonomi ancor peggio; aver a che fare con una zia d’antan, convinta di essere ancora in grado di far tutto da sé, una guerra. Vi risparmio i dettagli: le mie lavatrici hanno fatto le straordinarie, nel fine settimana. Travolta dagli eventi, esibisco un’aria sempre più sconvolta: ma quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare. Matteo è sempre disponibile ad accorrere ai richiami della zia, i ragazzi si occupano dei suoi pasti quando non ci sono, Jurassico la tampina come un segugio, cercando di capire come renderle un po’ di gamba e occupandosi di preservarle il cervello. La mia mamma, invocata telefonicamente un paio di volte per fare dello zia-sitting, ha dichiarato: “Tu chiamami SEMPRE. Se hai da fare, o devi uscire con tuo marito, telefonami: non c’è impegno più importante di questo, per me! La vostra libertà è prioritaria.” La mamma ha aperto l’ufficio per la c

Noi, (fra) gente di un certo livello

Capita. Qualche rara volta ci coinvolgono in occasioni un po’ formali: di quelle da giacca e cravatta, per capirci. E da moglie decorativa al fianco (nei limiti del possibile, ovvio): roba da far tremar le vene e i polsi, a Casa per Caso. La sottoscritta possiede un unico abito nero, sufficientemente elegante, che ricicla sempre: coordinandolo con accessori di volta in volta diversi, lo adatto a tutte le occasioni. E a tutte le stagioni, anche. Il guaio sono le mie misure: mutevoli, con tendenza all’aumento. Così, quando me lo sono provato, ho scoperto che la panzetta sbocciava, tremula, fra le pieghe del drappeggio. Un orrore. A furia di ingressi in piscina, ho creato un inedito: il muscolo di acciaio lardellato. Ho la tartaruga sulla parte superiore del ventre, mentre quella inferiore è devastata da fasce sovrapposte di grasso. Agghiacciante. In tre ore non si possono perdere cinque chili: però si può comprare una pancera. Cosa che ho fatto. E pure di corsa. Inguainata in

Ho paura di non farcela

Ebbene sì, lo ammetto. Ho perso il controllo della mia vita e temo di non riuscire a recuperarlo. Non a breve, almeno. Ragazzi, mi rendo conto che forse vi crollerà un mito, ma stavolta Mpc è nei guai sul serio: non riesco più a programmarmi l’esistenza. Il che mette in forse la rotta della Stamberga, il benessere dei suoi abitanti e la mia sopravvivenza stessa.   Prendiamo una mattina a caso, a Casa per Caso. Stamattina, per esempio. Ore sei e mezzo: la Miss è già in piedi, perfettamente truccata e vestita. Jurassico fila rapido a sbarbarsi, perché è di congresso a Trento, mentre Mpc esce dalla sua camera, in modalità fantasma formaggino . Pallida e spettrale, insomma. Incrocio il filosofo, che mi saluta appena, con aria imbronciata: e ci credo. Gli hanno appena fregato l’ennesima bici, in stazione: un concetto per volta, sta imparando tutte le cose che NON deve fare. Lasciarla aperta, perché tanto è vecchia, non la vuole nessuno; oppure parcheggiarla in un luogo nascosto

Ebbbbasta!!!! Ma io vado a farmi benedire...

Avete presente quando suona il campanello, ed è il postino? Quel truce individuo che pretende la vostra firma, nel deporvi in mano il classico plico che scotta? E’ successo. Multa. Una multa, mannaggia! Con tanto di decurtazione di punti della patente. Ero verde, mentre aprivo la busta: intestata a me, ovvio. Sono una rabdomante di guai, negli ultimi tempi. L’autovelox ha beccato la mia auto a 110, dove è previsto si vada al massimo a novanta. Jurassico parte in quarta (tanto a Casa per Caso gli autovelox non ci sono…), sfottendomi a sangue. I figli ridacchiano, sotto gli occhi spalancati della zia, la quale ci osserva, interdetta, finché… “Questa multa non è mia!” Cade il gelo. “Io non sono mai passata di qui, negli ultimi tempi!” dichiaro, lapidaria. “Ahem… che macchina è…?” formula una voce non meglio identificata. Sono così furiosa all’idea di perder punti per conto terzi da non riconoscere nemmeno l’autore del quesito. Dalla targa, risulta essere l’auto che usano

Inadeguata, sempre

Vorrei capire per quale ragione il destino si accanisce tanto contro di me, quando è lampante la mia inadeguatezza di sistema. Sin dalle prime battute della mia ultima avventura, quella di nipote-badante, mi sono segnalata per incapacità: di ritorno dall’ospedale, abbiamo allungato di una cinquantina di chilometri il tragitto, con l’ottuagenaria incatenata al sedile, per raccogliere gli effetti personali della ragazza. Fra gli effetti personali, i più importanti sono i farmaci e… il materiale per il make up. Diroccata, magari: ma attenta al look, sempre. Conoscendo la mia pollastra, ho raccolto tutto in una pila ordinata (erano comunque più numerosi i cosmetici dei farmaci, per la cronaca) cercando poi un sacchetto dove riunirli. Peccato che per procacciarmelo mi sia allontanata dalla camera da letto: giunta in cucina, già avevo dimenticato cos’ero andata lì a fare. Ho bevuto un bicchier d’acqua, per poi accorrere trafelata al richiamo di Jurassico, ansioso di partire al più presto.