Raccontami una storia

Anzi, due. Come da richiesta, mi sono fatta riassumere le favole incriminate.

C’era una volta un ragazzino, che giocava al pallone con i suoi amici. D’improvviso, un lupo irruppe in campo, ingoiando il pallone in un solo boccone. Non contento, rivolse quindi la sua attenzione ai giocatori in campo, divorandoli uno per uno. L’unico scampato alla strage fu appunto il protagonista: il quale, fuggito a casa, prese da sotto il letto del padre il fucile a canne mozze (??? Figlio di un picciotto…?), per tornare in campo e sparare al lupo. Dopo averlo abbattuto, il nostro estrasse dal ventre del canide pallone e squadra, per riprendere la partita come nulla fosse.

C’era una volta una famiglia felice, che abitava in una casetta in un bosco. Una strega, invidiosa della loro gioia, decise di rovinar loro la festa: e gettò loro addosso una maledizione. La figlia minore comprese il gioco della maligna vegliarda, riuscendo a rivoltare il malocchio contro chi l’aveva lanciato. La strega, vistasi scoperta, fuggì nel bosco, finendo a capofitto in un burrone. Scomparendo nell’abisso, la fattucchiera gridò, minacciosa: “Torneròòòòòòòòòòòòòòòòò!!!”

Come si vede, se l’insegnante pensava di favorire la creatività dei suoi alunni, lasciando briglia sciolta alla loro fantasia, è rimasta delusa. Avessero almeno fregato la trama a un fumetto Manga… Magari non se ne sarebbe nemmeno accorta. Niente da fare: quando plagiano, i ragazzini lo fanno sempre in modo ottuso. Nelle tenebre del mio lontano passato di madre disperata si annovera qualche episodio simile, occorso anche a Casa per Caso. Non fatemici pensare, vi prego.

Dopo avermi narrato quanto sopra, in auto, il gaglioffo ha ben pensato di terrorizzarmi a morte: “Mamma, ho una gran brutta notizia da darti…”
Per poco non esco di strada.
“Cos’è successo? Un’interrogazione andata male? In compito insufficiente…?”
Sono ossessionata, lo so. Considerate però il pregresso, prima di giudicarmi: quello, un anno fa, era insufficiente anche in religione. Un caso umano, più che uno studente: che ora mi diventi un liceale impegnato e produttivo ha il sapore di un miracolo. E io ai miracoli ho smesso di credere da mo’.
Perfido, mi ha lasciata in sospeso per un interminabile manciata di secondi, per poi annunciare, ferale: “Il mio pollaio! Non esiste più…”
“Il pollaio…?”
“Sì. Distrutto stanotte da un incendio. Tutta colpa di Lello, che lascia i fuochi accesi senza sorveglianza…”
“…”
“Ieri mattina, quando siamo andati per nutrire i polli, li abbiamo trovati in fuga e in fiamme!”
“Galline in fuga…”
“Già. Abbiamo dovuto sopprimerli. Giorni e giorni di lavoro, andati in fumo! Una tragedia…”
“Condoglianze, figliolo. Ti sono vicina nel dramma.”
L’ultima novità in termini di videogame è la costruzione di un pollaio virtuale. Attività nella quale mio figlio e il suo fido scudiero sono meno versati che nelle campagne di sterminio zombi, a quanto pare. Soprattutto lo scudiero: molto bravo nei lavori di scavo e fondazione, è stato soprannominato La Talpa. Il gaglioffo, viceversa, abilissimo nell’assemblare sovrastrutture, attrezzature e ambienti, è detto L’Arredatore. Ikea.
La joint venture fra i due, viceversa, andrebbe chiamata “Fuoco e fiamme”: già reduci dalla semidistruzione di una foresta, incendiata per distrazione e salvata per miracolo, stavolta ci hanno rimesso lo stabulario. E sembra che il piromane sia sempre la Talpa.
Scuotendo la testa, il nostro ha osservato un minuto di compunto silenzio, in memoria dei suoi polli, finiti arrosto anzitempo. Poi, ha acceso il lettore Mp3, scatenando l’inferno in macchina: quella colonna sonora spacca. In vari sensi.




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