Mutazioni improvvise

Jurassico rientra dalla guardia, senza dare segni di vita con me.
Si precipita invece a scuotere il figlio informatico:  “In piedi, ragazzo: sono le nove!”
“Mhmm… Ma io sono andato a dormire alle due!” protesta il plantigrado, ridestato a tradimento dal suo letargo.
“Appunto! Sette ore di sonno: più che sufficienti. Parola di neurologo.”
Sarà. A me quello sembra ancora più di là che di qua. Comunque sia, in qualche modo si alza: tre minuti dopo, è già al lavoro sul palmare di suo padre. Altro che nuovo corso, sane abitudini e regolarizzazione del ciclo sonno-veglia del rampollo: Android faceva le bizze. E l’esperto di casa è suo figlio. Figlio col quale ci scambiamo un sorriso di comprensione, prima di comunicargli che sono senza connessione pure io.
Jurassico parte con la presa in giro: “Eheheh, la mamma senza internet non può più vivere…”, ma lo stronco sul nascere: “Vedi che ho la chiavetta sul portatile. Per me Davide ci può mettere mano quando ha tempo: non sono come te, che lo tarmi fino a quando non ti riconsegna il pupo funzionante…”
“Ma io ci lavoro!” obietta, sdegnato.
Sempre quella la scusa. In realtà, si cura più delle sue creature elettroniche di quelle a due gambe. Technology-addicted.
Andiamo a far colazione: mi mette lì due caffè, che butto giù uno dopo l’altro.
“Certo che sei un’egoista nata. Te li sei sgargarozzati entrambi! Non ti vergogni?”
“No, senti, sono dieci giorni che vai a the: giusto stamattina ti sei riconvertito alla caffeina? E io cosa ne so?”
“Nonono, tu non mi ami più!” mi risponde, affettando indignazione.
“Se è per questo, tu non mi calcoli di striscio da giorni. Cosa dovrei dire io?” protesto a mia volta, affrettandomi a fargli un caffè. Anche se faccio l’indifferente, sono pur sempre attanagliata dal senso di colpa.
“Lasciami stare, moglie. Sono in un periodo di forte stress: ossidativo e lavorativo!”
“…”
“E adesso mi mangio la marmellata di mirtilli: è piena di antiossidanti. Anche se però non viene dal posto giusto…”
“Perché? Vorresti anche i mirtilli DOP, adesso???”
“Sì. Io voglio solo il meglio.”
“Mhm. E quale sarebbe il meglio del mirtillo?”
“Il mirtillo peruviano”.
“Peruviano??? Mirtillo d'importazione?!”
“Già. Sono quelli più titolati in antiossidanti. A proposito: mi hai comprato l’estratto di riso rosso? Quello a titolo elevato?”
Santa pace. L'allopatico per antonomasia ha subito una mutazione genetica: si è dato alla medicina alternativa. Le sorprese non finiscono mai, in questa famiglia.

A cena, la Miss ci racconta della sua gita a Verona,  dichiarando che vorrebbe andare a vivere lì. Quando sente che papà lavora con colleghi del posto, lo stringe dappresso, per convincerlo a traslocare. In assenza di riscontro, si offre come ragazza immagine per il suo prossimo congresso.
“Papà, vengo con te e la mamma, la prossima volta. Non hai bisogno di una che ti rappresenti? Se vai in Sardegna ci vengo, a farti da rappresentante!”
Mi ci vorrebbe proprio, la figlia PR ai simposi internazionali: nuova figura professionale, creata apposta per lei. La Sardegna è fuori questione, in ogni caso; forse se ne riparla per Torino.
La fanciulla passa a richieste più potabili: “Papà, vorrei andare a vedere uno spettacolo all’Arena. Dev’essere bellissimo!”
“Sì, è bellissimo, in effetti. Quest’estate ti ci porto.”
“Grazie, papone… Mamma, sei che c’era Biagio Antonacci che provava, quando siamo andati lì?”
“Davvero? E’ bello come dicono?”
“Sì, non è male, ma ti dirò: è piuttosto vecchio, per me!”
“Vero. Sarebbe giusto preciso per la sottoscritta, invece. So che tutte diventano matte per lui…”
“Già. Ho visto scene dell’altro mondo.”
“Tipo?”
“Tipo la trasformazione della bidella. Di solito è una signora normale, tranquilla… Roba da non credere. Si è scatenata: ci voleva mandare a chiedergli una maglietta!”
“Sudata, magari…”
“Esatto!!! Ma… come lo sai, mamma???”
Mi figlia è attonita. Mi guarda come se mi vedesse per la prima volta.
“Ehhhh, figlia… Conosco le cose della vita!”
“TUTTE PERVERTITE!”
Esagerata.  'Ste ragazzine ci credono mummie.  

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