Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2011

Fosche previsioni

“Scarica la lavastoviglie!” “Gnmmmmm…” “Muoviti! Non ammetto repliche!” Ho intercettato il gaglioffo di passaggio e l’ho precettato. Non intendo permettere a questa famiglia di ridurmi in schiavitù: dovessi inseguirli uno per uno con la frusta. Nel frattempo, la Miss continua a fare il su e giù per le scale: sta preparando una ricerca sull’Arena di Verona, utilizzando in contemporanea la stampante di papà (di sotto) e il fratello maggiore come consulente tecnico (di sopra). Sentire l'informatico costretto a interessarsi di Sofocle ed Euripide mi fa sorridere: finirà con l’inquinarsi con i classici, a furia di star dietro all’adorata sorellina. Pare costei sia stata ingaggiata come guida turistica per gli alunni più giovani: la sua presentazione sarà il terreno sul quale gli insegnanti valuteranno il livello delle sue competenze. Un incarico che ha preso molto sul serio: sono ore che ci lavora. E che ci fa lavorare il fratello. Ripasso davanti alla cucina, sorprendendo il manigoldo

Sorprese pasquali

Non era finita. Mancava la cucina di sopra: ci trovo un caos ubiquitario. Briciole per ogni dove, lavastoviglie da scaricare, secchiaio ingombro di macerie, plastica da smaltire sopra ogni ripiano disponibile e meno di un bicchiere d’acqua fresca in frigo. Di più: una delle due bottiglie di vetro è missing in action. Chi l’avrà sequestrata? E a quale scopo, soprattutto? Estorsione? Ogni volta che sto via per un po’, gli infingardi ne approfittano, per ragioni a me sconosciute, per impadronirsi di qualche oggetto destinato all’utilizzo comunitario. Come il solito, sarò costretta a eseguire indagini approfondite, per tornare in possesso dei miei averi. E a controllarmi, onde evitare, una volta ritrovato, si usarlo come corpo contundente ai danni del responsabile della sua scomparsa. Dove il riciclo è stato tentato, i limiti di capienza degli appositi contenitori sono stati abbondantemente superati, senza contare che non hanno sciacquato la metà del materiale smaltito. Per risistemare

Meglio rassegnarsi

Vabbe’. In fondo ero preparata: una lo sa che quando torna dalle ferie deve lavorare per tre. Però questa famiglia riesce sempre a superare le mie più fosche aspettative. Stavolta, i colpevoli sono i gatti: il marito, corso a salutarli mentre io preparavo la nostra cena, torna giù con la faccia di circostanza. “Credo tu debba andare di sopra con qualcosa.” “Qualcosa, cosa?” “Qualcosa per pulire. C’è cacca sparsa un po’ dovunque.” “AAARRRGGGGHHHH! Che schifo! Ma che sarà successo?!” “Hai voluto i gatti? Eccoti servita…” “Saranno stati male: è la prima volta che succede!” “Niente affatto. Si comportano come i bambini: tu li abbandoni e loro protestano come possono. Vergognati! ” “Finiamola, per favore. Che tu ti metta a fare lo strizzacervelli ai mici mi pare pure troppo. Dammi la scottex, Freud, che vado a dare una pulita!” Con un’occhiata di sdegnoso rimprovero, mi porge quanto richiesto. Mi mancava un paladino della Carta dei Diritti del Felino, stasera. Che rientro in grande stile

E' una vita difficile

Trekking, dunque: su sentieri ancora circondati dalla neve, arranco quasi spolmonata dietro a un marito insensibile e troppo allenato. La mia sofferenza non lo tocca: anzi, lo diverte. Vigliacco. A quattrocento metri di dislivello accumulati, l’infame si ferma, mi guarda e mi dileggia: “Qui si resta indietro, eh? Ti sto distaccando…” Non raccolgo la provocazione: già essere arrivata fin qui senza invocare la tenda a ossigeno a me sembra un successone. Gli rispondo quindi con dignità: “Io le gare le faccio solo con me stessa. E le perdo, per giunta. Tu va’ pure avanti, che io qui tento di sopravvivere…” Ridacchiando, lo scalatore riprende la sua lenta – e inesorabile – ascesa. I rarissimi viandanti che incrociamo ci salutano tutti con un deciso grussgott : persino i romani veraci. Ce ne fosse uno che non mi scambia per una tedesca. Giungiamo a un punto del percorso dove un cumulo di neve si mette di traverso alla nostra impresa, imponendo un dietrofront, o una breve arrampicata lungo il

Thriller & destroy

La stagione sciistica di Jurassico & Mpc è da considerarsi ufficialmente chiusa. Le nostre piste preferite ormai stanno marcendo, sotto il sole cocente: ma questo è il minore dei problemi. In quota si scierebbe ancora bene, volendo. Il vero guaio è un altro. Pare che tutti gli scavezzacollo dell’arco alpino si siano dati appuntamento qui: dettaglio che ci ha regalato un autentico momento thriller, degno dei migliori maestri del brivido. Uno snowboard fuori controllo ha mancato l’amato bene di un capello: cinque centimetri più in là e me falcia via come gramigna. Viaggiava come una bomba: dubito ci sarebbe stato un dopo, in caso di impatto. Per fortuna, non ho assistito alla scena: non so se mi sarebbe riuscito di contenere la mia reazione, nel caso. Sopraggiungendo tranquilla, con le mie cuffiette all’orecchio, mi sono imbattuta in un giovanotto che si sprofondava in scuse, rivolto a un Jurassico stravolto,  più bianco della neve sulla quale stava per defungere. Licenziato il poten

Partire è un po' morire

Se non per me – che in realtà non vedo l’ora – lo è per papà Jurassico. Fino a un paio d’ore prima della messa in moto, la parola d’ordine è traccheggio: non è dato sapere se, per dove né quando partiremo. Ci sono attimi in cui scorgo una luce omicida, negli occhi dei nostri figli: impossibile azzardare uno straccio di progetto, anche per loro. Quanto a me, non ne parliamo: sono diventata un’artista dell’improvvisazione. Quando, all’ultimo secondo, vengo informata sulla nostra destinazione, provvedo di conseguenza. Comprendo il dramma della prole, ma non so che farci: l’unica soluzione sarebbe resettare il cervello del consorte. Costui per settimane va scandagliando riviste per camperisti, invaghendosi di proposte vacanziere che vanno dalla sagra dell’asparago altoatesino al brivido del campeggio plein air, in Aspromonte. Proposte che sottopone, garrulo, all’intera famiglia, sperando di sedurre qualche figlio. Figuriamoci. Come vuole la norma, colleziona pernacchie. Virtuali, espresse

Tempo di vacanze

Fuggiti. Riempito il camper, più di speranze che di derrate alimentari, abbiamo puntato la prora verso le nevi eterne.  Noi gli sci li abbiamo caricati, assieme agli scarponi e a tanta buona volontà. Come ovvio,  sono previste temperature da scioglimento della calotta polare: mai così caldo da svariati secoli. Vorrà dire che ci dedicheremo al trekking. O al nuoto, la lettura e la meditazione. Basta che, per i prossimi quattro giorni, io non veda lavatrici! L'orso, dal ruggito facile all’atto della partenza, man a mano che frapponeva chilometri fra sè e il lavoro, si rabboniva progressivamente. I figli sono a casa, affranti dalla nostra assenza: l'ululato di gioia del manigoldo ha scosso la Stamberga dalle fondamenta, quando abbiamo – finalmente – messo in moto Picchio (il nostro camper ultra-large). Prima di salutarmi, il gaglioffo mi si è avvicinato con aria da cospiratore, suggerendomi a mezza bocca: “Mamma, fai passare il malumore a papà, mi raccomando!” “Eh, sì, speriamo di

Multitasking mother

Il problema è che faccio sempre tre cose assieme: ottenendo così l’invidiabile risultato di sbagliarne quattro. Roba da specialisti. Del Genio Guastatori. Ieri, per esempio, ho creato il primo ossimoro gastronomico della storia. Parliamone. Impegnata ad allestire un sugo per i ragazzi e uno per noi – tali condimenti sono cibo per capre, a sentire i rampolli: troppe verdure – mi sono anche presa cura di un chilo e mezzo di focaccine. Quelle disgraziate hanno una tempistica coattiva: se le lasci lì troppo, a fine lavorazione, il lievito passa a miglior vita. Così le meschine si afflosciano come tanti paracadute al suolo. Ecco dunque che, se calcolo male il tempo a mia disposizione – come appunto ho fatto ieri – devo trovare comunque il modo di cacciarle in forno. Con il timer della pasta che strillava “Time out!” ho fatto i gradini quattro a quattro, raggiunto, regolato e riempito il forno di sopra, per precipitarmi poi a scolare la pasta. Per fortuna era intervenuto un assaggiatore,