Post

Si fa presto a dire Natale

Una settimana in tutto. Per sette giorni la Stamberga è tornata a ribollire, con un andirivieni continuo di gioventù, disordinata, chiassosa, piena di risate, battute e sfottò. Le camere incasinata, il frigo stracolmo, il forno sempre in funzione e la lavatrice in overbooking. Amore fa rima con rumore, a Casa per Caso, si misura in calorie (assunte e dispensate) ed è tanto più intenso quanto meno ti prendi sul serio. Sono tornata a inciampare nelle loro scarpe, a riempire il carrello del super come prima di una carestia, e a non starci più dietro, con la raccolta rifiuti. Giorni densi e intensi, giorni di gioia e condivisione, giorni di festa dentro e fuori di noi. Fantastici, questi giorni, ma troppo pochi. Abbiamo lasciato il filosofo in aeroporto, e stiamo tornando. Ora, riordinerò la sua stanza, trovando chissà quanto casino. Rifarò il letto, spegnerò il termo, abbasserò la persiana e cercherò di non pensare. Perché se ci penso, che prima di un anno non lo rivedrò di sicuro, ...

Oggi mi punge vaghezza...

... di tinteggiare. La camera del filosofo, per la precisione.  Già antro dell'informatico, oggi deposito degli attrezzi ginnici del Jurassico, il cui unico scopo sembra quello quello di giacere immobili, a prendere polvere.  Non è come nei film, dove sorridenti signore, adornate da vezzose bandane, passano il rullo sulle pareti col sorriso sulle labbra. O meglio, è così, ma solo alla fine. Prima, devi passare al setaccio ogni centimetro quadro di superficie (anche i sopra, sotto e dietro. Le preposizioni dell'orrore), togliendo polvere, nidi di ragno, cadaveri di mosca e oggetti incastrati nei luoghi più impervi, per poi incerottare tutto. Alla fine, più che in una stanza da letto, ti sembra di stare nella Valle dei Re. Mummie dappertutto.  Come sempre, comunque, i miei adorati figlioli riescono a sorprendermi.  Accartocciata su me stessa a passare il battiscopa con la gomma magica, ho notato qualcosa spuntare da dietro il termo. Con uno strattone, ho estra...

E due

Secondo compleanno senza Andrea.  Il nostro filosofo, l'ingegnere un po' pazzo, quello che ha cacciato quattro cose in valigia ed è partito alla ventura, per il Paese di Molto Molto Lontano. Quello che va via come un treno, adesso, alla faccia di chi dice che "certi giovani meglio perderli che tenerceli, in Italia".  Quello che fa il triplo carpiato, pur di venire a passare il Natale con la sua famiglia. Perché il Natale è il Natale, anche se dove vive lui nemmeno sanno cosa sia, il Natale.  Quello che ci manda le foto dalla Corea del Sud, giusto il giorno dopo il lancio del missile; quello che prende l'aereo e se ne va al mare il giorno dell'allerta tifone (con Mpc che si scioglie in lacrime perché non lo riesce a contattare, ma la Farnesina le ha mandato un sms sul cellulare, sollecitandola a chiamarlo e avvisarlo...); quello che ci manda le foto del pranzo (grigliata di locuste e insetti misti) o della cena (insalata di piovra, con tentacoli ancora in ...

Toc toc

Ciao, Pulcina. Scrivo dall'auto, quindi scusate se non sarò precisa, o ben impaginata. Era un sacco che non scrivevo, davvero. Ma visto che trovo i tuoi messaggi - carina, grazie! - eccomi a tracciare l'aggiornamento richiesto. Agli amici che, come te, si tengono informati su di noi attraverso i miei post, chiedo scusa. Ci sono cose che non è sensato scrivere, altre che se le scrivi ti querelano. E sarebbero le più interessanti e istruttive, credetemi. Poi, ci sono i fatti di Casa per Caso. E mi trovo impicciata a raccontare pure di quelli, mannaggia. Archiviata la parentesi infantile, durante la quale ci siamo conosciuti, siamo passati attraverso adolescenza e prima giovinezza, facendoci assieme qualche sana risata. Ora, i ragazzi sono giovani adulti, e non fanno più ridere come una volta. Ora, la cosa si è fatta seria, e parlarne mi sembra inopportuno, o autoreferenziale. Già, perché i Fantastici Quattro se la cavano alla grande, ma alla grande sul serio, e a Mpc e Ju...

Primo giorno di scuola

Silenzio. La Stamberga è silente. Le stanze da letto sono chiuse, per tener fuori la polvere e, soprattutto, per non vedere quanto sono vuote.  Unica abitata, la camera del gaglioffo, alle otto ancora immerso in un sonno profondo.  Per la prima volta, dopo ventidue anni di vita da mamma, il primo giorno di scuola non significa nulla, per me.  Nulla in termini pratici, s'intende. Impossibile non tornare col pensiero a tutto ciò che è stato, questo giorno fatidico, per oltre due decenni della mia vita.  Il giorno in cui alle sette e mezzo la confusione si spegneva, di colpo, lasciando spazio a un'irreale calma piatta, per oltre sei ore al giorno, dopo estati chiassose, sudate, pervasive e affollate.  Il giorno zero, quello in cui tutto ripartiva, il primo gradino di una scalata che ogni anno ha segnato una svolta. Sempre in meglio, per fortuna.  Il giorno in cui, finalmente, ritrovavo una dimensione personale, non più minata da una presenza ...

Legatemi

Immagine
Quando.... Il tuo peso diventa stabilmente "ben distribuito". Per quanta dieta tu possa fare.  I tuoi anni "ben portati". Per quanto astutamente tu ti possa vestire, pettinare, tingere e truccare.  La tua fortuna "essere miope. Così diventi presbite più tardi". La tua forma fisica "eccezionale. Per una donna della tua età." Il tuo sorriso "...". Non pervenuto. Lavori in corso dal dentista.  Il tuo obiettivo per il futuro: resistere dodici mesi senza finire in galera  per uxoricidio.  Poi finalmente lui andrà in pensione.  Le pubblicità mirate al tuo target :  "Prova gratuita dell'udito. Esci dall'isolamento acustico!"  "Pena lady discrete. Per essere nonna senza limiti."    "Prostadol forever. Per dormire sonni tranquilli con l'amore della tua vita."   "Pensaci prima: per un ultimo saluto senza sorprese.  Requiem aeternam funeral home : un   nome, una certezza." E ...

Gli orali alle porte

O alle porte degli orali. Fa lo stesso. Fatto sta che domani, quarto di quattro, immediatamente dopo la migliore della classe - e sua grande amica - l'uomo vedrà compiersi il suo destino.  Il gruppo di classe pullula di condivisioni: impressioni, stati d'animo, utili dritte e sfoghi più o meno disperati. Raccogliendo più informazioni possibile, il nostro eroe pianta le basi per non farsi cogliere impreparato dal nemico.  Notevole il titolo della tesina in discussione: "Vivere la vita come un'opera d'arte".  Che, per uno che la sua vita l'ha iniziata come protagonista di un blog dov'è soprannominato Gaglioffo, è un gran passo avanti.  Calmo e concentrato, ieri mi ha descritto le varie fasi emotive attraverso le quali è passato: negazione, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione. Praticamente, l'elaborazione di un lutto. Quello di essere stato legnato nel compito d'Italiano.  L'insegnante (commissario esterno) non ha fatto...