Dottoressa per un giorno
Il lavoro m’insegue. Fino a ieri pomeriggio sono riuscita a sfuggirgli, ma… stavolta mi ha beccata. Forse. Un collega, temendo di trovarsi presto in crisi con il personale, sabato mi ha telefonato, chiedendomi se mi sia possibile dargli una mano, in caso di emergenza. Fatto salvo il problema che costui esercita a venti chilometri alla Stamberga, la proposta mi ha allettata: gli ho promesso di andare a trovarlo. In forse lui, in forse io, ieri pomeriggio mi sono avventurata sul luogo del delitto. L’idea era di fare una breve perlustrazione e prendere un primo contatto con il titolare: in realtà, mi sono fermata lì tre ore. Dopo due anni di vita in borghese, una full immersion in banco, ricette, perette per clisteri, pannolini, solari e raffreddori. Imbranata come una novellina, non sapevo nemmeno dove fosse l’aspirina, m’intrigavo con lo schermo del PC, terrorizzata di sbagliare uno scontrino. Sulle ricette, per fortuna, non ho perso un filo di smalto: e ci ho messo dieci minuti, a capi...