Chi sono?

Sono Mamma per Caso, Mpc per gli amici. 
Per spiegare chi sono, tuttavia, è necessario prima chiarisca chi ero. Anche per evitare di essere scambiata per una donna che si riproduce per sbaglio… Di una distrazione catastrofica, casomai, essendo ben quattro i miei rampolli.
Molto, molto tempo fa – oltre tre lustri, per la precisione – c’era una giovane farmacista trentenne, che nutriva alcune convinzioni incrollabili: una era che il matrimonio fosse una nobile istituzione. L’altra, che non si trattasse di istituzione adatta a lei.
Quanto ai figli, la nostra sentiva di non essere affatto tagliata per fare la mamma: spesso, osservando i bambini degli altri, rabbrividiva di terrore. Non avrebbe saputo come controllare quelle furie scatenate, né desiderava averle intorno. Amava troppo il silenzio, l’ordine e la calma.
Il bene più prezioso della sua vita era la libertà: adorava viaggiare, organizzare cene luculliane per bande di amici e amiche, sciare, nuotare e sfasciarsi in palestra. Per non parlare della sua divorante passione per la lettura. Non sapeva mai cosa avrebbe fatto l’indomani: detestava i programmi e le limitazioni. Le bastavano quelle imposte dal suo mestiere; che non erano poche, detto per inciso.
Ammanettarsi dunque a un individuo di genere maschile, instancabile produttore di biancheria sporca, amante della buona cucina, ma ignaro dell’esistenza di oggetti quali lavatrice e lavastoviglie, desideroso di figli, ma non altrettanto ansioso di occuparsene, le sembrava un’azione priva di senso. E quindi scansava ogni rischio simile, dandosela a gambe ogni volta che sentiva puzza di corteggiamento serio.
Tuttavia, al destino non si riesce a farla in barba. Mai.
Nel suo caso, il destino si presentò travestito da dottore; quarantenne, fascinoso, colto, intelligente e piuttosto interessante. 
Meglio: irresistibilmente, interessante.
E determinato, anche: individuata la preda, costui seppe scardinare le sue convinzioni, radere al suolo le sue certezze e sbriciolare le sue resistenze, come fossero di burro. In una settimana, l’aveva bella e che conquistata.
Il che, se vogliamo, potrebbe essere solo una storia d’amore come tante: non fosse che per un - non - piccolo particolare. Il medico in questione, oltre al fascino, possedeva anche tre optional oltremodo ingombranti: due maschietti, di sette e cinque anni, e una pupa in fasce.
Era, infatti, rimasto vedovo da pochi mesi. E la donna che si fosse innamorata di cotanto principe azzurro si sarebbe trovata, come d’incanto, mamma di tre bambini.
Una Mamma per Caso, appunto. Come si diceva all’inizio.
Una mamma che si è lanciata, con alterne vicende, in un’avventura che dura tuttora. Un’avventura resa ancor più pirotecnica dall’entrata in scena, quattordici anni fa, di un ulteriore personaggio: il figlio numero quattro. Maschio, scatenato e dotato d’irresistibile sense of humor, è stato addestrato per lunghi anni dai fratelli, preoccupati che il mondo gli potesse fare male. Così adesso è il mondo, che si deve guardare da lui: la sottoscritta, soprattutto. Quello, con una risata, mi neutralizza: e poi sono guai. E che guai!
Tutti assieme, figli e marito, con la complicità di tre gatti iperattivi, rendono la mia vita il più bell’inferno nel quale una donna possa mai augurarsi di vivere.
Sindrome di Stoccolma? Forse. Però garantisco che mi diverto. Tanto.

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