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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

È una festa commerciale, ma...

Auguri a noi, mamme che cercano di esserci, senza farsi notare troppo. A noi che cerchiamo di pesare, nella vita dei nostri figli, senza essere pesanti. A noi che siamo presenti, anche quando sembriamo assenti. A noi che non sappiamo spesso cosa fare, agiamo d'istinto, ma quando  sbagliamo, lo facciamo con il cuore. A noi che chiediamo per favore, diciamo grazie, e pure scusa: anche e soprattutto con i nostri figli. Che hanno imparato da noi a fare lo stesso. Auguri a noi, che siamo contente solo quando loro stanno bene. Auguri a noi, mamme imperfette di figli felici.

Grembiulino mon amour

Grembiule, ultima spiaggia. Dunque, io ricordo che i miei fanciulli (anni di nascita distribuiti tra l'87 e il 97) usavano il grembiule. Anzi, i maschi la casacca blu e le femmine il grembiule bianco. Durante la ricreazione, le suddette uniformi finivano appallottolate nello zaino, per cui i vestiti i ragazzini se li vedevano lo stesso. Cmq sia, sono le mamme che confrontano gli abiti dei propri figli: a sette anni, avere uno scamiciato Chanel baby o una microgonna sbrilluccicante dei cinesi fa lo stesso preciso. Anzi, forse lo sbrilluccico piace di più.  La differenza vera, all'epoca, la facevano le scarpe: e quelle, cari i miei soloni dell'uniforme che conforma, cela e tiene a bada le lotte di classe, quelle si vedono. Si vedono benissimo, anche se sei vestito con il burka. Io compravo roba a basso costo e qualità decente (allora era un'opzione possibile), ma c'era chi esagerava. E ne andava fiero, perché il figlio si sentiva un vincente, con le estrem