Le valigie in ingresso


Tre settimane. Sembravano un'eternità, rispetto alle toccate e fughe degli anni precedenti.  E invece si sono polverizzate, tra spese gigantesche, lavatrici scatenate, bagni follemente incasinati e padelle straripanti mane e sera.
Caminetto acceso e caldarroste, riunioni di famiglia e accese discussioni, racconti del terrore e ciclopiche risate. 
Ora come un tempo, tante teste attorno a un tavolo, a parlare del presente, ricordare sghignazzando il passato, progettare seri seri il futuro.
Confrontandosi con chi il futuro lo sta vivendo ora.
Adesso, ma non qui. Oppure qui, ma non sempre. Anzi, molto più là che qui.
Che quando là significa Milano, scatta la tassa di soggiorno: si chiamano i fratelli "piccoli" a raccolta, e si mette mano al portafoglio. 
Vuoi mettere, farsi pagare la cena dal fratellone? Certe soddisfazioni non hanno prezzo. Per tutto il resto, c'è Mastercard. Di Davide.
I sorrisi felici nel rivedersi. 
I battibecchi per il bordello, la campagna antibriciole, le scarpe in salotto e il phon in ingresso. 
I consigli per gli studi e anche quelli per gli acquisti. 
La gioia di essersi riabbracciati, e quella di tornare alla propria vita di sempre. 
Perché la loro vita non è qui, anche se quando sono qui ci riempiono di vita la casa, e ci scaldano il cuore. 
Uno per volta, se ne stanno andando. A fare cose belle, in posti belli, con belle persone. 
Al solito, Jurassico e io li vediamo spiccare il volo, fissandoli un po' tristi, seduti l'uno accanto all'altra sul bordo del nido. 
Fieri delle loro splendide ali, ma con il cuore dentro ai loro zaini. Se lo portano via, vigliacchi, e a noi non rimane che prenderci per mano, asciugarci le lacrime a vicenda, e aspettare il prossimo Natale. 
Il regalo che ci scambiamo è sempre lo stesso: l'amore della nostra famiglia. Inossidabile, incoercibile, inattaccabile. Più forte delle distanze, più limpido delle parole che servirebbero a raccontarlo, pulito e sincero come gli occhi dei nostri bellissimi ragazzi. 
L'unico regalo per il quale sia valsa la pena lavorare tanto. 

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