Un menù semplice, gentilmente richiesto dal filosofo, in astinenza da italian food, e solo noi, semplicemente e allegramente noi sei.
Non so se questo sia l'inizio di una tradizione, come vorrebbe il gaglioffo (il più nordico nell'aspetto, col capello biondo, la barba fulva e l'occhio ceruleo, ma il più "terrone" nel pensiero) oppure una magnifica occasione unica, fatto sta che siamo stati benissimo. C'è chi ha attraversato mezzo mondo per presentarsi all'appello e chi sta passando le sue - brevi - vacanze in treno, per rispondere a tutti gli appelli. Chi ha sudato per poter abbandonato le stampelle e mostrarsi ai figli in decisa ripresa, e chi ha percorso in auto migliaia di chilometri, sacrificando ore e ore di sonno, per condividere un po' del suo tempo con tutti. C'è chi cucina da giorni e chi organizza riunioni con tutti, perché dopo la Famiglia vengono i parenti, e perché gli amici non si possono dimenticare.
Il tempo dell'Avvento è finito, e l'Evento si è consumato. Da domani riprende la diaspora, ma nel cuore rimangono le suggestioni di un periodo nel quale si svela il meglio e il peggio delle persone. Avendo provato sulla mia pelle più volte il peggio, in penosi teatrini pseudofamiliari da dimenticare, è una gioia vedere come i nostri figli riescano a esprimere il meglio, in una risata tutti assieme, nella gioia di ritrovarsi, raccontandosi avventure, azzardi, difficoltà e importanti cambiamenti. Il tutto con un sorriso, condividendo gioia e speranze, sotto gli occhi ( un po' lucidi, diciamolo...) dei due vetusti genitori.
Le Feste continuano, e i pasti più o meno condivisi si susseguiranno, lasciando ahimè pesanti tracce. A chi mi legge mando mille auguri, da una Stamberga ancora in piena attività godereccia.
Un abbraccio virtuale a tutti voi!