Mpc tra libri ed autori

Ogni tanto una domenica di ferie ci sta. Ferie dal marito, intendo: impegnato in una trasferta a quattro ruote, diviso tra museo Ferrari e drive test, Jurassico ieri era fuori stanza. 
Mpc, felice come uno scolaro in un giorno di vacanza inaspettato, si organizza con un'amica e fugge nella natia Padova. Dove c'è la Fiera delle Parole. 
Per una parolaia matta come me una manifestazione del genere è come il canto delle sirene: l'unico rammarico, averla scoperta solo ieri. Comunque, l'anno prossimo si replica, e la sottoscritta sarà sul suolo patavino per una settimana intera. Garantito. 
Ci siamo sentite Carofiglio, divertente e autoironico, presentato da Massimo Cirri, personaggio a me sino a ieri ignoto ma da oggi entrato di prepotenza nella lista delle mie letture obbligatorie. Mi ha fatto morir dal ridere... 
Poi è stata la volta di Mario Tozzi, col suo Tecnobarocco.  Già questo, un libro sull'inutilità di molta della tecnologia dilagante nelle nostre vite, meritava una sosta da parte di una tecnovittima come me. Che poi si è parlato di miti e ascoltato il sassofono, ma non importa: è stato fantastico lo stesso. Anzi, ascoltando la mia differita il gaglioffo si è entusiasmato, rammaricandosi di non esserci stato anche lui. Vediamo se riesco a pescare un'altra presentazione dove lo possa portare... Per ora, gli ho portato il suo libro con dedica. Alla famiglia Per Caso, ovviamente: un testo che esordisce con la descrizione della tazza del water giapponese è stato scritto per noi. Non esistono dubbi. 
Infine, Luca Bianchini. Quello di Io che amo solo te, avete presente? Ne hanno fatto un film con Scamarcio e Placido, ragazze non ce lo perdiamo. E quanto al libro, se già non l'avete letto vi consiglio di provvedere, perché quest'uomo scrive in un modo stupendo. Divertente e coinvolgente, da gustare proprio. Come un dolce fatto bene, ma fatto in casa, genuino. Nulla di costruito a tavolino. 
Così come l'ultimo libro che ha scritto, Dimmi che credi al destino, del quale abbiamo parlato ieri e che oggi campeggia sul mio comodino, corredato di lumino notturno per poter leggere anche quando l'amato bene ronfa. 



A tal proposito, l'autore ed io abbiamo avuto uno scambio di battute di meno di venti secondi. A seguito del quale la sottoscritta ha preso l'impegno di sollecitare un incontro castellano presso la mia libreria preferita, e lui ha stilato la seguente dedica sulla prima pagina della mia copia: 


Le domande, a questo punto, sono due. Essendo in questo periodo moralmente ciancicata, mi chiedo dove la raccatto, tutta 'sta energia positiva che semino in giro. 
E, soprattutto, come se n'è accorto questo, che ci siamo scambiati quattro parole in tutto? Forse la magia cui accenna nel suo libro è una sua prerogativa personale... 

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