Tutto bene. O quasi.

Sempre di corsa, di corsa, di corsa.
Ragazzi, ma quando potrò rallentare??? Senza rischi, peraltro: domenica sera una mia amica ed io abbiamo provato a rallentare. Anzi, ci siamo fermate proprio. Con l’auto, a una rotonda: peccato che il giovanotto dietro di noi non abbia condiviso la nostra scelta e ci sia piombato addosso come un ariete.
Che botta!
Non capivo nemmeno cosa fosse successo: mi guardavo attorno con aria beota, chiedendomi Ma cosa ci ha colpito?
Il trauma cranico (leggero, per fortuna: sennò sai che guaio, ritrovarmi con una testa ancor più balenga di così…?) m’impediva di ragionare in modo compiuto, a quanto pare. L’ipotesi che non fosse un meteorite ad esserci arrivato addosso non mi sfiorava nemmeno: non vedevo ostacoli davanti e a fianco, dunque non c’erano spiegazioni razionali al fenomeno paranormale in cui ero stata coinvolta.
Il colpo da dietro era un’ipotesi cancellata da quello in testa.
Che bella serata abbiamo trascorso…
Quattro ore in Pronto Soccorso, con un mal di testa da spaccarmi. E la mia amica, vogliamo parlarne? Ridotta ai minimi termini. Testa in via di esplosione, ottundimento generale, senso di nausea: un colpo di frusta con tutti i crismi. Se io ora sto decisamente meglio, lei poverina ancora ci combatte. Del resto, non essendo corredata  - come invece sono io - di una testa più dura del granito, c’era da aspettarselo. Dalla collana al collare senza passare dal via. Fortunata, davvero.
Per il resto, qui a Casa per Caso maciniamo mini vacanze, traguardi e mezzi disastri.
L’iscrizione della Miss è completata: ormai è immatricolata. Sulla sistemazione, il giudizio è sospeso: vedremo se la soluzione attualmente in essere (una residenza universitaria) si rivelerà buona. Di certo avremmo preferito un’altra cosa, ma nella vita bisogna sapersi adattare…
Con il gaglioffo, abbiamo fatto un pieno di storia: tre giorni sui luoghi della Prima Guerra Mondiale, tra forti, ricostruzioni storiche e passeggiate a tema in mezzo alle conifere. Sto scoprendo un lato inedito di mio figlio minore. Un lato che mi sorprende piacevolmente.
Jurassico ormai è alla frutta: se non arrivano presto le ferie, mi sa che saremo costretti a ricorrere al defibrillatore.
Quanto a me, resisto: stasera rimpatriata con l’informatico, per cui rispolvererò le mie doti di cuoca, mentre c’è chi al momento è a Roma e chi sta per comprare il biglietto per andarci. Quest’anno la capitale è molto in voga, tra i miei figli.
Infine, una nota solo in apparenza priva d’importanza: ho ceduto. 
Di fronte alla colata lavica dei libri in continuo aumento e del progressivo restringersi degli spazi dove stivarli, ieri mi sono comprata l’ebook-reader. 
Sarà dura abituarsi, ma dopo anni di resistenza adamantina, ho dovuto arrendermi. Non posso partire con sei quintali di libri caricati in camper ogni volta che lo mettiamo in moto e non ha senso continuare ad accumulare carta in casa. La soluzione testi in prestito dalla biblioteca è naufragata miseramente: se leggere un libro è un’esperienza sensoriale quasi mistica, farlo con la sovracoperta in plastica regala una sensazione deprimente. 
Per non parlare dell’olfatto: tanto inebriante è fiutare un libro nuovo, tanto agghiacciante è il sentore che talvolta si leva dalle pagine dei libri provenienti dai pubblici scaffali.
Il dado è tratto: ho già acquistato un libro, tre me ne hanno regalati, e quindi… Via alla lettura in fotocopia. Vi racconterò le mie impressioni. 

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