Come quando si parla di bambini...

... anche quando l'argomento sono gli anziani si tende a dividersi in fazioni.
Ciò capita perché sempre di accudimento si tratta. E quando ci tirano in ballo sui nostri doveri di cura, noi donne ci sentiamo subito sul banco degli imputati.
Asilo nido sì, asilo nido no; bimbo in camera con i genitori, culla in separata sede; lascio l'anziano a casa sua o lo trasferisco da me; badante sì, badante no, quando piegarsi all'RSA?
Unico denominatore comune a tutte le alternative appena squadernate, il senso di colpa latente che si trascinano appresso. Tutte.
Abbiamo una tal paura di sbagliare da non sopportare nemmeno di discuterne, di certi argomenti.
Già, perché la verità è una sola: quale sia la scelta che facciamo, essa comporterà inevitabilmente qualche lato negativo.
E ogni lato negativo che causerai sarà usato contro di te in tribunale. Certezza, non ipotesi, poiché purtroppo il tribunale degli sputasentenze non chiude mai i battenti.
L'assise della critica impietosa, lo scranno del giudizio azzardato, l'alto collegio degli onniscienti, quelli che sanno sempre cos'è giusto fare. Specie se a dover fare sono gli altri.
Ne avessi mai incontrato uno, di questi soloni, che si sia messo in discussione una volta. Uno che fosse stato sfiorato dal dubbio che esistano più strade per raggiungere la stessa meta.
Nulla da fare: quella è gente che vive con l'indice puntato contro gli altri. Un'attività assai impegnativa, tanto da impedir loro di esercitarsi un po' nello stretching della mente: l'autocritica.
Dunque, miei cari, io la vedo così: dimentichiamo la rigidità di chi si permette sentenze facili e prendiamo le cose come ci arrivano.
Ognuno di noi ha una sua storia personale, necessità peculiari e difficoltà specifiche. La soluzione ai problemi di accudimento dei più deboli (siano anziani, piccini o disabili) non può essere la stessa per tutti. E una volta compiuta la nostra scelta, sottoponiamola solo alla prova dei fatti. Altri tipi di indagine lasciamoli ai tribunali dell'Inquisizione: non siamo streghe.
Siamo solo povere donne sandwich, schiacciate tra le esigenze lavorative e quelle dei nostri cari. Cerchiamo di barcamenarci alla meno peggio, affidandoci alla professionalità altrui dove lo riteniamo opportuno. Senza consegne chiavi in mano, a occhi chiusi per evitare di vedere cose scomode, ma evitando anche il sospetto preventivo e la sfiducia a prescindere.
Al mondo c'è anche brava gente, capace di fare bene quanto noi ciò che noi non riusciamo proprio a far da sole. E spesso con supporti pratici e logistici che a casa ci sogniamo.
Se a guidarci è un affetto sincero, i nostri bambini (di nove mesi o novant'anni) se ne sentiranno comunque avvolti e protetti.  Quale che sia la nostra scelta sul piano pratico. 

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