Violenze morali


Ieri mi trovavo all’ospedale, dove ho assistito a una scena che mi ha spezzato il cuore. Oltre a farmi sentire completamente impotente, purtroppo.

Una povera signora anziana, in carrozzella, era in attesa del suo turno di fronte a un ambulatorio. Chiaramente poco lucida, si guardava attorno smarrita, mentre l’operatore delle Croce Bianca che l’accompagnava l’apostrofava in malo modo: “Insomma, ho altre cose da fare! Mica posso stare qui a perdere tempo per te… Potevano mica venire tuo figlio o tua nuora?”

La poverina fissava il pavimento con aria incerta, sfiorava gli astanti con lo sguardo, senza però guardarci mai negli occhi, per poi  chiedergli con un filo di voce: “Abita tanto lontano da qui? Fa a tempo a tornare a casa a mangiare…?”

Il kapò, gonfiando il petto ed esibendo un’aria arcigna e indignata:  “Devo portare i dializzati a casa, altro che mangiare! E mi tocca stare qui con te perché i tuoi parenti non si sono fatti vedere!”

Molto compreso dell’importanza del suo ruolo come trasportatore di ammalati, tronfio e palesemente egoriferito, se la prendeva con lei perché era abbandonata a se stessa. Una roba che mi ha fatto ribollire il sangue. Non sono intervenuta a male parole solo perché capivo che a pagare sarebbe stata lei, dopo. Con i prepotenti è sempre così: ti legano le mani perché usano il potere che hanno contro gli indifesi.

L’inverecondo siparietto è continuato:  “Ma… qui cosa mi fanno? Mi devo spogliare?”

Infastidito, le vomita addosso un: “Ti devono visitare! Se non vuoi spogliarti sono affari tuoi. A me non interessa.”

Per fortuna, proprio in quel momento una gentilissima infermiera è uscita dall’ambulatorio e ha raccolto la povera vecchina, trattandola con affettuosa dolcezza. Il caimano è entrato con loro, marciando col piglio di un ufficiale delle SS. Dopo qualche tempo, sono usciti dall’ambulatorio e il simpaticone è partito di gran carriera, guidando la carrozzella in mezzo alla gente che nemmeno Schumi. Spero che, una volta riportata a casa, alla poverina qualcuno abbia dato un boccone da mangiare. Non mi sembrava in grado di preparasi da sola nemmeno un the.

Ora: in linea di principio, l’uomo aveva ragione. Non esiste che un operatore (volontario, tra parentesi) debba fare anche la parte dei parenti che non ci sono. Però… ci si può rivalere in quel modo contro un’anziana fragile e confusa? Non basta la crudeltà dell’abbandono (anche se uno ha imprescindibili impegni lavorativi, deve comunque occuparsi di fornire ai genitori la necessaria assistenza): aggiungiamoci anche l’umiliazione dei rimproveri in mezzo alla folla. Per tacere di quel modo di apostrofarla con il tu, mentre lei rispondeva usando sempre un rispettoso lei. Giuro che, se potessi risalire all’identità di quel figuro, lo farei espellere dalla Croce Bianca. Un tipo del genere getta il fango su un’istituzione carica di meriti e indispensabile alla collettività. Se hai il cuore di pietra e i nervi a fior di pelle, non fare il volontario. Iscriviti in palestra e fai un po’ di boxe, che così sfoghi l’aggressività repressa e non brutalizzi gli anziani ammalati.

Vergogna!





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