Frequento troppo l'ospedale



Sono diventata la coordinatrice sanitaria di Casa per Caso e dintorni. Almeno non potrò più dire che la mia laurea è sprecata…
In questo periodo mi sono resa conto di quanto difficile possa essere per un anziano raccapezzarsi tra impegnative, ricette, medici, esami e visite di controllo. Ci vuole proprio una persona che abbia il tempo di coordinare il tutto, altrimenti si corre il rischio che il poverino perda il bandolo della matassa. E ho capito altresì come sia possibile che certi pazienti multitrattati muoiano di farmaci: per tenere sotto controllo l’afflusso di pastiglie verso alcuni di loro ci vorrebbe un vigile. E invece troppo spesso si arrangiano da soli, anche quando vigili non lo sono più. Non abbastanza, almeno.
Se poi penso che questo capita qui, dove abbiamo uno dei migliori Servizi Sanitari del mondo, davvero mi prende l’angoscia.
Sarà che ho una tendenza quasi malata all’organizzazione teutonica di ogni aspetto della mia vita, sarà che mi sono capitati talmente tanti imprevisti nella vita da considerare ormai l’eccezionalità una norma, fatto sta che il calendario del mio telefonino in questi giorni sta facendo le straordinarie. Lo scopo è fissare un piano sanitario globale che funzioni da solo, così da tornare proprietaria di una parte del mio tempo. Odio dover programmare ogni cretinata con giorni d'anticipo, manco stessi dirigendo un aeroporto internazionale.
Confido che questo periodo d’inferno, durante il quale Mpc può essere avvistata oggi nel corridoio della scuola del gaglioffo, domani in un’aula di quella della Miss - mentre poche ore prima era ferma in coda in ospedale o seduta all’interno di un ambulatorio -  finisca presto.
E bene, vorrei aggiungere: motivi di privacy m’impediscono di scendere nei dettagli, ma pare chiaro che c’è qualcuno che non è in perfetta forma. Non vedo l’ora che guarisca.
Comunque sia, notizie che mi giungono da altri nosocomi m’inducono a una riflessione:  le malattie capitano a sorpresa, questo è un fatto.
Tuttavia, è un fatto anche questo: gli anziani sono i più soggetti a guai di questo genere. E’ così difficile organizzarsi preventivamente per una simile eventualità?
A quanto vedo, molti di loro vivono come fossero immortali e non soggetti alle ingiurie del tempo; peggio, chi li affianca ed è giovane ne succhia tutte le energie (e spesso non solo fisiche, ahimè), senza preoccuparsi di creare una rete di sicurezza qualora l’invincibile finisca piegato da qualche accidente.
Non sopporto gli scaramantici. Quelli che dicono: “Ma che vuoi che succeda? Non chiamar disgrazie!” ogni volta che qualcuno prospetta la possibilità che un novantenne, per esempio, domani non possa più arrangiarsi da solo.
Che poi quando succede davvero gli ottimisti oltranzisti si strappano i capelli dalla testa, invocando un qualche deus ex machina che risolva i guai creati da loro stessi. Tipo la difficoltà di trovare assistenza adeguata oppure un posto dove ricoverare un anziano non più autosufficiente, tanto per dire. A certe cose è decisamente meglio pensare prima, altrimenti è un bagno di sangue. Anzi, quasi quasi faccio un paio di telefonate: Jurassico e io stiamo cavalcando verso la terza età. Meglio non farsi cogliere impreparati!

Quanto alla componente giovanile di Casa per Caso, la situazione è sorprendentemente positiva. Il gaglioffo, in particolar modo, sembra essersi avviato su un cammino di redenzione che non conosce tentennamenti. Non faccio che raccogliere opinioni positive: migliorato, maturato, molto più serio e impegnato. Un alunno modello. Ogni tanto, lo confesso, mi do un pizzicotto, dicendo: Quando mi sveglio? Non può essere vero!
A quanto pare, invece, è tutto vero. Il guaio è che lo sa anche lui. Così, mi tocca sentirlo declamare: “Il figlio prodigio si avvia a scuola, pronto a raccogliere altri allori…”
Provocatore. Dopo avermi fatto sputare sangue per otto anni, adesso mi sfotte pure. Sarà pure maturato, ma rimane sempre un impunito.

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