L'amore è cieco



“Amore dove sei?”
“In cucina di sopra…”
“Io vado a lavorare. Ciao!”
“Aspetta che ti vengo a salutare.”
Scendo le scale mentre lui mi fissa con aria tenera.
“Ciao, splendida!” e mi da un bacio. Poi esce e se ne va in ospedale, fino a ora da destinarsi.
Qualche cenno sul mio aspetto: vestagliona in pile blu notte, ciabatte in fase di pre-sfondamento, zero trucco sulla faccia, capello inguardabile (la tendenza all’ammutinamento è diventata rivolta conclamata. Ultimamente mi alzo sempre con la testa della Gorgone). Il tocco di raffinatezza è dato dai due sacchetti di umido che stringo tra le mani. Uno a destra e l’altro a sinistra, per par condicio.
Gli occhiali nuovi di mio marito non funzionano come dovrebbero, è evidente. Per mia immensa fortuna, aggiungerei…


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