Autostima cercasi. Disperatamente.

La disinvoltura è tutto, a questo mondo. Se sei disinvolta, ti porti in giro sportivamente rughe invadenti, sovrappeso incipiente, cellulite incalzante e, per finire, tintarella modello mozzarella.
L’importante è non dare peso a queste cose: così, le noteranno meno anche gli altri.
Almeno, questo è il mantra che mi ripeto ogni mattina, sperando di ritrovare un po’ della mia autostima smarrita.
La decenza, però, quella almeno andrebbe salvaguardata: non dico di girare sempre tutta in tiro, ma un minimo sindacale di accuratezza nel vestire sarebbe d’obbligo.
La mission, dunque, mi è chiara: un po’ meno come riuscire a realizzarla.
Ieri sono riuscita, nell’ordine, a: mettere la maglietta a rovescio, circolando con un grazioso fiocchetto di raso bianco posizionato sulla scapola sinistra. Se ne saranno accorti tutti, di sicuro.
Inforcare con mossa disinvolta gli occhiali da sole, pizzicandoci dentro uno scontrino fiscale, facendolo a brani.
Un frammento dello stesso è rimasto incastrato tra le stanghette, spiccando col suo candore sul nero della montatura. Peccato me ne sia accorta solo quando, mezz’ora e un paio di soste dopo, ho tolto gli occhiali dal naso… Mi avranno presa per una taccheggiatrice.
Infine, la caduta accidentale: sono molte le cose che si possono capire, sulla base di quello che una donna custodisce nella sua borsetta. Quando un oggetto ne sfugge fuori, può diventare rivelatorio circa il suo stile di vita.
Ieri mi è accaduto appunto questo: in piscina, dalla mia borsa è caduta una cosa. Tanto per cominciare, mi è finita sulla testa, rimbalzando poi per terra, in mezzo allo spogliatoio: e già questo sarebbe stato imbarazzante quanto basta.
Ciò che mi ha ammazzato, però, è stata la natura dell’oggetto sfuggito al mio controllo: una molletta per il bucato. Una molletta di plastica, di un giallo sfacciato.
A questo punto, mi faccio stampare desperate housewife anche sui biglietti da visita. La bubbola che io sia una signora mi sa che non se la beve più nessuno.

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