Sola con il gatto


Fuori c’è il sole, ma Corradino ha preferito approfittare della sua cesta in cucina: acciambellato sotto il caminetto, lancia qualche occhiata alla padrona, impegnata a ticchettare alla tastiera.
Il pane è nel forno a lievitare, Jurassico è a letto a recuperare il turno natalizio, i ragazzi sono distribuiti ai vari PC, nelle loro camere.
Mpc, circondata da piatti sporchi e bottiglie vuote, attende la fine del ciclo della lavastoviglie, meditando sulla fine di un ciclo. L’ennesimo della sua vita.
Il gaglioffo è partito.
Ha preso il suo primo aereo ed è partito per andare in vacanza da solo: il primo capodanno fuori casa, la prima volta da solo in una grande città, la prima volta a casa di amici.
Mamma anatra ha accompagnato il suo nidiaceo con la lacrima in canna, osservandolo mesta mentre infilava il tunnel d’imbarco: il suddetto nidiaceo, viceversa, l’ha gelata con un “Mamma, sono più alto e più grosso di te: piantala di comportarti come se avessi due anni!!!”
Non paga, la nostra ha seguito con occhio umido le mosse di un aeromobile targato Alitalia, sorvegliando che il pilota si comportasse a dovere. A fine manovra, il gaglioffo era già in volo, partito da chissà quale pista: la stordita di mamma anatra aveva concentrato la sua attenzione (e i suoi scongiuri) sulla manovra di parcheggio di un aereo di ignota provenienza.
Disorientata quanto patetica, al solito.
Dopo il trasferimento della zia, recatasi a trascorrere le feste presso sua sorella, e quello del più giovane della banda dei quattro, la Stamberga è immersa in un innaturale silenzio.
Dopo le feste, la confusione, il chiasso e l’euforia di questi ultimi giorni (l’imminente partenza rendeva l’atmosfera frizzante) tutta questa quiete mi mette una sottile tristezza.
Mi ci vorranno un paio di giorni per abituarmici: poi, non appena mi sarò adattata a questo stato di pace, e inizierò a godermelo sul serio, quello tornerà. Più tellurico che mai, con un improbabile accento romano d’importazione e mille cose da raccontarmi: e sarà di nuovo il delirio.
Mhm.
Meno male che una settimana passa presto: in realtà, non vedo l’ora. Soffro di una certa dipendenza da gaglioffo, lo ammetto: sarà una croce, ma mi riempie la vita. E me la fa vedere in technicolor.

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