Diciassette anni, ieri

Un altro anno. Un altro anno assieme.
Mesi e mesi, affastellati gli uni sugli altri, sino a formare una montagna: una montagna di momenti vissuti uno a fianco all’altra, di esperienze comuni, di progetti condivisi.
Progetti ambiziosi: a volte realizzati, altre purtroppo solo sognati.
Anni di lavori in corso, debiti schiaccianti, calze smagliate e auto ammaccate.
Anni di lavoro e di fatica, spesi alla conquista di una serenità sin troppo spesso insidiata dai tentacoli del mondo esterno.
Anni di pianti celati nel buio, per lasciar spazio a sorrisi confortanti; anni di grandi sofferenze da superare e di gioia di vivere da coltivare.
Una gioia di vivere fragile come una piantina appena nata, preziosa come un neonato. Una gioia di vivere da nutrire, aiutare a crescere e proteggere ad ogni costo.
Anni di speranze deluse alternate a obiettivi raggiunti, di rinunce difficili e soddisfazioni impagabili.
Anni di figli, figli, figli.  
Figli sempre, figli tanti, figli sin dal primo giorno: a incalzarci, cannibalizzare il nostro tempo e prosciugare le nostre energie.
Figli urlanti, dilaganti, imprevedibili e adorabili.
Figli che ti levano la vita, ma per i quali vale la pena di vivere. Figli con i quali combattere, figli per i quali combattere. Figli da seguire, guidare e talvolta da lasciar andare.  Anche e soprattutto a schiantarsi: così da far loro capire che la vita, ahimè, non fornisce gli air bag.
Anni di amore: profondo, sincero, limpido. Un amore inossidabile, rimasto intatto nonostante tutto.
Un amore immortale, fra due comuni mortali: a dimostrare che i miracoli esistono. Eccome, se esistono.
Auguri, Jurassico!


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