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Questi stranieri...

Scena: locale ipermercato, un pomeriggio di inizio autunno. Di fronte a me, incede caracollando sullo zatterone un prodotto locale, bionda di bottiglia, vestita come una ventenne, trentacinque-quarant'anni. Ex bella de casa, attualmente sciupatella per uso e abuso di ultravioletto selvaggio e, a occhio e croce, pure di fumo di sigaretta.  La nostra rumina a bocca sempiaperta una gomma, spingendo un carrello quasi interamente occupato da una ragazzina di otto anni circa, piegata come un origami, con la medesima espressione nauseata dalla vita esibita dalla madre. Non comprendo se sia genetica o imitazione, ma sviluppo un senso di ripulsa immediato per entrambe, anche perché 'sta storia della scarpe dei bambini sul fondo dei carrelli è quanto di più antigenico si possa concepire. Ma 'sti ragazzini non sanno camminare? Li trasportano con i carrozzini fin sull'uscio delle elementari, poi al super li caricano nei carrelli manco fossero disabili. Si stancano troppo a segui...