Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Qui crolla tutto

Figlio studioso al lavoro.  Abito: vestaglia da camera, maglia sbrindellata, calzoni tuta vecchia. "Così non ho la tentazione di uscire" Ausili tecnici per l'aumento della produttività: gatto in braccio.  "Così schematizzo per iscritto e non mi posso muovere."  Alimentazione: quello che gli propino io. In caso di mia assenza, cracker, forse qualche pastasciutta, caffè.  Caffè, caffè, caffè.  "Mamma, sono dopato. Adesso studio il tasso marginale di sostituzione, ecc, ecc, ecc." Alle 13.30, con il pranzo ancora a metà dell'esofago.  Rapporti affettivi: in sospeso. Al risveglio, nessun contatto umano. In caso di incontro fortuito con lo zombi, è fatto obbligo ai residenti di ignorarlo. Prima del caffè, non è ammesso nemmeno un saluto.  In seguito, è gradita la presenza come cavia, in caso il soggetto voglia testare le proprie capacità espositivo-affabulatorie.  Si concede l'ingresso nell'antro solo per la raccolta diff

Cos'hai fatto oggi?

La risposta è semplice: niente.  Per una che ha lavorato come un mulo per un quarto di secolo, cercando di quadrare l'impossibile cerchio casa-lavoro, fare quello che faccio adesso è niente.  Però.  Però una cosa c'è da dire: non è niente, però conta molto. Quasi troppo, per i miei gusti.  Se lo fai bene, 'sto niente, conta molto. E guardandoti dentro - e dietro - ti rendi conto che è la cosa che conta di più, di tutto quello che hai fatto finora.   Organizzi, supporti, conforti, conversi, osservi, ti riservi, motivi e consoli. Ti prendi cura di loro con cuore, lavatrice, fornelli e cervello. Un sacco di cervello. Perché se sbagli a usare quello, sei fritta sul serio. E soprattutto sono fritti loro.  Loro, che anche grazie a te possono soffrire, combattere e vincere, senza doversi preoccupare d'altro. Loro, che si possono costruire un futuro perché tu hai rinunciato a un pezzo del tuo. Loro, che capiscono quanto ti costa, questo semplice "niente"