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Visualizzazione dei post da 2018

Le valigie in ingresso

Tre settimane. Sembravano un'eternità, rispetto alle toccate e fughe degli anni precedenti.  E invece si sono polverizzate, tra spese gigantesche, lavatrici scatenate, bagni follemente incasinati e padelle straripanti mane e sera. Caminetto acceso e caldarroste, riunioni di famiglia e accese discussioni, racconti del terrore e ciclopiche risate.  Ora come un tempo, tante teste attorno a un tavolo, a parlare del presente, ricordare sghignazzando il passato, progettare seri seri il futuro. Confrontandosi con chi il futuro lo sta vivendo ora. Adesso, ma non qui. Oppure qui, ma non sempre. Anzi, molto più là che qui. Che quando là significa Milano, scatta la tassa di soggiorno: si chiamano i fratelli "piccoli" a raccolta, e si mette mano al portafoglio.  Vuoi mettere, farsi pagare la cena dal fratellone? Certe soddisfazioni non hanno prezzo. Per tutto il resto, c'è Mastercard. Di Davide. I sorrisi felici nel rivedersi.  I battibecchi per il bordello, la c

Una madre da dimenticare

"E allora, com'è andata da Teresa?" "Bene, benissimo... Beh, io ero sempre in facoltà, loro fuori, ci vedevamo la sera. Ci tenevo a cenare con loro. Le facevo sbregare dal ridere, che gli raccontavo del degrado in residenza. Le cene a lume di candela, perché ci staccavano la luce, il ghiaccio sui vetri e i pinguini nel bagno..." "Mi ha detto, sì, che si sono dispiaciute quando sei andato via..." "TACI, tu. Che vergogna! Mi sono trovato in mezzo ai suoi amici, per una festicciola... A parte che giravo con due bicchieri di vino, uno per colore, così mi sono (s)qualificato subito. Poi dovevo spiegare come mai ero finito a casa sua. Mentre raccontavo, tutti ridevano. E poi qualcuno fa: - Lui è il figlio di Mamma per Caso! - Oh, pazzesco! Mi conoscevano tutti!!! E tutti a chiedermi sei il grande? E io no, il piccolo.. Roba da matti.  L'ho detto a tutti: quella lì è fuori, mica le dovete badare... " Questa non me l'aveva raccontata

Sei mesi in un post

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Vacanza d'agosto ❤ Rientro a settembre. Gaglioffo e Miss sotto esame: Dopo la sessione estiva, piu comunemente detta sessione di merda: Stare accanto ai tuoi figli per una vita intera (la loro). Sfidare l'impopolarità con i no, pronunciare sorridendo alcuni difficili sì, anche se ti spezzano il cuore. Lasciarli andare senza un lamento, sopportando il vuoto e il silenzio che si lasciano dietro, ma rimanere sempre lì, per loro, ogni volta che desiderano tornare. Fare tappezzeria nella loro esistenza, ma diventare protagonista, quando serve un supporto, una mano, un'iniezione di fiducia. Ridere di te stessa con loro, nascondendo tutte le lacrime che versi quando nessuno ti vede. E capire d'improvviso che sanno. Sanno chi sei, ciò che fai, come lo fai e per chi. Capire che ti amano, ti apprezzano e sono tutti accanto a te. Un circolo magico d'amore che ti rende tutto ciò che hai regalato, per anni, senza farti notare né aspettarti qualcosa in

Mamma supporter

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Ieri sera... Stamattina. La presenza, a distanza.  Fare il genitore è una forma d'arte. 😎

La sigla di Peppa Pig

Ok. Lo sono stata anch'io. Una donna childfree, intendo. Convinta di non essere tagliata nemmeno per la vita a due, figuriamoci cosa potevo pensare di maternità e dintorni.  Ergo, sono profondamente solidale con chi decide di non riprodursi, e s'infastidisce con chi gli fa pesare la sua scelta.  A vedere la qualità dei genitori che si aggirano per le scuole, tra l'altro, vien spontaneo pensare che dovrebbero imporre almeno un patentino, a chi manifesta velleità genitoriali. 'Sta storia che, per il semplice fatto di possedere un apparato riproduttivo, un figlio lo può fare chiunque è una grande ingiustizia. Nei confronti del prodotto del concepimento, il quale non di rado si trova a fare i conti con una coppia genitoriale da dimenticare.  Pertanto, sono la prima a sollevare il sopracciglio di fronte alle pretese di superiorità degli oltranzisti della riproduzione. Con calma, ragazzi.  Mamme non si nasce, si diventa. E vi garantisco che la fase gestatoria non c&#

Diventa inutile (?)

Fantastico. Dopo averci fatto sentire inadeguate, madri a metà e genitrici snaturare perché non vivevamo incollate ai nostri figli, non gli facevamo la cartella e non supervisionavamo i compiti a casa, ora - a cinquant'anni suonati, a quelle è indirizzato il messaggio del maitre a penser di turno - ci dicono che per essere brave mamme dobbiamo diventare inutili. Smettere di proteggerli, lasciarli sbagliare, farli prendere le loro decisioni in autonomia, senza soffocarli con le nostre paure. E questo lo dovremmo fare ORA? Signori miei, questa è una partita che, semmai, è già stata giocata. Come, lo dice quel che i nostri ragazzi sono diventati. Se sono o non sono bamboccioni, dipende da quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Da qui in poi, quel che abbiamo seminato, raccoglieremo. Adesso, semmai, dobbiamo cominciare a pensare a noi stesse. Genitori vecchi e nipoti nuovi permettendo.  Noi che vediamo i nostri ex-nidiacei prendere il volo, e non ci facciamo prendere dalla s

Festa della mamma

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Ok, la festa della mamma si avvicina.  E con essa mi lambisce l'onda lunga della retorica di un Paese che idealizza la figura materna, senza sapere niente di quello che significa davvero, essere mamma. Essere una non conventional  mother, per esempio, ed esserlo ai tempi della Rete. Conversazioni con tuo figlio che vive a 10.000 km da te, scambiandosi note vocali su Whapp, a volte in differita, qualche - rarissima - volta in tempo reale. Perché con 'sta storia del fuso una telefonata diventa difficile, ma parlare è meglio di scrivere. Così senti la sua voce, e per qualche istante ti sembra di averlo lì, accanto a te. Ma siccome lo ami da morire, te la fai andare bene anche così. Lasciando l'ultimo messaggio a galleggiare sulle onde del web, perché lui nel frattempo si è disconnesso, riagganciato dell'ennesima urgenza della sua lanciatissima vita. Foto a raffica da Roma, dove tuo figlio informatico si sta occupando di un'azienda così grossa che non ve la nomino n

Le regole del genitore imperfetto

Questo post me l'ha ispirato il commento di una mia amica su feisbuc. Lei mi suggeriva di scrivere un manuale d'istruzioni per l'uso dei figli, ma io sono convinta che meno di due paginette siano più che sufficienti per mettere giù le mie regole auree.  In un mondo nel quale tutti sembrano avere la verità in tasca, e meno uno ne sa, più pontifica, la mia qualifica di madre disperata mi sembra la più indicata, per indicare la via a chi volesse seguirmi. Tra imperfetti ci si comprende. Già, perché per crescere decentemente un figlio non è necessario essere bravi, bensì essere bravi a gestire gli errori. Capito questo, sarà tutta una strada in discesa.  1)       Abbiate il coraggio dei vostri sbagli. Negarli non li cancellerebbe, né li renderebbe meno gravi. Siamo umani, impreparati, emotivamente coinvolti e inesperti. Come potremmo non sbagliare? Piuttosto, concentratevi su come porre rimedio agli svarioni, presto e meglio che potete. Sbagliando s’impara. Tutti, ge

Cascare in piedi. Sempre.

Marzo è mese molto intenso, a Casa per Caso. I compleanni - quattro- iniziano da fine febbraio. Il mio forno fa gli straordinari, anche perché, oltre alla mia già non trascurabile famiglia, devo far dolci anche per tutto il reparto dell'amato bene.  Si giunge così all'agognato fine mese, che con quello della befana tutti i compleanni porta via.  E che mi combina il Jurassico, che non parla d'altro da una settimana?  Si scorda di farmi gli auguri. Dopo circa mezz'ora dal risveglio, glielo faccio notare con un sorrisetto.  Si alza di scatto, scusandosi, mi abbraccia, mi bacia e sussurra: "È successo perché per me è la tua festa tutti i giorni. E io voglio che tu ti senta la festeggiata ogni giorno." L'ho preso in giro per la manovra spericolata attuata per evitare il disastro.  Però poi ho dovuto sorridere. Perché è proprio vero ciò che ha detto.  Tanti auguri a me! 

Siamo una squadra fortissimi

Perché noi mamme in famiglia siamo l'AD, il tesoriere e pure il collegio dei probiviri. Anche se siamo una, e pure donna. Perché noi esercitiamo potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Siamo il massimo rappresentante della diplomazia, dentro e fuori dal nucleo, e manteniamo i contatti con tutti, scongiurando conflitti, favorendo la distensione, spezzando le alleanze pericolose trasformandole in  una cooperazione virtuosa, a favore di tutti. Ci sembra di essere l'Alfa e l'Omega, il fulcro, la testata d'angolo. E te lo dicono pure, giusto per farti stare tranquilla: se manchi tu, qui crolla tutto. Poi il marito ti inoltra il messaggio che ha mandato al figlio "piccolo" la mattina del suo primo orale all'università. E tu capisci che senza di lui, nulla funzionerebbe a dovere. Che se niente crolla, è perché c'è lui che puntella. Tutti, te inclusa. Perché il motore può essere potente finché vuoi, ma senza benzina non cammina. A un figli

Voglio il divorzio

Sto rientrando dal fine settimana più agghiacciante mai vissuto prima d'ora. Nel senso letterale del temine.  Contrariamente a quanto in precedenza deciso, Jurassico decide di andare in montagna. Sabato all'una, così, senza preavviso. Supportato in questo dai due figli di confine (il maggiore e il minore), occasionalmente assieme e accomunati dalla voglia di mandarci fuori dai piedi.  Oppormi alla ferma volontà della triplice alleanza risulta impossibile. Inutili le mie flebili proteste - ci sono 5 gradi in quella casa! - alle quali il gaglioffo oppone una risata - vi riscalderà il vostro amore... - per cui, niente, partiamo. Digiuni - tanto ieri sera abbiamo mangiato fino all'una passata...  - con quattro avanzi raccolti al volo per i pasti successivi, tre yogurt e un litro di latte.  All'arrivo, siamo accolti da un lastrone di ghiaccio sulla soglia e i previsti cinque gradi. Una roba da restare stecchiti già in ingresso. Il nostro scarica l'auto con entusiasmo

Qui crolla tutto

Figlio studioso al lavoro.  Abito: vestaglia da camera, maglia sbrindellata, calzoni tuta vecchia. "Così non ho la tentazione di uscire" Ausili tecnici per l'aumento della produttività: gatto in braccio.  "Così schematizzo per iscritto e non mi posso muovere."  Alimentazione: quello che gli propino io. In caso di mia assenza, cracker, forse qualche pastasciutta, caffè.  Caffè, caffè, caffè.  "Mamma, sono dopato. Adesso studio il tasso marginale di sostituzione, ecc, ecc, ecc." Alle 13.30, con il pranzo ancora a metà dell'esofago.  Rapporti affettivi: in sospeso. Al risveglio, nessun contatto umano. In caso di incontro fortuito con lo zombi, è fatto obbligo ai residenti di ignorarlo. Prima del caffè, non è ammesso nemmeno un saluto.  In seguito, è gradita la presenza come cavia, in caso il soggetto voglia testare le proprie capacità espositivo-affabulatorie.  Si concede l'ingresso nell'antro solo per la raccolta diff

Cos'hai fatto oggi?

La risposta è semplice: niente.  Per una che ha lavorato come un mulo per un quarto di secolo, cercando di quadrare l'impossibile cerchio casa-lavoro, fare quello che faccio adesso è niente.  Però.  Però una cosa c'è da dire: non è niente, però conta molto. Quasi troppo, per i miei gusti.  Se lo fai bene, 'sto niente, conta molto. E guardandoti dentro - e dietro - ti rendi conto che è la cosa che conta di più, di tutto quello che hai fatto finora.   Organizzi, supporti, conforti, conversi, osservi, ti riservi, motivi e consoli. Ti prendi cura di loro con cuore, lavatrice, fornelli e cervello. Un sacco di cervello. Perché se sbagli a usare quello, sei fritta sul serio. E soprattutto sono fritti loro.  Loro, che anche grazie a te possono soffrire, combattere e vincere, senza doversi preoccupare d'altro. Loro, che si possono costruire un futuro perché tu hai rinunciato a un pezzo del tuo. Loro, che capiscono quanto ti costa, questo semplice "niente"