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Visualizzazione dei post da 2020

La dieta va a rilento

"Amore ti ho gonfiato le ruote della bici..." Ma vedi un po' tu. La prima volta in un quarto di secolo che fa una roba del genere. Se continua a comportarsi così, attento, sollecito, affettuoso al punto da prevenire i miei bisogni, ci faccio la firma. Qualche giorno di delirio, nervi a fior di pelle e più capricci di tutti i suoi figli messi assieme, in tutti gli anni che stiamo assieme... seguiti da settimane e settimane di paradiso. Il gioco vale la candela, è deciso. Adesso vado dalla Vale e le chiedo di stilarmi un contrattino, va'. "Grazie, tesoro! Vado in centro... ci vediamo dopo!" Parto, arzilla ed entusiasta, sfrecciando tra voragini nel suolo e cantieri che sfidano i cieli. In questi giorni torridi Casteo ferve di attività che manco un alveare poco prima del volo nuziale.  Transito spavalda in contromano, chiedendomi se mi multerebbe, un vigile che mi vedesse... quando una fucilata squarcia l'aria. Un botto che mi sbalza quasi dalla s

Una famiglia tradizionale (???)

Mi domando: sono mamma non biologica dei figli di un'altra donna, e madre biologica del fratello di questi figli. Il padre di tutti i miei figli è stato marito di un'altra donna, io sono sono stata una mamma prima di essere una moglie. La nostra famiglia è stata letteralmente bersagliata dalla malevolenza altrui, dalle accuse più aberranti, le illazioni più insultanti, le interferenze più irritanti. Senza contare i veri e propri tentativi di sabotaggio, i rifiuti, le cattiverie gratuite e le calunnie più fantasiose. Eppure, a rigore, mio marito ed io siamo un uomo e una donna innamorati, sposati davanti a Dio, la nostra unione è stata "benedetta" dalla nascita di un figlio. Più tradizionale di così si muore.  Ma c'è sempre chi si crede più famiglia di te. Più marito di te. Più moglie di te. Più genitore di te. Perché lui è meglio di te. Ma se siete così perfetti, inarrivabili, favolosi, che vi frega di come vivono gli altri? Che minaccia sarebbe al vo

Maschile e femminile

La femminilità non passa attraverso un tacco a spillo, una scollatura generosa, uno specchio che ti lusinga con l'immagine che riflette o l'espressione ammirata degli uomini che ti seguono con lo sguardo.  Una persona, femmina o maschio che sia, deve stare bene con sé stessa, piacersi, sentirsi a proprio agio nel proprio corpo e con ciò che fa, con o senza l'approvazione altrui.  Per questo deve poter fare tutto ciò che serve per ottenere questo stato di confort, senza essere giudicata per le proprie scelte. In nessun campo. Nessuno!  Ai miei figli non ho insegnato "cose da maschi" e "cose da femmine". Ho cercato di insegnare loro il rispetto per se stessi e quello per gli altri. Ho cercato d'insegnare loro a vivere, ad essere autonomi, a bastare a se stessi. Poi, c'è chi cucina da dio e chi odia pentole e fornelli, chi si aggiusta le sopracciglia e chi vaga per la casa con magliette e mutande bucate. C'è chi pulisce fino a far

L'infezione virale peggiore

Le crisi isteriche descritte sui social. Gente che, in fila al super, si fa venire le convulsioni dalla rabbia per una manovra col carrello, fraintesa. Una farmacista colpita da una secchiata d'acqua, mentre andava al lavoro in bici. Le mamme insultate dalle finestre, mentre fanno quattro - quattro, di numero - passi sotto casa, con il bambino. Per tacere dei runner, i primi a restare vittime di questo clima da caccia alle streghe. Perché la verità è questa: per l'italiano (Minuscolo, sì. Come lui) rancoroso, le regole esistono solo per gli altri. Chiuso in casa, costretto per la prima volta a fare come tutti, se vede qualcuno di "privilegiato", o che - in qualche modo - crede sia riuscito ad aggirare i divieti, vede rosso. E come un toro infuriato, incorna. Non per la rabbia della presunta infrazione. E nemmeno per un'esagerata paura. Quella è invidia. La verde, squallida, accecante invidia di non esserci riuscito lui, a farla in barba alla legge. L'

Andrà tutto bene

Il Gaglioffo scende, cinto di un asciugamano ai fianchi, declamando: "Ammmooore..." "Mhm?" "Una mutanda...? Un calzino, anche bucato...? O devo restare così,  Egyptian stile? No, perché i miei cassetti sono vuoti! Totalmente e desolatamente..." "Ah, sì,  'spetta... Non ho piegato il bucato, ancora!" Mi precipito a prendere la  cesta, posandola sul tavolo della cucina. "Qua, ecco. Mi bastano tre esemplari, tranquilla. Poi fai tutto con calma." Recupera il necessario, infila la scala, sempre drappeggiato come Tutankhamon, brontolando: "Tutto a Milano, por@%¥@£"*#"*$. Finirà, %&@¥@$£"&#, anche 'sta quarantena!" Resilienza in atto, a Casa per Caso.

Compleanno in cattività

Antefatto: da quando l’inesorabile avanzata del tempo mi ha regalato, oltre alle rughe e un esagerato numero di chili di troppo, un’insonnia incompatibile con quella dell’amato bene, le nostre camere si sono separate. Il nostro eroe ha preso cuscini e tablet, trasferendosi in pianta stabile nella camera dei figli maggiori. La sottoscritta è rimasta unica titolare della camera padronale, dotata di bagno, antibagno, e – soprattutto – separata dal resto della casa da ben due porte. Porte che tengo entrambe chiuse, quando sto dormendo: così, se a qualcuno sorge l’insopprimibile esigenza di prendere qualcosa dall’armadietto, può prelevarla senza svegliarmi. Ci siamo accordati che, quello che si sveglia per primo dei due, apre la PROPRIA porta, per consentire l’accesso al gatto, o al coniuge controlaterale, qualora questi desideri leggere il giornale assieme alla dolce metà. Ieri mattina (ore 7.30, ovvero 6.30 biologiche), dopo una notte parzialmente agitata, stavo letteralmente dorm

Scene di ordinaria quarantena

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"Aquiloootto..." "Aaaarghhh..." "È l'ora dei bacini!" "Bleah!" "Mi fai compagnia...?" Brontolio indistinto. "Daaai... Finché mi faccio il caffè!" Passi strascicati al piano superiore. "Arrivo..." Segue animato dialogo in veranda, sotto l'occhio sdegnato del peloso di Casa per Caso, svegliato dal chiasso. L'amor fraterno, ai tempi del Coronavirus.

Festa del papà... whatever it takes

"Auguri, amore! Veni qui, che ti do un bacio..."  "Ma... Perché?" "E' San Giuseppe, tesoro! Il tuo onomastico e la festa del papà!" Baci, abbracci, foto, ipotesi alcoliche e profferte alimentar-trasgressive per la serata, il tutto trascinandomi dietro i due malcapitati figlioli, svegli da poco e a dir poco perplessi dal mio inconsueto attivismo mattutino.  "Isolamento o meno, in questa famiglia si festeggerà! Userò quello che ho in casa..."  Tanto, io ho sempre scorte alimentari per un reggimento, e un frigo cantina in salotto. Ho detto tutto.  Presa da sacro furore, cucino mezzo metro abbondante di pizza al taglio, squarcio buste di patatine a volontà, appronto stuzzichini vari e mi preparo a riempire i bicchieri con il mio famigerato spritz, detto pigna per la capacità di stenderti. Tipo pigna in testa, appunto.  I ragazzi scendono lentamente le scale, mentre Giuseppe vaga per la cucina, sempre più perplesso.  Io, invasata,

Coronavirus

A tutti quelli che "ammazza quanto un'influenza! Ci sono X morti per l'influenza e nessuno ne parla... Finitela!"  Dell'influenza nessuno ne parla perché NON SERVE PARLARNE.  Per l'influenza esiste il vaccino: lo si fa ai soggetti a rischio, ai loro familiari e agli operatori sanitari, e così si limitano i decessi.  Non è necessario creare allarme per una patologia conosciuta, dal comportamento accettabilmente prevedibile, per la quale si può fare profilassi. Vedete che quando muta, si inizia a parlare di pandemia, perché il vaccino in quel caso funziona meno, e quindi se ne parla. Eccome se se ne parla! Solo che poi ce ne dimentichiamo... Qui, gente, il vaccino NON C'È. Pertanto, l'unico modo di proteggere le persone a rischio è CONTENERE L'INFEZIONE.  E per riuscirci bisogna PREVENIRE IL DIFFONDERSI DELLA MALATTIA.  Quindi, meglio che se ne parli, perché di gente che non sa come comportarsi ce n'è ancora troppa. Così come è tropp