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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Old memories

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A quindici anni di distanza, ancora camminano così. Ed è la cosa che mi rende più felice al mondo. 

Sospendiamo il giudizio

I Social, questa dannazione. Facebook come luogo dove si può trovare il peggio del peggio, le onde della Rete come un oceano, dove è facile perdersi -  ancora più facile essere irretiti da anime perdute - il profilo Instagram come identità sociale del nuovo millennio, in un mondo rovescio dove un servitore dello Stato rischia la vita per quattro palanche, mentre un'influencer che si cambia, o una youtber di successo che si trucca, sono capaci di portare a casa un capitale ogni mese.  Noi vecchi restiamo straniti, inutile negarlo.  E' un mondo strano, alieno, nel quale non ci sappiamo muovere. Esposti a tutte le insidie tipiche di questi mezzi, senza possedere gli anticorpi sui quali possono contare i millennials, come pure i loro fratelli di poco maggiori, ne siamo spaventati, e restiamo basiti nel vedere i giovani con l'occhio incollato allo schermo, 24/24. Ci sembrano una turba di automi, incapaci di comunicare se non tramite byte, estraniati dalla realtà, persi in u

Noi, ragazzi di ieri

Ne ho francamente le tasche piene di post nostalgici del bel tempo andato.  Sogni ad occhi aperti di un periodo felice nel quale l'educazione era fondata sulla paura e l'intimidazione, le botte erano la regola e non l'eccezione, le sostanze inquinanti ubiquitarie e serenamente disseminate ovunque.  Pupazzetti agli ftalati, culle con vernici a piombo, camerette all'aroma di formaldeide, sotto un tetto infiltrato di amianto.  L'epoca d'oro nella quale quando papà urlava, si ubbidiva, e quando menava, con le mani, i pugni o la cinghia, si taceva. Tutti, mamma inclusa.  Anni nei quali la famiglia era una prigione, dove i rapporti erano fondati sulla menzogna, la manipolazione e la legge del più forte. Una legge valida ovunque, dal tinello con i mobili di teak al cortile della scuola.  Per non parlare delle aule, dove le maestre più ti terrorizzavano, più erano brave, i professori erano campioni  di azzeramento della tua autostima, e i presidi tenevano il