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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Provider accreditati

Corsi di formazione, aggiornamento, riqualificazione. Dove piazzano un obbligo di legge, ecco tutti lì a sgomitare per diventare provider. Peccato che, una volta ottenuta la targhetta da attaccare al loro sito, l'indolenza italica abbia spesso il sopravvento.  Andando a caccia di aggiornamenti interessanti, ne scovo uno che promette molto bene. Faccio per iscrivermi, ma sembra accetti i click solo degli iscritti. Dove e quando abbiano ottenuto tale qualifica, non è dato saperlo.  Ostinata, vado ai contatti e gli spedisco una mail. Passano un paio d'ore, e di loro niuna traccia. A questo punto, capirci qualcosa diventa un puntiglio: gli telefono.  La telefonista mi risponde spaesata, prende tempo, si informa bisbigliando con la collega alle sue spalle e, alfine, mi risponde: "Il corso non è ancora attivo." "Perché?" "Troppo pochi iscritti." "Ma se non date la possibilità di dimostrare la propria esistenza in vita agli interessati,

Quote rosa? No, grazie

Scusatemi tanto, ma 'sta storia delle quote rosa mi fa sentire come fossi un panda, o un ornitorinco: una bestia strana o una specie a rischio. Perché mai una percentuale fissa di donne deve essere inserita nei CDA o nelle liste elettorali, solo in quanto femmine?  Mi domando se mai vedrò l'alba del giorno nel quale gli umani smetteranno di interessarsi a quel che si nasconde sotto gli abiti dei loro simili (e all'uso che ne fanno) e inizieranno a valutarli per come pensano, ciò che fanno e le competenze che possiedono.  Non è certamente con le discriminazioni al contrario che risolveremo il problema dell'occupazione femminile, in Italia.  Piuttosto, la sottoscritta auspicherebbe una riscrittura completa della legislazione sulla cosiddetta maternità tutelata e vorrebbe vedere la politica davvero impegnata a potenziare e facilitare l'offerta di servizi di custodia bebè.  C'è poco da sorprendersi se quando una professionista annuncia a colleghi e capouffi

Donne o mamme? Voglio entrambe

Se me lo avessero detto due settimane fa, li avrei mandati a farsi vedere da uno bravo. Invece... sono qui a scrivere in difesa di Giorgia Meloni.  Ho taciuto su tante cose, compresa la trivella e la sorella (grazie, Gramellini!), ma stavolta non sto zitta più. Stavolta la misura è colma.  Gradirei molto che i soloni dell' arrendetevi alla biologia  prendessero in considerazione l'elemento evoluzione. E' da prima del Neanderthal che l'uomo evolve, e con uomo intendo anche la donna. Facciamo tutti uno sforzo, e facilitiamo la vita alle neo mamme, invece di prendercela con loro. Discutiamo di un sistema che disincentiva la maternità, fingendo di tutelarla, e proviamo a migliorare le cose. E piantiamola con gli stereotipi sessisti, che non se ne può più.  Donne, non solo femmine. Oltre all'utero c'è di più.  E poi, diciamolo una buona volta, gli ormoni ce li avete pure voi, cari i miei detrattori a oltranza dell'estrogeno.  Non è che il testosterone vi

Posseduto

Giornatina con i fiocchi, ieri. Il filosofo, al secolo quasi ingegnere per la seconda volta, doveva affrontare l'ultimo esame prima della laurea. Poiché, com'è noto, la sottoscritta è una madre pragmatica, lucida e sensata, sono vissuta in apnea per più di mezza giornata. Mi muovevo come un palombaro, immersa in una dimensione extracorporea, almeno fino all'inoltro della magnifica notizia.  Passato, anche bene: a luglio sarà alloro. E, soprattutto, fino a luglio non lo vedrò più lavorare come un mulo durante la settimana e ammazzarsi sui circuiti nei week end.   Immediatamente dopo la lieta novella, è scattata l'operazione stasera si festeggia. Per scaramazia, non avevo comprato nemmeno uno spiedino; appena saputo, la mia pescheria è stata presa d'assalto da una Mpc quasi indemoniata.  Nonostante le mie intenzioni culinariamente bellicose, non ho rinunciato alla lezione di ginnastica di mezza sera. Mettici la cena con champagne e il riordino cucina, alle dieci

Qualcuno mi spieghi l'arcano

Posto che siamo tutti troppo presi da una vita di corsa, c'è qualcosa che mi sfugge nei rapporti umani. E più invecchio, meno lo capisco.  Mettiamo che non ci si veda con qualcuno da mesi e mesi, forse anni. Qualcuno con cui c'è una relazione di piacevole conoscenza, con grande simpatia reciproca: ci sta di scambiarsi il solito "ci dobbiamo vedere!", come ci sta che poi, presi da mille impicci e impegni, ci si scordi di chiamare. Da ambo le parti.  Diverso è se l'individuo in oggetto è (o credi che sia, forse?) un amico. Non lo senti da secoli, nonostante tu, ogni due mesi o giù di lì, ci provi a contattarlo. Sempre molto felice di sentirti, non ha mai tempo di uscire con te. Ti garantisce che entro una settimana si fa vivo, e sparisce per altri tre mesi. Dopo svariati tentativi caduti nel vuoto (e i tentativi reiterati dimostrano quanto la sottoscritta sia paziente e comprensiva), e qualche anno speso nell'inutile attesa di questa fatidica serata in cui

Beato fra le donne

"Devo presentare la nostra scuola ai bambini delle medie. Ho il dovere di aprire loro gli occhi. Quelli non sanno quello che fanno..." "Perché?"   "Perché sono nell'età in cui ti sembra orribile vivere circondato da compagne femmine..." "Vedo. E ora che sei nell'età in cui tale condizione rappresenta il tuo karma, che gli diresti?" "Di iscriversi subito. Senza la minima esitazione. Le tue compagne diventano le tue sorelline, ti aiutano a vestirti, pettinarti e calzarti. Poi, ti presentano le loro amiche e tu espandi il tuo raggio d'azione dove mai arriveresti da solo!" "Mhm. Altro?" "Come no. Le mie amiche sono la mia squadra scout" "Ovvero?" "Ovvero, io punto una ragazza, e loro vanno in avanscoperta per capire se valga la pena provarci oppure no. Sai quanto serve una cosa del genere?" "..." "E poi c'è la migliore amica. Quella che ti tiene gli

L'ultima tentazione dello scribacchino (attenzione: NON sarò breve)

Autopromuoversi a scrittore in pectore.  Ammettiamolo, via: noi scribacchini siamo tutti aspiranti pennivendoli, con tutti i rischi del caso. Il lungo lavoro di autorevisione, assieme ai contatti con chi, come me, avverte incoercibile la necessità di metter su carta i suoi pensieri, mi sta facendo superare confini inaspettati, svelandomi scenari insospettabili.  Volendo evitare di concentrarmi sulla pagliuzza nell'altrui apparato visivo, dove il mio è ingombro da un'intera trabeazione, parlo per me. Se poi qualcuno dovesse riconoscersi in quel che scrivo, mediti. Mediti con attenzione.  Autoreferenzialità: questo è il peccato originale, quello con cui ci mettono al mondo. Quello letterario, almeno. Nella storia di ognuno di noi c'è una maestra, un professore, un docente in pensione, una zia di buon cuore o un'amica fidata, convinti di avere di fronte il futuro Manzoni. I più sfigati li hanno avuti tutti, così che la loro convinzione di essere potenziali best

Incompreso o incapace di comprendere? Questo è il dilemma...

Povero Jurassico. Qualche volta i suoi figli non lo capiscono proprio. Strinato dall'ospedale, dove è costretto a distillare il meglio delle sue energie, arriva a casa praticamente catatonico. Immerso nei suoi pensieri, resta impermeabile all'allegro casino che contraddistingue i pasti di Casa per Caso. Ogni tanto emerge dalla nebbia, ponendo con aria trasognata una domanda fuori tempo e fuori luogo, alla quale il resto della famiglia reagisce rimandandolo davanti al PC. L'unica che riesce a mantenere un contatto con lui sono rimasta io: i figli ci hanno rinunciato da mo'.  Lo amano molto, certamente. A distanza, però.  Dopo un'uscita particolarmente sconclusionata, il gaglioffo ha sintetizzato il suo pensiero riguardo a suo padre.  "Il papà è la sintesi dell'incapacità di comunicare con i suoi figli. Quello deve aver pregato molto il Signore, vent'anni fa. Gli ha chiesto: Gesù, mandami una moglie intelligente, capace di fare tutto il lavoro al p

Feriti sul campo

Da calcio. Roba da non credere.  I fatti: in un pigro sabato sera la quieta atmosfera di Casa per Caso è lacerata da un grido di orrore. E' il gaglioffo, il quale ha appena ricevuto il selfie di uno dei suoi più cari amici, ricoverato in ospedale, con la testa avvolta in un turbante di bende e la faccia sfigurata. Per tacere di quel che non si vede nella foto, ovvero i quindici punti sulla lacerazione della gamba. Mi mostra l'effige, e resto sconvolta a mia volta.  "Ma che gli è successo? Ha avuto un incidente?"  "No. L'hanno falciato sul campo da calcio. E la cosa peggiore è che l'hanno fatto apposta..."  Scopro così l'attuale strategia degli abitatori dei gironi calcistici; e non parliamo di serie A, con i milioni di euro che girano più vorticosamente del pallone sul campo. Parliamo di squadrette di provincia, a prospettive zero. Il posto dove dovresti mandare tuo figlio a imparare il fair play, lo spirito di squadra, a fare un po