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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

Senza speranza

No, non se ne può più. La mia famiglia merita il Nobel per la pazienza, con me. Superata l'emergenza grizzly, con Jurassico ormai tornato il plantigrado di sempre (in perenne letargo davanti alla TV, scandalosamente vorace in tavola, dal ruggito facile ma fondamentalmente innocuo) ora dobbiamo fare i conti con una Mpc in modalità svampita. Tutti, me compresa.  Sempre persa nella scia dei miei pensieri, incalzata dai problemi e assillata dalle preoccupazioni, ormai vivo in una dimensione alternativa, sopravvivendo solo grazie all'adrenalina che mi circola, a torrenti, nelle vene.  In più, soffro d'insonnia: così, mi sveglio all'alba, riesco a finire i quotidiani prima dell'arrivo del camion del pattume, mi alzo alle sei carica come una molla, faccio colazione con l'amato bene e per le otto ho praticamente finito con la normale amministrazione della casa.  Il che mi lascia il tempo per dedicarmi ad altre faccende, troppo a lungo trascurate: qualche tempo

Non c'è più il rispetto...

... neanche tra di noi. Non c'è più il contatto... tra i miei neuroni corticali e l'apparato motorio.  Ragazzi, ce la siamo giocata. Mpc è andata, e tanti saluti ad amici e parenti.  Atto primo, scena prima: attore protagonista, il gaglioffo. Già pronto per andare a scuola, cellulare stretto in mano, capello scolpito, zaino in spalla. Un figo, detto per inciso.  Fermo a metà scala, mi sta fissando con espressione temporalesca. Gli occhi mandano lampi, la fronte è corrugata, l'atmosfera attorno a lui diventa elettrica.  Alla base della scala, si nota una Mpc dall'aria insolitamente contrita.  Capello approssimativo, faccia  dilavata per l'assenza di trucco, addosso ancora la camicia da notte wron! wron!  (con tanto di gatto con gli occhiali), la osserviamo tendere con precauzione un paio di cuffiette al figlio.  Questi solleva la zampa, delle dimensioni di un badile, solleva con studiata lentezza il dito medio, quindi allunga la pericolosa estremità vers

Pur sempre insieme

Ha funzionato. Devo dire che l'intervento in forze dei due giovani di famiglia ha rimesso Jurassico in riga. Vedere nostra figlia stesa a letto accanto a me e suo fratello minore seduto al nostro fianco, intenti a confortarmi e a stigmatizzare i suoi comportamenti insensati, deve averlo indotto a mettersi una mano sulla coscienza.  L'essere rimasto solo soletto nel lettone nelle ultime tre o quattro notti probabilmente ha fatto il resto.  No, non è una ritorsione. E' che quello, reso intollerante dalla sofferenza, abbassa il condizionatore al punto da far rinominare la camera nuziale "l'obitorio", e io in quel freezer non ci dormo.  Inoltre, svariati problemi rendono agitate le mie notti: e quando sono nervosa dormo poco, ma leggo molto. Ora, per quanto l'uomo possa amarmi, posso comprendere il suo fastidio, quando socchiude un occhio alle due, alle tre, alle cinque e alle sei, beccandomi sempre con l'e-book in funzione. Avrà anche una luce fleb

Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare...

...e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare. Sulla saggezza per riuscire a distinguere le une dalle altre sto ancora lavorando. Mi impegno, però: m'impegno a fondo e confido nel successo. In trincea sul fronte del cambiamento, devo ancora decidere dove collocare Jurassico. Lo piazziamo nelle cose da accettare o in quelle da cambiare? Secondo i miei figli, a meno che non si decida a modificare il suo comportamento, sta diventando qualcosa da cambiare: ieri sera gli sono saltati alla gola, dicendogli chiaro chiaro che se non la smette di tormentarmi gliela faranno pagare loro due. Valentina si è spinta al punto di offrirsi di preparare la memoria da presentare al mio divorzista... E parlava sul serio. Mi è toccato dire a tutti e due che non ho intenzione di separarmi! Ecco a voi il sunto del casus belli. Sempre a causa della perduta agilità del marito, sono anni che il nostro camper resta spiaggiato come un'enorme balena bianca, in giardino. Siamo giunti

Patetica

La sinfonia n.6 di Tchaikovsky. Quella che sto acoltando, mentre ticchetto alla tastiera. Perfetta.  Perfetta per come mi sento, perfetta per come sono. Sarà pure Patetica, ma la zampetta dell'autore dello Schiaccianoci la senti sempre... E lo sprizzo di vivacità non manca mai. Nonostante.  Nonostante, ragazzi miei, qui ci sia ben poco da stare allegri. Non a caso, è una vita che non mi affaccio da queste parti: con tutto quello che di brutto succede al questo mondo, ci manca solo che vi affligga anche con le mie paturnie...  Però la differita delle mie avventure col Jurassico soto de na sata (traduzione: azzoppato) ve la devo proprio raccontare.  Premessa: sono circa cinque anni che il nostro eroe combatte con una progressiva, subdola perdita di funzionalità del suo arto inferiore sinistro, una condizione che l'ha portato ad abbandonare gli sci, l'amatissima racchetta e, ultimamente, gli sta rendendo insopportabile anche camminare e persino lavorare.  Vi risparm