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Visualizzazione dei post da 2016

Sei

Inizio a dare i numeri, lo ammetto. Però, insomma... Tutti assieme, per Natale, appassionatamente. Nonostante le difficoltà, i casini, i mille impegni di tutti quanti, la zampa bionica del Jurassico e la mamma un po' cotta, la famiglia per Caso ce l'ha fatta. E sarà che quando una cosa te la devi conquistare a fatica la godi di più, ma questo Natale in sei è stato una meraviglia.  Un menù semplice, gentilmente richiesto dal filosofo, in astinenza da italian food, e solo noi, semplicemente e allegramente noi sei.  Non so se questo sia l'inizio di una tradizione, come vorrebbe il gaglioffo (il più nordico nell'aspetto, col capello biondo, la barba fulva e l'occhio ceruleo, ma il più "terrone" nel pensiero) oppure una magnifica occasione unica, fatto sta che siamo stati benissimo. C'è chi ha attraversato mezzo mondo per presentarsi all'appello e chi sta passando le sue - brevi - vacanze in treno, per rispondere a tutti gli appelli. Chi ha sudato pe

Alfa woman e i picchi di autostima

Quando la sfiga ti perseguita, concepisci un figlio come il gaglioffo. Il quale figlio, dopo averti fatto dannare per quinquenni, decide di mettere la testa a partito, facendo però di te il suo zimbello favorito.  Quando mi incontra, al mattino, sussulta inorridito oppure esclama, con finta ammirazione: "Wow! Guardala lì, l'Alfa Woman...", per poi prodursi in una serie di imitazioni della sottoscritta da far impallidire Zelig.  Mantenere un briciolo di autostima è impossibile, con quel soggetto tra i piedi. Quanto alla dignità, ammesso che me ne sia rimasto un brandello, lo distruggo anche da me.   Giorni fa, giunta al termine di un giro perticolarmente comprereccio alla Coop, scopro che hanno messo una planetaria a metà prezzo. Giuro, l'ho sentita chiamarmi.  Mi implorava di adottarla... Ho ceduto. E l'ho piazzata in bilico, alla sommità del carrello stracolmo.  In prossimità dell'uscita, il mio nuovo acquisto ha preso a scivolare inesorabilmente ver

Buon Natale, ministro Poletti

Buone feste a lei, caro ministro. A lei e a tutta la sua famiglia. Buon Natale da una mamma che si sente con suo figlio da sei mesi via Whatsapp, e nemmeno tanto spesso. Lavora troppo, ha poco tempo per le chiacchiere. Buon Natale, ministro, da una famiglia che da settimane fa progetti per i preziosi giorni (sei) durante i quali avremo il privilegio di rivedere il nostro Andrea.  Il quale, detto per inciso, si farà ventimila chilometri in una settimana, pur di essere a casa, con i suoi cari, almeno per Natale. Meglio perderlo che impiegarlo, un ragazzo così, per l'Italia. A che può giovare un laureato in ingegneria dell'energia, specializzato in energia elettrica, pieno di coraggio, determinazione, voglia di fare e di mettersi alla prova? Grazie per la profonda empatia e la comprensione, signor ministro. E tanti auguri a lei anche da due fidanzati, che si vedono tre giorni ogni quattro mesi. Perché sa, signor ministro, una volta che ti laurei in economia (a ventun a

Ventidue

22. Che bel numero, regolare, tondo tondo. Tanti sono gli anni trascorsi da che i due ribaldi e la microba sono entrati nella mia vita.  Una vita intera (quella della Miss) e quasi mezza vita mia.  Ieri il Jurassico azzoppato mi ha svegliata con un bacio, quindi ha trascorso la giornata fissandoci tutti quanti con un amore e un orgoglio persino imbarazzanti.  Mpc si è lanciata in una della sue solite sessioni culinarie, sfornando quattro pizze giganti e una torta di mele da mezza tonnellata. Poi, tanto per non smentirsi mai, ha ingaggiato una battaglia - persa - contro il fuoco nel camino, non riuscendo ad accendere nemmeno una misera cassetta di legno di pino. Epici i miei tentativi - falliti - di spezzare la suddetta cassetta a colpi di attizzatoio, imprecando contro la mia malasorte. Il gaglioffo voleva farmi un filmato e s@@@@rmi via Youtube. Il calore del focolare domestico è stato garantito dal pater familias, il quale in tre mosse è riuscito dove io avevo toppato. Come fa

Vaccinazioni e immunità di branco

Bene. Abbiamo avuto un primo caso di difterite in Italia. Parola di Ricciardi, Istituto Superiore Sanità. Prossimamente su questi schermi ci troveremo a commentare la triste sorte di qualche pulcino implume terminato dalla polio. Un piccolo passo in meno per un micro-uomo, un grande passo avanti (contro la sovrappopolazione) per l'umanità. Già che ci siamo, togliamo i blocchi alla profliferazione delle armi nucleari, che favoriscono solo l'America, e ricominciamo a immettere tonnellate di CFC nell'atmosfera. Chi l'ha detto che il buco dell'ozono fa male? E' la lobby dei produttori di creme abbronzanti che cerca di spaventarci.  Non ci posso credere. Le evidenze scientifiche più solide diventano opinabili dall'ultimo complottaro fulminato da una scia chimica, e ora ci si mettono pure i difensori delle libertà personali a lottare per il nostro diritto di ammazzare i nostri figli in nome dell'ignoranza.  Associazioni consumatori sulle barricate al fian

Notizie di rilievo

E' difficile. Già non era facile prima, quando il plantigrado passava metà della sua vita in corsia; ora che staziona a casa per caso 24/24 è diventato praticamente impossibile. Scrivere, dico.  Mollate le stampelle una alla volta, ora si appoggia a un più discreto bastone, producendo un sinistro ticchettio per ogni dove, che mi pare di stare in un romanzo di Melville. Fluttua di stanza in stanza, seguendo ossessivo i miei passi e chiedendomi indagatorio: "Dove sei? Cosa fai? Cosa leggi? Cosa scrivi?"  Diomiaiuti.  Mi si secca la vena, con 'sta tarma sempre appresso.  Per fortuna dorme spesso - mai di notte, cmq: di notte veglia, e se non veglia mi sveglia, ronfando come un facocero - ma non riesco ad approfittarne, perchè quando perde i sensi di norma io sono già ostaggio dei fornelli. Aggungiamoci le invasive varie ed eventuali che funestano la mia misera esistenza, ed eccomi qui, a ticchettare per disperazione dopo un silenzio durato quasi un mese.  Un mes

Emergenza rientrata

Ragazzi, qui va tutto talmente bene da non aver nammeno il coraggio di raccontarvelo. A un mese esatto dall'intervento, il Jurassico si è ripreso benissimo: ormai viaggia spedito con una sola stampella, affronta col sorriso sulle labbra la fisioterapia - inclusa quella in acqua, l 'elemento infido che da sempre terrorizza il mio gatto di piombo - e quando è a casa non rompe.  Ebbene sì: non ci avrei mai creduto, ma averlo attorno ventiquattro su ventiquattro non si è rivelato l'atroce sconvolgimento da noi tutti preconizzato.  L'uomo è tranquillo, impegnato con questioni di lavoro che lo tengono al Pc per ore ed ore, e, soprattutto, alquanto ben disposto nei confronti della sottoscritta. Come il leone con Androclo, grato per le cure ricevute da una Mpc in odore di santità per dedizione e pazienza, quando gli transito accanto, più impegnata di un'ape operaia, mi fissa con amore infinito. Se mi becca seduta al computer, impegnata in una sessione di aggiornamento

Fury

Ci sono lussi che non mi posso proprio permettere. Fare la crocerossina per dieci giorni, abbandonando la casa in mano al galioffo, è uno di questi.  Per carità, non che abbia trovato chiari segni di devastazione; di incuria e abbandono assoluti sì, però.  Va da sè che le due settimane a seguire sono state un delirio, per la sottoscritta: tra Jurassico da aiutare in tutto e l'arretrato di faccende accumulatosi, sono stata costretta a lucrare non dico sulla mezz'ora, ma addirittura sui dieci minuti d'avanzo, per mandare avanti il mio personalissimo cantiere casalingo.  Non essendo, appunto, casalingo, l'amato bene non comprendeva le mie urgenze, non concordava con le mie tempistiche, si inacidiva nel vedermi fare questo o quello "proprio adesso".  Complice una giornata no sul piano clinico, il nostro ha commesso l'errore di subissarmi di male parole mentre brandivo uno spazzolone e un secchio. Attività già sgradevole di suo, resa insopportabile dal suo

Tutto è bene quel che finisce bene

Tutto a posto, ragazzi. La zampa del plantigrado è a posto, la convalescenza è iniziata, e il nostro è stranamente disciplinato. Non oso nemmeno sperare che continui così... La sottoscritta, dopo una settimana di presidio in forze accanto al letto di dolore del suo amato, ha fatto ritorno alla base, in modo da preparare tutto per il rientro del ferito.  Domani me lo riconsegnano... E iniziano i domiciliari. Mai, nella mia vita, l'ho avuto tra i piedi ventiquattr'ore su ventiquattro, per un periodo tanto lungo.  Riuscirà la nostra eroina a resistere? O sarà costretta a trasferirsi in camper, per riappropriarsi di qualche minimo spazio personale...?  Vedremo. Se continua ad essere come l'ho lasciato, andrà tutto bene. Se dovesse iniziare a dare i numeri come in passato... Assisterete alla cronaca di un divorzio in diretta.  Incrociamo la dita! 

Vita da assistente

Non ho la stoffa, è deciso. Imbranata come sono, vivo nel terrore di impicciarmi in qualche modo e di provocargli un danno irreversibile. Finora non è accaduto, ma siamo ancora in tempo... Ed ora, parliamo della notte brava in reparto. In stanza con due operati agli arti, sofferenti e imbottiti di analgesici narcotici, la mia collega del letto accanto ci ha allietati fino a mezzanotte con i gorgheggi dei tre (?) tenori in concerto, ascoltati inesorabilmente fino all'ultima nota. Alla fine, volevo soffocarla col cuscino. Quanto ai generi di conforto, sono andata avanti a paninastri per tre giorni, finché non ho deciso di concedermi un pasto vero. Speranzosa, vado in una pizzeria poco lontano, ben recensita sul web. Per carità, non ho mangiato male: però, però... Masterchef ha fatto molto danni, in giro. Ormai anche i cuochi degli all you can est si sentono emuli di Cracco. E nelle osterie dove ti servivano un sano, abbondante piattone di pasta senza pretese di eleganza, impiatt

Superjurassico is back

Era ora. 'Sta storia dell'anca sbilenca gli stava sbilanciando anche il cervello. In famiglia non lo sopportavamo più, e pure sul lavoro ormai stava dando segni di una tensione ormai non più dissimulabile. Se fino a un'ora prima dell'intervento negava la realtà, rifiutando di ammettere di essere giunto ben oltre il punto di non ritorno, e mi fissava come la cattivona che lo voleva affettato e infilzato come uno spiedino, all'uscita della sala operatoria il miracolo era compiuto. Nonostante la sofferenza, gli era tornato il sorriso: soddisfatto per l'esito dell'intervento, era nuovamente ben disposto verso l'universo. Quanto alla sottoscritta, mi guardava come fossi stata la Madonna della salute. Mi ha addirittura detto che sono terapeutica... Effetti collaterali da morfina, non mi faccio illusioni. Da sobrio una roba così non me la dice manco morto! Comunque sia, sono bastate un paio di ringhiate per ricondurlo alla ragione, quando ha tentato qualche i

Sopravvissuto

Ce l'ha fatta. Il Jurassico ha la zampa bionica. È un tantino strinato, ma è di umore molto positivo. L'operazione è stata un successo, il chirurgo ha fatto un lavoro di prim'ordine. Bravissimo, sul serio. Ora Mpc sta girando tutta la città per trovare uno specchio da tavolo, perché il plantigrado vuole (giustamente) farsi la barba. Dopo sette tentativi infruttuosi, ho reperito questo introvabile oggetto. Ora torno dal mio amore a dargli la lieta novella. Poi vi racconto qualcosa della nostra esperienza di paziente e crocerossina... Ciao e... Grazie per il supporto!

Non fiori, ma opere di bene

Il Jurassico da medico è diventato paziente. Da stamattina. Negli ultimi giorni ha salutato amici e parenti, ha raccomandato al gaglioffo di occuparsi di me (ricavandone un sonoro sberleffo) e ha deciso di fare testamento. Salvo cambiare idea quando ha scoperto di doverselo scrivere di suo pugno, invece di far fare tutto a me, limitandosi a firmare in calce. L'ho lasciato in tuta e scarpe da ginnastica, a guatare torvo le stampelle, appoggiate lì, in attesa di sostenerlo nei suoi primi passi. Domattina all'alba lo raggiungerò, per soffrire in silenzio mentre me lo affettano, e riempirlo d'improperi quando, svaniti i fumi dell'anestesia, inizierà a fare l'indisciplinato, ostinato, insopportabile malato occulto. Nel senso che sta male, ma non lo ammette. Nemmeno con se stesso. Saranno giorni molto duri... Vi terrò informati!

Senza speranza

No, non se ne può più. La mia famiglia merita il Nobel per la pazienza, con me. Superata l'emergenza grizzly, con Jurassico ormai tornato il plantigrado di sempre (in perenne letargo davanti alla TV, scandalosamente vorace in tavola, dal ruggito facile ma fondamentalmente innocuo) ora dobbiamo fare i conti con una Mpc in modalità svampita. Tutti, me compresa.  Sempre persa nella scia dei miei pensieri, incalzata dai problemi e assillata dalle preoccupazioni, ormai vivo in una dimensione alternativa, sopravvivendo solo grazie all'adrenalina che mi circola, a torrenti, nelle vene.  In più, soffro d'insonnia: così, mi sveglio all'alba, riesco a finire i quotidiani prima dell'arrivo del camion del pattume, mi alzo alle sei carica come una molla, faccio colazione con l'amato bene e per le otto ho praticamente finito con la normale amministrazione della casa.  Il che mi lascia il tempo per dedicarmi ad altre faccende, troppo a lungo trascurate: qualche tempo

Non c'è più il rispetto...

... neanche tra di noi. Non c'è più il contatto... tra i miei neuroni corticali e l'apparato motorio.  Ragazzi, ce la siamo giocata. Mpc è andata, e tanti saluti ad amici e parenti.  Atto primo, scena prima: attore protagonista, il gaglioffo. Già pronto per andare a scuola, cellulare stretto in mano, capello scolpito, zaino in spalla. Un figo, detto per inciso.  Fermo a metà scala, mi sta fissando con espressione temporalesca. Gli occhi mandano lampi, la fronte è corrugata, l'atmosfera attorno a lui diventa elettrica.  Alla base della scala, si nota una Mpc dall'aria insolitamente contrita.  Capello approssimativo, faccia  dilavata per l'assenza di trucco, addosso ancora la camicia da notte wron! wron!  (con tanto di gatto con gli occhiali), la osserviamo tendere con precauzione un paio di cuffiette al figlio.  Questi solleva la zampa, delle dimensioni di un badile, solleva con studiata lentezza il dito medio, quindi allunga la pericolosa estremità vers

Pur sempre insieme

Ha funzionato. Devo dire che l'intervento in forze dei due giovani di famiglia ha rimesso Jurassico in riga. Vedere nostra figlia stesa a letto accanto a me e suo fratello minore seduto al nostro fianco, intenti a confortarmi e a stigmatizzare i suoi comportamenti insensati, deve averlo indotto a mettersi una mano sulla coscienza.  L'essere rimasto solo soletto nel lettone nelle ultime tre o quattro notti probabilmente ha fatto il resto.  No, non è una ritorsione. E' che quello, reso intollerante dalla sofferenza, abbassa il condizionatore al punto da far rinominare la camera nuziale "l'obitorio", e io in quel freezer non ci dormo.  Inoltre, svariati problemi rendono agitate le mie notti: e quando sono nervosa dormo poco, ma leggo molto. Ora, per quanto l'uomo possa amarmi, posso comprendere il suo fastidio, quando socchiude un occhio alle due, alle tre, alle cinque e alle sei, beccandomi sempre con l'e-book in funzione. Avrà anche una luce fleb

Signore, dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare...

...e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare. Sulla saggezza per riuscire a distinguere le une dalle altre sto ancora lavorando. Mi impegno, però: m'impegno a fondo e confido nel successo. In trincea sul fronte del cambiamento, devo ancora decidere dove collocare Jurassico. Lo piazziamo nelle cose da accettare o in quelle da cambiare? Secondo i miei figli, a meno che non si decida a modificare il suo comportamento, sta diventando qualcosa da cambiare: ieri sera gli sono saltati alla gola, dicendogli chiaro chiaro che se non la smette di tormentarmi gliela faranno pagare loro due. Valentina si è spinta al punto di offrirsi di preparare la memoria da presentare al mio divorzista... E parlava sul serio. Mi è toccato dire a tutti e due che non ho intenzione di separarmi! Ecco a voi il sunto del casus belli. Sempre a causa della perduta agilità del marito, sono anni che il nostro camper resta spiaggiato come un'enorme balena bianca, in giardino. Siamo giunti

Patetica

La sinfonia n.6 di Tchaikovsky. Quella che sto acoltando, mentre ticchetto alla tastiera. Perfetta.  Perfetta per come mi sento, perfetta per come sono. Sarà pure Patetica, ma la zampetta dell'autore dello Schiaccianoci la senti sempre... E lo sprizzo di vivacità non manca mai. Nonostante.  Nonostante, ragazzi miei, qui ci sia ben poco da stare allegri. Non a caso, è una vita che non mi affaccio da queste parti: con tutto quello che di brutto succede al questo mondo, ci manca solo che vi affligga anche con le mie paturnie...  Però la differita delle mie avventure col Jurassico soto de na sata (traduzione: azzoppato) ve la devo proprio raccontare.  Premessa: sono circa cinque anni che il nostro eroe combatte con una progressiva, subdola perdita di funzionalità del suo arto inferiore sinistro, una condizione che l'ha portato ad abbandonare gli sci, l'amatissima racchetta e, ultimamente, gli sta rendendo insopportabile anche camminare e persino lavorare.  Vi risparm

Nipote di un'icona

Non ho idea di come sarà impaginato questo post... Però lo scrivo lo stesso.  Sono di nuovo a casa di ziapercaso, e ogni volta che ci torno scopro qualcosa di nuovo.  Mia zia, donna di notevole bellezza, pare abbia popolato i sogni proibiti di giovani e vecchi, in questo borgo montano, tanto piccolo quanto pieno di gente interessante.  Come il figlio di una cara amica della mia ava, la quale, prima di acquistare i muri da dove vi scrivo, soggiornava presso la loro dimora.  La nostra, disinvolta veneziana avvezza alle spiagge del Lido, si piazzava in terrazza a prendere il sole.  L'evento, una splendida signora in costume da bagno, esposta ai raggi del generoso sole della val di Non, era all'epoca in grado di scatenare reazioni telluriche.  Chi mai aveva visto un costume, tra i meli, prima di allora? I ragazzini erano in fibrillazione.  La madre (e padrona di casa) blindava l'accesso al solarium improvvisato: vietato anche solo appropinquarsi al luogo del misfat

Eppure non fa così caldo...

Boh. Qui la situazione degenera... Chiamo le maestranze incaricate di fare un sopralluogo a casa di ziapercaso, e l'incaricato di turno mi chiama "cocca". Lanciandosi poi in un'improbabile tacchinaggio telefonico. Perplessa, chiudo la comunicazione con una scusa e decido che, la prossima volta, con questo tizio ci parla mio marito.  Meno di due giorni dopo, vado a fare la spesa, e nel parcheggio dell'Iper subisco un abbordaggio in piena regola. Un lontano conoscente, che tra l'altro non riesco assolutamente a collocare in coordinate spazio temporali precise, cade vittima di un picco ormonale improvviso e ci prova con me in modo plateale, rimediando un ovvio rifiuto, e un'occhiata francamente attonita.  Ma che gli prende, a 'sta gente? Il caldo li obnubila?  Secondo mio figlio minore, sono all'ultima spiaggia, se arrivano a importunare un rottame del mio livello.  Che caro ragazzo, il mio piccino... Prima o dopo lo accoppo.  E il bello

Rieccola, in diretta dal passato

Ciao a tutti. Qui qualcuno mi rimprovera di tacere da troppo tempo... E allora, provvediamo!  Periodo intenso, ragazzi. Rogne miste, impegni vari ed eventuali, persino una vacanza... lavorativa.  Quindici giorni spesi a sgombrare e riordinare la nostra casetta in montagna, quella di Ziapercaso.  L'accumulo seriale sembra un crimine diffuso, tra i nostri parenti.  Notevole la collezione di sacchetti di nylon, costituita da oltre un centinaio di esemplari, tanto vecchi da disintegrarsi al semplice tocco della mano. All'interno di uno di essi ho rinvenuto uno scontrino risalente ai primi anni ottanta.   Ho rimosso e smaltito cumuli e cumuli di robaccia ammonticchiata per decenni, in mezzo alla quale ho rinvenuto quelli che considero veri e propri tesori.  Vecchie pentole ossidate mescolate a magnifici paioli in rame; le ultime notizie dell'89, stampate su fogli semidisintegrati dagli eventi, a celare agli occhi oggetti di un tempo che non è più: il tritacarne a manovell

Quando si dice genitori...

Qui i figli crescono, ma noi non riusciamo ad andare in pensione. Uno crede che, crescendo i figli, i suoi impegni andranno scemando. Parlando da mamma, visto che mi sono fatta due p...olmoni così a crescerli decentemente, una volta maggiorenni speravo fosse una strada in discesa.  Invece... Invece non è mai finita. Devi fare da supporter, da motivatore, se capita da psicologo e di certo da diplomatico. Devi suggerire senza interferire, obiettare senza pressare, osservare senza spiare e, in generale, farti i fatti tuoi tendendo sempre i loro al primo posto.  Senza contare le avvelenate che ti prendi quando non ti danno retta, e poi -magari - ti danno pure la colpa dei loro guai. Certe volte li prenderesti a pedatoni... Invece ti rimbocchi le maniche e li aiuti a porre rimedio ai loro svarioni.  Che fatica, ragazzi...  Ce la metti tutta, e tante volte non serve a niente. Oppure a poco, e comunque a molto meno di quanto vorresti.  Uno ci pensa e ci ripensa, e gli verrebbe da

Addio, Duchessa

Solo un gatto. Era solo un gatto, c'è di peggio nella vita.  Nulla di più vero, e ne so qualcosa. Tuttavia... Tuttavia, fatemelo dire: non è vero per niente.  Non era "solo un gatto". Era una compagnia affettuosa per qualcuno che dagli umani ottiene spesso incomprensione, malcelato fastidio, cattiverie o impietose prese in giro. Era una piccola quattrozampe, tutta pelo e poca sostanza, che se si fosse misurata col mio gattaccio ne sarebbe uscita a pezzetti. Tuttavia... Adorava mio fratello. Era talmente affezionata ai suoi umani da inventarsi ritorsioni di ogni genere, quando costoro "osavano" andarsene per qualche giorno di vacanza. Regalava a chi le voleva bene un amore dignitoso e tranquillo, con qualche punta di sussiego quando - appunto dopo un'improvvida vacanza - decideva di vendere a caro prezzo il suo perdono.  Riempiva il cuore al mio Massimo, gli regalava quelle piccole gioie quotidiane che rendono sopportabile la vita; acciambellata in cuc

Provider accreditati

Corsi di formazione, aggiornamento, riqualificazione. Dove piazzano un obbligo di legge, ecco tutti lì a sgomitare per diventare provider. Peccato che, una volta ottenuta la targhetta da attaccare al loro sito, l'indolenza italica abbia spesso il sopravvento.  Andando a caccia di aggiornamenti interessanti, ne scovo uno che promette molto bene. Faccio per iscrivermi, ma sembra accetti i click solo degli iscritti. Dove e quando abbiano ottenuto tale qualifica, non è dato saperlo.  Ostinata, vado ai contatti e gli spedisco una mail. Passano un paio d'ore, e di loro niuna traccia. A questo punto, capirci qualcosa diventa un puntiglio: gli telefono.  La telefonista mi risponde spaesata, prende tempo, si informa bisbigliando con la collega alle sue spalle e, alfine, mi risponde: "Il corso non è ancora attivo." "Perché?" "Troppo pochi iscritti." "Ma se non date la possibilità di dimostrare la propria esistenza in vita agli interessati,

Quote rosa? No, grazie

Scusatemi tanto, ma 'sta storia delle quote rosa mi fa sentire come fossi un panda, o un ornitorinco: una bestia strana o una specie a rischio. Perché mai una percentuale fissa di donne deve essere inserita nei CDA o nelle liste elettorali, solo in quanto femmine?  Mi domando se mai vedrò l'alba del giorno nel quale gli umani smetteranno di interessarsi a quel che si nasconde sotto gli abiti dei loro simili (e all'uso che ne fanno) e inizieranno a valutarli per come pensano, ciò che fanno e le competenze che possiedono.  Non è certamente con le discriminazioni al contrario che risolveremo il problema dell'occupazione femminile, in Italia.  Piuttosto, la sottoscritta auspicherebbe una riscrittura completa della legislazione sulla cosiddetta maternità tutelata e vorrebbe vedere la politica davvero impegnata a potenziare e facilitare l'offerta di servizi di custodia bebè.  C'è poco da sorprendersi se quando una professionista annuncia a colleghi e capouffi