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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Pensavo che...

La odio. Credo sia in assoluto la frase che odio di più. Così come detesto l'espressione di finta innocenza che si dipinge sul volto di colui che la pronuncia, di fronte al tuo sguardo assassino.  Una si barcamena a fatica tra mille cose da fare, ostacolata da innumerevoli impicci e bloccata da improbabili impacci. Essendo persona notoriamente positiva e per nulla incline all'autocommiserazione, assorbe tutta la negatività, la neutralizza (come può) e procede sicura verso la meta, senza lamentarsi mai. Il che alimenta l'illusione generale che la vita le scorra liscia come l'olio.  Per evitare ulteriori casini, ti manda le istruzioni sul da farsi, precise oltre la pedanteria, con largo anticipo sui tempi necessari.  Non paga, conoscendo i suoi polli, ti sollecita anche a trovare i cinque minuti necessari per svolgere le due operazioni utili a risparmiarle, in seguito, tre ore di perdita di tempo. Ulteriore.  E tu che fai? Liquidi la faccenda con un: "Ah, sì

Difficile anche morire

A nzi, sopravvivere ai defunti. Sto naufragando in un tale mare di carte da dubitare di riuscire ad emergerne mai più: più documenti produco, più me ne chiedono.  E tutta questa fatica per pagare, pagare, pagare.  Oggi siamo arrivati alla follia: mi arriva una severa reprimenda da parte di una compagnia assicurativa, la quale mi rimprovera aspramente di averle fatto pervenire alcune scartoffie poco chiare o incomplete. Peccato si tratti di roba mai nemmeno nominata, da chi mi sta inviando le richieste.  Io detesto questo tipo di incombenza. Dopo questo annus horribilis, la burocrazia mi dà veramente la nausea.  Meno male che ci sono i miei ragazzi... Maestri, nel tirarmi su il morale.  La Miss, per esempio: "Mimmi, ti fai la tisana per la silhouette?" "Sì..." "Risultati?" "Nessuno!" "Caro il mio morbido e goffo tacchino!!!" "...." Il gaglioffo: "Mamma, hai venti euro? Mamma, hai visto le mie c

Il Natale: croce e delizia

Detesto del Natale quell'aria festosa di plastica, le tonnellate di mercanzia inutile, le pubblicità martellanti e invasive. Iniziano a bombardarci dal tre di Novembre, e insistono finché arriva l'Epifania e tutte le feste si porta via.  Vorrei attorno un po' di quiete, invece mi fanno sentire un pollo da spennare. Detesto le luminarie. Tutte quelle luci invadenti, che offendono gli occhi di chi ha il buio nel cuore, perché qualcuno di caro se n'è appena andato per sempre, lasciando un ricordo indelebile reso crudele da un rimpianto inconsolabile.  Ho sempre detestato gli egocentrici e i narcisisti, quelli che fanno diventare il Natale un momento di celebrazione personale, scimmiottando pateticamente le tavolate da Happy Day televisivo. Dozzine di persone estranee nel cuore, costrette a riunirsi per forza nel nome di una famiglia tale solo di facciata. Una famiglia destinata a disgregarsi al primo soffio di vento contrario.  Detesto come il Natale faccia

I padroni del mondo

Li inquadri subito. Basta vedere come parcheggiano l'auto. Di solito un SUV, perché è imponente, appariscente e dichiara dinero .   Il soggetto finito sotto la mia lente piazza il suo ipertrofico mezzo di locomozione contromano, preciso di fronte all'ingresso ma in mezzo alla strada, scende con aria baldanzosa ed entra negli uffici con falcata arrogante.  Un signore, già al bancone, lo riconosce all'istante, accogliendolo con uno scherzoso: "Ecco qua! E paron de Casteo..." L'altro acquisisce un'espressione tra la bonomia affettata e le spocchia malcelata, schermendosi con un regale (?) sorriso.  Indi, si semisdraia sul bancone e prende a fare il piacione con la biondina poco più che adolescente del front desk.  Da notare che il nostro i cinquanta non li aspetta più. Patetico...  Con il mio fascio di documenti sottobraccio, sgabbio velocemente, diretta dal mio consulente preferito. Se resto qui un minuto di più, il fastidio che provo nel dover di

In palestra con mio figlio minore

Ogni volta me ne pento. Non di essermelo portato appresso. Mi pento e mi dolgo proprio di averlo partorito.  Mi sbatte la porta in faccia, m'ignora volutamente, mi spia dall'alto, mentre sguazzo in vasca, salvo poi rifarmi il verso a casa, dileggiandomi con tutti i suoi fratelli. Il rispetto, questo sconosciuto... Ieri stavo per sbatterlo fuori dall'auto. In corsa. Alla rotonda, una lumaca travestita da auto m'ingombrava il passo, ferma a meditare invece di guidare. Innervosita, impreco qualcosa ai suoi danni, dicendo: "E allora, ci muoviamo? Ci farai mica invecchiare qui..." "Mamma, stai calma. Anche se ti agiti non arriviamo prima. Poi, vecchia ci sei di già, dunque di che ti preoccupi?" Accidenti a lui. Lo odio. Specialmente quando ha ragione!