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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

La notte dei morti viventi

No, qualcuno me lo dovrebbe spiegare. Ora, qui, subito, sul letto di dolore dove giaccio e digito queste righe. Forse le ultime, per come mi sento. Qualcuno ci deve essere in grado di comprendere - e farmi comprendere - il motivo per il quale Jurassico ed io ci massacriamo in questo modo. E le ragioni (psichiatriche...?) per le quali insistiamo a definirlo "divertimento". Quasi sette ore di cammino sfiancante, per un totale di 15 km su 1200 m di dislivello. Roba che, rientrando, per poco non finiamo la passeggiata rotolando, da quanto eravamo sfibrati. Certo, i panorami guadagnati col sudore erano straordinari... Così come enorme la soddisfazione di essere riusciti in cotanta impresa a dispetto della nostra ragguardevole età. Tuttavia... Una volta tolti gli scarponi, si registrano: piedi come due ferri da stiro, ma di piombo. Giunture di legno, che nemmeno quelle di Pinocchio. Muscoli di pietra, senza alcuna somiglianza con The Rock dei Fantastici Quattro.  Insomma, una d

Storie di famiglia

Un destino, il mio. Prima mio marito che non mi dà tregua finché non gli scrivo "I marmocchi", poi zia Gilda che mi detta gli appunti, chiedendomi di scrivere la storia della nostra famiglia, ora i vostri commenti, a spingermi nella medesima direzione.  Finirà che lo farò davvero...  Tutte quelle vecchie carte e cartoline mi hanno incuriosita. Devo mettermi a far qualche ricerca seria, ricostruire il nostro albero genealogico con un po' di accuratezza, poi chissà che non riesca a buttar giù qualcosa.  Dopotutto, sarebbe un peccato lasciar scivolare nell'oblio tutti quei preziosi ricordi, trasmessi a me da zia Gilda e con me destinati a sparire, a meno che non li fissi su carta.  Che io ci riesca oppure no, in ogni caso, vi ringrazio. Siete sempre un incentivo e una fonte d'ispirazione, per me.  A proposito di ricordi di famiglia, dovrei ripubblicare "I marmocchi". L'ho sistemato un po' (la punteggiatura meritava una bella revisione), a

Case secolari

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Devo farlo. Per quanto questo possa esser doloroso e faticoso, non mi posso più sottrarre. Devo andare nella vecchia casa di zia Gilda, svuotare armadi, aprire cassetti, gettare tonnellate di ciarpame inutile, salvando e salvaguardando però i ricordi di famiglia.  No, quella non è una casa qualsiasi. Quei muri hanno più di cent'anni, sono stati eretti dal mio bisnonno, emigrante di ritorno dalle campagne austriache, abitati per decenni da lui, dalla sua giovane moglie e dai loro tredici figli. Lì ci son nati i loro nipoti, il mio papà incluso; lì hanno giocato, riso e chiassato i loro bisnipoti. Tra i quali anche chi scrive.  Si respira la storia, lì dentro; in quel giardino, su quei sanpietrini, ci ha camminato persino l'imperatore Francesco Giuseppe.  Ieri è stata una giornata di grandi emozioni, per me. Ditemelo pure, tanto già lo so: sono diventata una vecchia sentimentale.  Ma come si fa a rimanere freddi quando scopri, in un cassetto, la lettera scritta alle zie

La sfiga castiga gli audaci

Se di sfiga si può parlare. In effetti,  se devo dire il vero qui la sfiga c'entra poco.  Vi ricordate la gioia di Mpc, in veste di tutor per caso? E il giusto orgoglio del gaglioffo, il quale si era impegnato al massimo per rimediare alle sue difficoltà... fisiche?  Bene, è durata poco. Dopo un paio di giorni al massimo, la prof , assisa sulla sua cattedra, si è rimangiata tutte le promesse fatte prima dell'interrogazione.  Dimentica (?) di aver proposto al nostro un'opzione di salvezza se avesse sostenuto con successo una disamina sull'intero programma, si è messa a far le medie matematiche. Sentenziando la condanna senza appello all'esame di fine estate.  Ora, il debito in una materia è robetta. Anzi, il ripasso accurato durante la pausa estiva si può rivelare una mano santa per uno studente traballante, specie se traballa solo in quella.  Ma così, per piacere, così no. Non puoi illudere un ragazzo di avercela fatta, indurlo a farsi una settimana di st

Non sono un elettrodomestico. Purtroppo.

Rieccomi. Dopo un secolo di latitanza, riappaio sul web.  No, non mi sono impigrita. Non sono a secco di idee, non ho esaurito gli argomenti, non soffro di crampo dello scrittore e nemmeno di sindrome della pagina bianca.  Ho la sindrome della casalinga disperata. E pure della moglie stremata, se posso aggiungerlo.  Vorrei chiarirlo. Magari non a mio marito - il quale tanto 'sto blog non lo legge - ma almeno a chi ha voglia di ascoltarmi: mariti workaholic, datevi una regolata.  Già. Perché questa faccenda dei mariti che lavorano sempre può diventare un problema. Soprattutto quando si concedono una sospensione. Ecco, lì per noi mogli iniziano le straordinarie: ore di dedizione in più, pretese e non pagate. Come tutte le altre, del resto.  Non so il vostro, ma il mio è un individuo ignobile: prima delle ferie, è tutto un progetto. Costruttivo, pimpante, con mille idee che gli frullano nel cervello in attesa solo di essere sviluppate. Realizzasse un decimo di quanto farnetica