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Visualizzazione dei post da 2015

Pensavo che...

La odio. Credo sia in assoluto la frase che odio di più. Così come detesto l'espressione di finta innocenza che si dipinge sul volto di colui che la pronuncia, di fronte al tuo sguardo assassino.  Una si barcamena a fatica tra mille cose da fare, ostacolata da innumerevoli impicci e bloccata da improbabili impacci. Essendo persona notoriamente positiva e per nulla incline all'autocommiserazione, assorbe tutta la negatività, la neutralizza (come può) e procede sicura verso la meta, senza lamentarsi mai. Il che alimenta l'illusione generale che la vita le scorra liscia come l'olio.  Per evitare ulteriori casini, ti manda le istruzioni sul da farsi, precise oltre la pedanteria, con largo anticipo sui tempi necessari.  Non paga, conoscendo i suoi polli, ti sollecita anche a trovare i cinque minuti necessari per svolgere le due operazioni utili a risparmiarle, in seguito, tre ore di perdita di tempo. Ulteriore.  E tu che fai? Liquidi la faccenda con un: "Ah, sì

Difficile anche morire

A nzi, sopravvivere ai defunti. Sto naufragando in un tale mare di carte da dubitare di riuscire ad emergerne mai più: più documenti produco, più me ne chiedono.  E tutta questa fatica per pagare, pagare, pagare.  Oggi siamo arrivati alla follia: mi arriva una severa reprimenda da parte di una compagnia assicurativa, la quale mi rimprovera aspramente di averle fatto pervenire alcune scartoffie poco chiare o incomplete. Peccato si tratti di roba mai nemmeno nominata, da chi mi sta inviando le richieste.  Io detesto questo tipo di incombenza. Dopo questo annus horribilis, la burocrazia mi dà veramente la nausea.  Meno male che ci sono i miei ragazzi... Maestri, nel tirarmi su il morale.  La Miss, per esempio: "Mimmi, ti fai la tisana per la silhouette?" "Sì..." "Risultati?" "Nessuno!" "Caro il mio morbido e goffo tacchino!!!" "...." Il gaglioffo: "Mamma, hai venti euro? Mamma, hai visto le mie c

Il Natale: croce e delizia

Detesto del Natale quell'aria festosa di plastica, le tonnellate di mercanzia inutile, le pubblicità martellanti e invasive. Iniziano a bombardarci dal tre di Novembre, e insistono finché arriva l'Epifania e tutte le feste si porta via.  Vorrei attorno un po' di quiete, invece mi fanno sentire un pollo da spennare. Detesto le luminarie. Tutte quelle luci invadenti, che offendono gli occhi di chi ha il buio nel cuore, perché qualcuno di caro se n'è appena andato per sempre, lasciando un ricordo indelebile reso crudele da un rimpianto inconsolabile.  Ho sempre detestato gli egocentrici e i narcisisti, quelli che fanno diventare il Natale un momento di celebrazione personale, scimmiottando pateticamente le tavolate da Happy Day televisivo. Dozzine di persone estranee nel cuore, costrette a riunirsi per forza nel nome di una famiglia tale solo di facciata. Una famiglia destinata a disgregarsi al primo soffio di vento contrario.  Detesto come il Natale faccia

I padroni del mondo

Li inquadri subito. Basta vedere come parcheggiano l'auto. Di solito un SUV, perché è imponente, appariscente e dichiara dinero .   Il soggetto finito sotto la mia lente piazza il suo ipertrofico mezzo di locomozione contromano, preciso di fronte all'ingresso ma in mezzo alla strada, scende con aria baldanzosa ed entra negli uffici con falcata arrogante.  Un signore, già al bancone, lo riconosce all'istante, accogliendolo con uno scherzoso: "Ecco qua! E paron de Casteo..." L'altro acquisisce un'espressione tra la bonomia affettata e le spocchia malcelata, schermendosi con un regale (?) sorriso.  Indi, si semisdraia sul bancone e prende a fare il piacione con la biondina poco più che adolescente del front desk.  Da notare che il nostro i cinquanta non li aspetta più. Patetico...  Con il mio fascio di documenti sottobraccio, sgabbio velocemente, diretta dal mio consulente preferito. Se resto qui un minuto di più, il fastidio che provo nel dover di

In palestra con mio figlio minore

Ogni volta me ne pento. Non di essermelo portato appresso. Mi pento e mi dolgo proprio di averlo partorito.  Mi sbatte la porta in faccia, m'ignora volutamente, mi spia dall'alto, mentre sguazzo in vasca, salvo poi rifarmi il verso a casa, dileggiandomi con tutti i suoi fratelli. Il rispetto, questo sconosciuto... Ieri stavo per sbatterlo fuori dall'auto. In corsa. Alla rotonda, una lumaca travestita da auto m'ingombrava il passo, ferma a meditare invece di guidare. Innervosita, impreco qualcosa ai suoi danni, dicendo: "E allora, ci muoviamo? Ci farai mica invecchiare qui..." "Mamma, stai calma. Anche se ti agiti non arriviamo prima. Poi, vecchia ci sei di già, dunque di che ti preoccupi?" Accidenti a lui. Lo odio. Specialmente quando ha ragione!

Romanticherie in grigio

Metti una luminosa domenica di fine novembre. Metti una coppia di coniugi stagionati, a passeggio lungo un pittoresco sentiero di campagna.  Metti una rosa macilenta, occhieggiante tra il verde confuso sull'argine del fiume.  E metti un Jurassico, in modalità marito romantico , che s'intrufola tra i rovi, si graffia una mano, conquista la rosa e te la dona con un sorriso e un piccolo bacio.  Tu ti squagli, come da manuale, e ti compiaci di aver sposato un uomo così. Poi lui estrae la macchina fotografica, scatta due foto per immortalare la tua gioia, e te le mostra orgoglioso: "Guarda che bella!" E già tu non lo ami più come poco prima. Perché sbatterti in faccia la tua rotonda, rugosa, spettrale realtà??? L'amore è proprio cieco. Non mi stancherò mai di ripeterlo. 

Mezzo secolo d'amore

Che bello, ragazzi. Adoro gli anniversari di matrimonio, adoro festeggiare questi nonni con le stelle negli occhi, il cuore pieno d'amore e raggianti di orgoglio, circondati dalle splendide famiglie che hanno saputo creare.  Mi entusiasmo nel vedere come ci siano persone capaci di far germogliare l'amore, al punto di riempire una sala immensa di persone affezionate a loro sul serio.  Toni e Savina, che gran bella coppia. Che bello vederli ballare insieme, incerti nel passo ma sicuri nel cuore. Bello sentire l'emozione nella voce della nipote, che si commuove nel chiamarli i nonni migliori del mondo.  Che splendida serata ci hanno regalato. Tutti abbiamo brindato alla loro salute, assieme a loro ci siamo beati dell'atmosfera di gioia vera, amore grande e amicizia autentica.  Grazie ai due piccioncini , Jurassico e io abbiamo anche conosciuto due gran belle persone. A volte il destino - che sa essere molto crudele - ti regala un incontro insperato in circostanze

Deliziosi ossimori

Buttare giù una tisana dimagrante (orrenda) per accompagnare un muffin con le gocce di cioccolato (delizioso).  Non dimagrirò mai, è deciso. 

Casa libera nel week end

"Mamma, sabato c'è il diciottesimo di D." "Bene..." "Ho bisogno della casa libera!" "E perché? Lo fate qui???" "Ma va'! Lo facciamo in discoteca. Solo che dopo ci sono tre miei amici che non sanno come tornare a casa e mi hanno chiesto di venire qui a dormire" "E noi perché ce ne dovremmo andare? Abbiamo tre letti in più!" "Sì, ma non saranno solo tre, in realtà..." "Quanti saranno?" "Sette." "Sette?!" "Sai com'è, da cosa nasce cosa... Quando hanno sentito che dopo la festa si veniva da me hanno iniziato ad aggiungersi un po' di amiche mie... Insomma, ve ne dovete andare. Prendete il camper e vi passate un bel fine settimana di coppia, state un po' soli, vi rilassate e fate qualcosa di carino. Che vi fa anche bene!" "Mhm. In effetti, sarebbe anche il mio programma. Bisogna vedere se riesco a convincere tuo padre." "Per

Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate...

... a Casa per Caso. Essere ospiti a casa nostra è sempre un'esperienza ai confini della realtà.  Eppure, c'è ancora qualcuno che tenta la sorte e si arrischia a chiamarmi, annunciandomi il suo arrivo in una sera di mezzo autunno.  Annuncio da me prontamente girato ai figli attualmente presenti sotto al tetto paterno, i quali registrano la notizia con la consueta, compunta attenzione. Ovvero, mi badano a malapena.  In programma, una cena per soli ultracinquantenni alle pendici del Grappa, rientro a casa, pernottamento degli amici nella camera degli ospiti, di solito utilizzata come stanza da stiro. Ovvero, inutilizzata, dal momento che la sottoscritta stira una volta ogni quattro mesi.  Già la prima parte viene funestata da una delle mie solite performance c0n le lenti a contatto. Durante il tragitto in auto, la lente sinistra diventa insopportabile. Bloccata dalla cintura, sfilo la lente incriminata e faccio per riporla nel suo astuccio: sparita. Smaterializzata. Scom

No comment

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Wapp appena ricevuto da mio figlio minore. Sto morendo...

Vita da matrigna

Ci sono dentro da più di vent'anni, ma non mi ci abituerò mai.  Non mi abituerò mai a tutti quelli che ti studiano, per capire qual è il tuo, e poi giudicano se lo tratti come gli altri oppure no.  Questi Soloni che si permettono di salire in cattedra e valutare il tuo operato, senza aver la minima idea di come la maternità sia uno stato mentale, una disposizione d'animo, una condizione del cuore. Non un codice genetico trasmesso attraverso una mezza cellula.  Essere genitore risponde alla legge del tutto o nulla: uno o ti è figlio, oppure no. Non ci sono vie di mezzo, sfumature, parcellizzazioni della condizione di padre o di madre.  Ma siccome non ci sono passati, non lo sanno. Non lo sanno cosa significhi essere un genitore misto, un po' biologico e un po' no, avere un figlio di pancia e tre di cuore, aver cambiato molti pannolini ma non tutti, aver visto i primi passi di alcuni, i primi sorrisi di nuovo sereni di altri, il primo amore di tutti. Non sanno cosa

Ci sono momenti...

Ci sono momenti nei quali vorresti fare tante cose per loro, ma non puoi fare altro che stare tranquilla e lasciarli fare. Sapranno muoversi di certo meglio di come faresti tu.  Ci sono momenti nei quali sei così in pena per loro da desiderare di caricarti tutto il peso della situazione sulle spalle, per alleggerire le loro. Poi li guardi in faccia e capisci che l'unica ad essere in pena sei tu. Loro se la stanno cavando alla grande e quello che a te sembra un macigno per loro è un normale zainetto. Perfettamente adeguato ad ampiezza e  robustezza delle loro clavicole.  Ci sono momenti in cui li guardi e ti chiedi se sei stata in grado di insegnargli qualcosa di utile, soprattutto per quando saranno così lontani da te da non sapere nemmeno cosa gli potrebbe servire. E poi scopri che riescono sempre a uscirne al meglio, perché possiedono la dotazione più importante: gli strumenti per capire cosa è giusto fare.  Ci sono momenti topici, momenti nei quali tutti, ma proprio

Tecnologicamente inetta

Mpc e Jurassico in auto. Squillo del telefonino di lui l. "Tesoro, puoi rispondere tu, per piacere?" "Certo... Ma... Come mai..." "Che c'è?" "..." "Chi è?" "..." "Chi mi sta chiamando?" "Non capisco..." "Lo dice! Il cellulare lo dice chi mi chiama!" "... Valentina Carli. Perché ti sto chiamando?" "..." "Fammi vedere...Sì. Il mio cellulare ha fatto partire una chiamata a caso!" "Sei un disastro... Dammi quel telefono, va'!"

Feste non stop

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Il rientro del filosofo dalla trasferta orientale è stato segnato da grande entusiasmo, una grigliata epica e una festa a sorpresa a lungo pianificata.  La sottoscritta è stata reclutata con largo anticipo dagli amici di Andrea e incaricata delle manovre diversive: il mio compito era quello di tenerlo a casa. Il primo sabato dopo il ritorno in patria... La faccenda mi ha richiesto parecchio impegno, perché far per sembrare vera un'iniziativa del tutto al di fuori dalle mie abitudini ce n'è voluto del bello e del buono. Ho risolto inventandomi una cena di precetto, per  rivedere l'informatico e salutarsi tutti assieme. L'argomento  Famigghia è sempre vincente, a Casa per Caso. Nel frattempo, era stato creato su wapp il gruppo "Festa a sorpresa di Per Caso", di cui facevano parte anche due dei fratelli Per Caso, in qualità di basisti operanti nella Stamberga.  Il filosofo, un po' sfusato, parecchio stanco e in altri pensieri affaccendato, non immagina

Adotta i miei Marmocchi

Rieccoli, i Marmocchi. A quattro anni dalla prima stesura ed edizione, più di qualcuno ancora mi chiedeva di leggerli. Solo che erano spariti: fuori catalogo, out.  Non che quando erano in distribuzione fossero facili da trovare: questo libro è sempre stato più difficile da procurarsi del Santo Graal. Da quel che mi hanno detto, in libreria non ci arrivava proprio, neppure su implorazione. Unico modo di procacciarselo, ISBN. O venire a Castelfranco, alla libreria Torre di Libri. Lì mi vogliono bene e qualche copia me l'hanno sempre tenuta... Grazie, Camilla e Luca. Siete i migliori, sempre.  Tuttavia, Mpc non è donna dalla resa facile: scaduto il mio primo contratto come autrice, mi sono riciclata come scribacchina autopubblicata.  Recuperato il mio amatissimo file, l'ho rivisto, corretto e soprattutto aggiornato.  La nuova edizione si è arricchita con gli sviluppi degli ultimi cinque anni della nostra avventura familiare e di come, nonostante tutto, la sottoscritta si

Quando si dice cultura...

"Mamma, perché devo avere degli amici così ignoranti? Mi fanno restare basito..." "Che hanno fatto?" "Volevo raccontargli la storia di Medea. Mi ha colpito molto. Appena ho pronunciato la parola Medea s0no partiti per la tangente. Medea? Chi è questa Medea? La tua prossima morosa? Passami il suo profilo Facebook! "

Una recensione da gaglioffo

"Credo di essere un tradizionalista. Io queste rivisitazioni in chiave romantica dei classici non le posso proprio soffrire..." "Tipo?" "Tipo la saga Twilight. Senti, ma vuoi mettere Stoker... L'ho letto anni fa e ancora me lo ricordo alla perfezione! Anzi, quasi quasi me lo rileggo..." "In effetti, è piaciuto molto anche a me. Era geniale!"  "Infatti. E adesso mi prendono i vampiri e me li fanno sbrilluccicare al sole? Ma è roba da ragazze! Non si può: il vampiro è una creatura della notte!" "Vero..." "Vabbe', non faccio l'hater, se a tanti piace, che se lo leggano. Io no, grazie. Come le cinquanta sfumature: anche quella è roba da donne! Bleah!"  "Non l'ho letto, ma non credo mi piacerebbe. Perché è da donne, secondo te?" "Le mie compagne di classe lo adorano. Ho chiesto la trama, e mi hanno risposto che sono loro due che fanno sesso tutto il tempo..." "Ah

Mpc tra libri ed autori

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Ogni tanto una domenica di ferie ci sta. Ferie dal marito, intendo: impegnato in una trasferta a quattro ruote, diviso tra museo Ferrari e drive test, Jurassico ieri era fuori stanza.  Mpc, felice come uno scolaro in un giorno di vacanza inaspettato, si organizza con un'amica e fugge nella natia Padova. Dove c'è la Fiera delle Parole.  Per una parolaia matta come me una manifestazione del genere è come il canto delle sirene: l'unico rammarico, averla scoperta solo ieri. Comunque, l'anno prossimo si replica, e la sottoscritta sarà sul suolo patavino per una settimana intera. Garantito.  Ci siamo sentite Carofiglio, divertente e autoironico, presentato da Massimo Cirri, personaggio a me sino a ieri ignoto ma da oggi entrato di prepotenza nella lista delle mie letture obbligatorie. Mi ha fatto morir dal ridere...  Poi è stata la volta di Mario Tozzi, col suo Tecnobarocco .  Già questo, un libro sull'inutilità di molta della tecnologia dilagante nelle nostre vi

Questi stranieri...

Scena: locale ipermercato, un pomeriggio di inizio autunno. Di fronte a me, incede caracollando sullo zatterone un prodotto locale, bionda di bottiglia, vestita come una ventenne, trentacinque-quarant'anni. Ex bella de casa, attualmente sciupatella per uso e abuso di ultravioletto selvaggio e, a occhio e croce, pure di fumo di sigaretta.  La nostra rumina a bocca sempiaperta una gomma, spingendo un carrello quasi interamente occupato da una ragazzina di otto anni circa, piegata come un origami, con la medesima espressione nauseata dalla vita esibita dalla madre. Non comprendo se sia genetica o imitazione, ma sviluppo un senso di ripulsa immediato per entrambe, anche perché 'sta storia della scarpe dei bambini sul fondo dei carrelli è quanto di più antigenico si possa concepire. Ma 'sti ragazzini non sanno camminare? Li trasportano con i carrozzini fin sull'uscio delle elementari, poi al super li caricano nei carrelli manco fossero disabili. Si stancano troppo a segui

Queen drama forever

Ebbene sì, lo ammetto. Ho ereditato dalla mia mamma la diabolica tendenza  alla previsione funesta,  all'angoscia malcelata, alla prevenzione ossessiva.  I miei figli non fanno che dileggiarmi per questo.  Sono un'incompresa: io non sono convinta del dramma incombente. Io sono quella che prende l'ombrello perché ciò le dà la certezza che non pioverà. Perché se faccio l'ottimista cosmica e lo lascio a casa, è subito nubifragio.  Una deve fare i conti con l'esperienza, no? Ebbene la sottoscritta, ogni volta che si è sentita ben salda sul terreno e al sicuro, è stata travolta da una frana.  Ergo, non fatemi una colpa se indosso l'ansia come un impermeabile: sto invecchiando, preferisco tutelare le mie ossa dall'umidità.  Che poi, scusate, la sorte davvero si accanisce.  Vado a pranzo a Venezia con amici, un sabato di questi, e scoppia un incendio vicino a Casa per Caso.  Le autorità diramano l'allarme diossina e avvisano la popolazione di chiud

Il sabato del villaggio

"E dopo mi chiedi perché passo il sabato sera on line con i miei amici..." "In effetti, me lo chiedo. Perché?" "Perché i miei migliori amici abitano almeno a venti km da qui." "Ok, i tuoi compagni di merende ludico-informatiche, sì. Ma non ne hai altri? Abiti qui da sempre, accidenti, qualche vecchio amico con il quale uscire fisicamente, far quattro chiacchiere, insomma, una roba un po' meno virtuale di una chiacchierata in cuffia, no?" "In effetti, qualcuno ci sarebbe. Ne ho trovati un paio giusto in settimana..." "E...?" "E. E mi hanno proposto di uscire sabato sera. Ho chiesto che c'era in programma: due opzioni. Una, andare a sfondarsi a bestia al pub, ubriacandosi di superalcolici. L'altra, andare a stordirsi di canne dietro a un centro commerciale... Ho risposto, grazie, no! Sono impegnato... " "Ossignore... Vabenevabenevabenecosìstaipurealcomputerquantovuoi!!!" Comment

Mpc e la burocrazia

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E' sempre stato così. Le carte mi mandano in cortocircuito il cervello: meno le maneggio, meglio è.  Ho spedito una raccomandata alla Telecom, allegando una riga di documenti scannerizzati.  Tutta orgogliosa di me e della mia performance tecnologicamente corretta, ho lavorato dal mio account di casa, sentendomi proiettata nel futuro.  Mandare una RR direttamente dalla mia scrivania, senza dover uscire di casa e fare la fila... Una conquista epocale, per una che fino a quattro anni fa era ancora ferma al cellulare a conchiglia.  Dopo qualche giorno, mi è arrivato l'avviso di ricezione. Un sottile senso di trionfo mi ha pervaso, fino al giorno in cui mi ha telefonato mia cognata.  "Sai, ho dovuto rifare la raccomandata per il telefono di papà. Dicono che non si leggeva bene la data di scadenza del documento di Giuseppe..."  "Bah, magari era un po' chiara la fotocopia. Che seccatura, però!"  "Già. Pazienza, va'..."  L'altro

Pantere grigie

O rosso menopausa. O biondo di bottiglia, quasi mai nero corvino, perché dopo i quaranta non ci crede più nessuno, ma insomma.   Parlo di noi signore un po' agée, in zona menopausa e oltre.   A volte molto oltre.  A ppesantite dagli eventi o rinsecchite dalla vita, solcate dalle rughe e in procinto di franare. O già smottate di brutto, per età, sfiga o genetica.  Ci distinguiamo per la nostra eleganza sobria, per la piega moderata, per i gioielli in oro giallo. Già, quella roba che le giovani snobbano e noi insistiamo a portare, perché dietro a quel fulvo che a mia figlia sembra tanto sfacciato c'è tutto l'amore di suo padre, il grazie di una zia, l'orgoglio di una mamma quando l'hai resa nonna.  Mi rifiuto.  Mi rifiuto di fingere di esser ciò che non sono, di scimmiottare una moda che farebbe di me una marionetta anacronistica,  di simulare un'assenza di degrado alla quale sarei la prima a non credere.  Sono vecchia e me ne vanto.  Ebbene sì, ne

Ricordi d'infanzia

"Te lo ricordi di quella volta che mi hai messo il cerotto, Vale...?" "Sì! Ahahah!!!" La Miss e il gaglioffo si scambiano ricordi, dei quali la sottoscritta non serba minima traccia.  "Mamma, una volta mi ero sbucciato un ginocchio e mi sono fatto curare da mia sorella. Poiché le nostre conoscenze mediche derivavano dai cartoni animati, mi ha messo sulla ferita due cerotti messi a croce. Chissà perché nei cartoni li mettono sempre così?" "Boh!" "Boh..." "Boh." "Comunque, io ero molto orgoglioso della medicazione fatta dalla mia sorellina e non me la sono voluta togliere finché non si è incollata... Poi hai dovuto levarmela tu, mamma, e mi hai scorticato! Me lo ricordo ancora..." "Avrai fatto infezione. Oppure il cerotto ti si è incollato alla ferita, capita a volte. Quando lo togli può far male, in effetti!"  "Ah, che infanzia piena di pericoli la mia!"  Un lieve senso di colp

Atti simbolici

Che soddisfazione, gente, che soddisfazione.  Ieri ho compiuto un atto simbolico, con il quale sento di aver rialzato le quotazioni del femminismo italiano: ho riparato l'armadietto della cucina.  Ebbene sì, ormai la Stamberga perde pezzi: esausta per essersi aperta e chiusa milioni di volte, la cerniera dello sportellino del pattume l'altro ieri è schiantata.  Memore di come, cinque anni fa, figlio e marito fossero andati a procacciarsene due nel Vicentino, sono andata a ripescare quella inutilizzata in un armadio. Non mi ricordavo dove fosse stata messa, ma so come ragiono, e non è stato difficile reperirla. Jurassico, mentre io la disseppellivo, non era riuscito nemmeno a disseppellire nella memoria l'episodio del suo acquisto.  Quando, trionfante, ho agitato il trofeo davanti al suo naso, ha dichiarato: "Sabato te la sistemo!" E invece... Munita di pinze, cacciavite e tanta buona volontà, ho smontato lo sportello, svitato la cerniera vecchia, l

Il polpo della discordia

Giuro, non avrei mai pensato che il banco del pesce potesse essere un potenziale focolaio di conflitti. E invece... La tizia prima di me si compra quattro cefali e due orate, operazione per la quale tiene impegnato il pescivendolo per circa un quarto d'ora. La piattaforma d'intesa messa su da quei due farebbe invidia alla Camusso: dalla coda alle interiora, dalle squame alla cottura, non c'è aspetto della questione ittica che non abbiano affrontato.  La signora è - dichiaratamente - un'incapace in cucina, il commesso un po' inesperto: e mascherano la loro incompetenza parlando, parlando, parlando.  Un incubo, specialmente se si pensa che fuori si sta scatenando l'inferno e la sottoscritta vorrebbe andare a verificare i danni...  Nessuno, per fortuna e per la cronaca.  Dal magazzino spunta un altro commesso, mosso a pietà, e mi chiede di cosa ho bisogno. Io sorrido e indico un polpo. Non l'avessi mai fatto! La logorroica individua alla mia destra s

Stiamo calmi... Non è una guerra

Ci risiamo. Anche l'ultimo plotone dei richiamati è partito: è ripresa la scuola.  In tutte le regioni, a tutte le età, ormai le cartelle sono tornate in funzione, i battenti scolastici riaperti, e l'alba precoce, segnata dal suono della sveglia a ridestare un esercito di studenti e scolari, ha sostituito le pigre giornate estive.  Si ripeteranno i drammoni di sempre, le maestre da scannerizzare, i libri da ordinare, i quaderni-copertine-matite-pastelli-pennarelli multisize da acquistare. Il pomeriggio del primo giorno di scuola, tutti assieme. Mai che una maestra abbia l'accortezza di consegnare l'elenco del materiale necessario assieme a quello dei compiti per le vacanze, alla fine dell'anno. Così oggi si vedranno squadroni di madri impegnate a rubarsi l'ultimo quadernone di Violetta rimasto, mentre pochi, sparuti padri si interrogheranno a vicenda, a bassa voce per non farsi riconoscere: "Cos'è il quaderno architetto?" Le madri ieri avr