Help!

Ok. Non si giudica un libro dalla copertina, e dunque nemmeno una giornata sulla base delle due ore inaugurali.
Però ci sono giorni nei quali ti penti e ti duoli di essere scesa dal letto, mannaggia.
Mettiamo pure da parte il fatto di essermi inspiegabilmente svegliata alle quattro del mattino. Scarse.
Ignoriamo di esserci lette mezzo e-book, che da quando ho il libro virtuale dotato di illuminazione strategica posso passare le notti in bianco, senza che il tricheco al mio fianco cambi anche solo il ritmo della ronfata. Manco più il deterrente del marito che sbofonchia una protesta, ho più. Ormai siamo alla lettura compulsiva.
Però ritrovarmi con il pavimento zozzo che manco avessimo invitato a cena una mandria di bufali (in effetti, una mandria di diciassettenni però c’era, ieri sera…), la cucina in stato di abbandono (gravissimo errore non aver fatto funzionare la lavapiatti a pranzo, ancorché seminvuota…), le ceste del bucato traboccanti un’altra volta (ma non avevo lavato tutto entro venerdì sera?) e gatti di polvere impegnati in un Gran Premio su tutta la superficie del mio parquet è un colpo basso.
La cura della casa non mi deve aggredire in questo modo, specialmente di lunedì. Altrimenti io la prendo male e la trascuro: difatti, invece di sfaccendare come un’ape in un campo di fiordalisi sono qui a ticchettare.
Che non mi è andata bene nemmeno questa, a dire il vero: tra cavi allentati e connessioni staccate ci ho messo dieci minuti ad avviare il fisso. E’passato il gaglioffo a rubarmi le casse. Demolendo tutta la mia postazione di lavoro, come sovrattassa sul furto subito. Devo suggerire a mio figlio la carriera politica: i fondamentali li ha già introiettati. Tutti.
Abbiamo già al nostro attivo un educato scambio di idee con il Jurassico, il quale esibisce nel suo argomentare l’understatement di un triceratopo, mentre la sottoscritta risponde con gli eleganti modi di una lavandaia e il linguaggio di un camallo. La coppia perfetta.
A ciò si aggiungano due impegni inderogabili sopraggiunti all’improvviso, distribuiti in posizione strategica durante il pomeriggio, piazzati precisi precisi in modo da monopolizzare tutto il mio tempo dalle 14,30 in poi. Mi farò un’ora e mezzo di macchina e il resto del tempo a fare la spola qui e là per accompagnare gente appiedata o priva di tempo e mezzi per arrangiarsi. Una goduria.
Il tutto sostenendo altresì l’onda d’urto delle incomprensioni, distrazioni, disorganizzazioni e conseguenti scontri all’arma bianca tra i vari personaggi dello psicodramma nel quale mi trovo, incolpevole, a fare da controllore del traffico, tassista e netturbino. In senso lato e pure letterale, mannaggia. Oggi mi tocca pure la discarica.
E dopo ti dicono che fai la signora…
Qualcuno ha da offrirmi un lavoro, per favore? Va benissimo anche su una piattaforma petrolifera, una stazione orbitante attorno alla Terra,  oppure su una corazzata dislocata nel Pacifico. Qualcosa di faticoso, remunerativo e molto, molto, molto lontano da casa. Si esaminano proposte, astenersi perditempo. Di quelli ne ho già d’avanzo.

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