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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Gli aquilotti abbandonano il nido...

E meno male! pensa mamma aquila. Tra cambio di stagione, ultime lavatrici prima delle partenze (ma quante sono? Non finiscono mai!) e liste chilometriche di masserizie da acquistare per la sopravvivenza della fanciulla in ambiente ostile, sono finita. E’ sempre così: quando penso alla loro uscita di scena, mi trema la palpebra e mi s’inumidisce il ciglio. Salvo poi ridurmi a una gelatina per stare dietro a tutte le loro esigenze, finendo con il domandarmi: “Ma quando se ne vanno???” Comunque sia, ci siamo quasi. Il filosofo è dato per partente stasera, la Miss tra una settimana. Poi, credo partirò io: ho bisogno di un po’ di tempo per me. Vivere per conto terzi (e quarti, e quinti…) mi sta esaurendo. 

Un lunedì mattina felice

Non tutti i lunedì sono forieri di tempesta. Questo, per esempio: dopo un fine settimana all’insegna della serenità (sabato un piacevole invito con amici in quel di Venezia, domenica una cena familiare con la banda al gran completo, così chi resta ha potuto salutare per benino chi sta per partire), mi sono concessa una chiamata a un caro amico. Un amico con il quale non mi sentivo da qualche mese, nonostante pensassi a lui assai spesso: l’ultima telefonata con lui mi aveva lasciato l’amaro in bocca. Quando senti come vengono trattate le brave persone, alle volte, devi controllarti per non sbarellare, facendoti giustizia da solo. Un amico di quelli veri, con i quali ti puoi permettere di non aver tempo, perché non ti rimprovera mai “Quanto tempo!”. Uno di quelli fidati, di quelli capaci di non giudicare, di quelli con i quali bastano due parole, un breve silenzio, un sorriso per capire tutto. Uno di quelli con i quali il filo non si spezza mai, nonostante i guai, il tempo, la vit

La distrazione cronica è un difetto genetico. Ne ho le prove.

“Guarda che bella ragazza quella che arriva… Però! Anche la madre non è male! Che due belle donne… ” “Ciao nonna! SMACK, SMACK!” “Ciao mamma!” “Ohsantocielo! Siete voi… Sempre immersa nei miei pensieri, non vi avevo riconosciute. Però mi ero accorta di quanto siete belle!” Però. Riesce ad essere peggio di me, mia madre. E dire che ci vuole impegno!

Buoni propositi e docce fredde

“Mamma, per piacere, stasera preparami carne.” “Carne? Che tipo di carne?” “Va bene anche il pollo.” “Ehhhhh??? Ma che, sei impazzito? Da quando mi chiedi del pollo, tu?!” “Da quando ho adottato la filosofia della doccia fredda.” “Scusa?” “Te l’ho detto, che ormai io la doccia la faccio solo fredda. E ti faccio notare che faccio una doccia al giorno…” “Vedo. Speriamo che quest’inverno tu non ti becchi una polmonite. E comunque sia, mi sfugge il nesso tra questa cosiddetta filosofia della doccia fredda e il pollo.” Questo figlio. Più cresce meno lo capisco. “E’ la mentalità che ti porta a fare cose che non ti vanno, perché fanno bene. Ho bisogno di proteine, se voglio aumentare la mia massa muscolare. Quindi devo mangiare pollo, nonostante non ne sia un fan. E’ un alimento proteico leggero, nutriente, povero di colesterolo.” “…” “E’ come con lo studio. Chi è il demente che studierebbe per dodici ore al giorno? Invece lo fai. Lo fai perché fa bene al tuo cervello e

La Miss fa i bagagli

Ebbene, sì. Mi sono concessa un periodo di pausa da tutto, persino dai giornali e dal web. Settimane durante le quali la Miss ed io abbiamo condiviso vacanze tutte al femminile, grazie anche al generoso contributo di un’amica impagabile, passeggiate salutiste e trasgressioni alimentari peccaminose quanto goduriose. Momenti piacevoli, a tratti indimenticabili, che conserverò nel mio cuore per riscaldarlo durante le stagioni di plumbeo grigiore che mi attendono. L’ultima estate completamente libera della mia unica ragazza, le ultime settimane di spensieratezza da liceale. Ne abbiamo assaporato ogni momento, consapevoli che il nostro legame è tanto forte da non essere minacciato dai lunghi mesi di lontananza che ci attendono.   Tra un paio di settimane la trasferta sarà compiuta, l’università iniziata e la mamma tragicamente combattuta. Combattuta tra la tristezza di un’altra stanza rimasta vuota, dell’immobilità di una Stamberga ormai animata solo dai barriti del giovane gamer,

Vichinga

“Ma che c’è in questa pentola enorme?” chiede il gaglioffo. “I vasi di salsa. Stanno finendo di andare sottovuoto.” “E non si possono spostare? Dobbiamo cucinare!” “Guarda che pesa…” “Ma come l’hai messa lì tu???” “L’ho messa vuota, scemo! Vasi e acqua li ho aggiunti dopo!” “Ah, ecco, volevo dire. Una vichinga, sennò!” Il filosofo apre la porta della cucina. “Perché apri? Ho freddo!” protesta la Miss. “Mi apro un varco. Così portiamo fuori la pentola.” “Vedi che ti fa male il polso. Fai fare a Matteo” obietto io. “A me fa ancora male la spalla” risponde il gaglioffo. “Mettetevi insieme, un braccio per uno…” suggerisce la sottoscritta, la quale sta perdendo la pazienza. La nostra casa è funestata da patologie tendinee, di recente. “Ok, tu potresti metterti così, io la prendo di là… Aspetta che vado un attimo… Ma chi l’ha spostata, adesso?! E’ sul tavolo fuori!” “Io” risponde, asciutta, la veneranda genitrice. Il trio dei figli sgrana gli occhi, mentre Ma

Litri e litri di latte

Siamo ancora tanti, in giro per la Stamberga. Lo capisco dai litri di latte che mi tocca comprare e dai quintali di frutta che svaniscono dal frigorifero. Del chiasso che caratterizzava la loro presenza, in un tempo ormai lontano, non rimane che l’eco, richiamato dalla mia memoria. Chiusi nelle loro camere, portano avanti la loro vita, separata dalla mia. Come è giusto che sia. L’unico a rimanere chiassoso è un inesausto gaglioffo, sempre impegnato in sanguinose campagne di guerra e collegato via web con gli inossidabili compagni di merende informatiche. Ogni tanto si sentono urla e orribili favelle provenire dalla tana della belva, la quale occasionalmente scende a valle a procacciarsi il cibo. A pranzo si arrangiano, preparandosi pasti diversi in orari differenti, in serena anarchia,  mentre la cena rimane il nostro consueto momento di aggregazione: l’unico che ci vede tutti riuniti attorno alla tavola, Jurassico compreso. La scuola ancora lontana e le università chiuse perm