Debito saldato

Il gaglioffo ha saldato i suoi conti in sospeso. Un debito contratto grazie a un’insegnante dall’intelligenza non comune, capace di leggere tra le righe di un eccesso di sicurezza trasformatosi lentamente in arroganza. Una donna grintosa quanto basta a trasmettere un messaggio fondamentale: i tuoi risultati non sono valutati in senso assoluto, ma devono essere proporzionati alle tue capacità.
Un gigante che solleva cinquanta chili non fa ‘sto gran lavoro. Se ci provo io, merito un encomio solo per il tentativo. Anche se fallito.  
Il nostro, avviluppato nei meandri di disequazioni e sistemi, incalzato da codici ed economisti, con contorno scienze umane miste, s’era perso l’Inglese per la strada. Convinto, come tutti gli ignoranti, che valga assai più la pratica della grammatica, ha finalmente introiettato un concetto fondamentale: la grammatica non è un optional. La grammatica è una buona base – la sola buona base – sulla quale appoggiare una pratica costante e indefessa, che solo così diventerà produttiva quanto basta.
Fossero sufficienti le chiacchiere e un po’ di esperienza sul campo, saremmo tutti scienziati e gran dottori.
Va da sé che il mio plauso va tutto alla docente, mentre l’alunno, reo confesso e consapevole della sua insipienza, non ha avuto alcun bisogno d’interventi da parte di mammina. E’ grande, grosso e vaccinato: che s'arrangi a saldare i suoi conti. Io la mia parte ormai l’ho fatta.
E così è stato: il bilancio dell’episodio è tutto in positivo. Queste sono lezioni di vita impagabili.
Naturalmente, nessuna madre degna di questo nome se ne va in giro balzellon balzelloni mentre i figlio rischia – sia pur alla lontana – una seconda bocciatura: un po’ incupita, ieri vagavo tra gli scaffali del supermercato quando sono stata avvicinata da una collega mamma. Costei mi ha fermata, comunicandomi tutta la sua indignazione per l’ingiusto trattamento subito dal mio povero rampollo, notoriamente il più ferrato della classe nella lingua della perfida Albione. 
Quanto perfida è stata la prof a non trasformare il cinque e settantacinque in un rotondo – e assolutorio – sei risicato?  
Vi lascio immaginare la mia risposta. Concisa, tranquilla e tranciante quanto un colpo di mannaia.
Non vi so dire la faccia di questa, quando mi ha sentita anima e ‘core con la cattivona della situazione.
“Sono l’unica cui questi ragazzi fanno tanta pena…” ha pigolato, annientata dal mio piglio censorio.
Purtroppo non è così. Sono tante, invece, le mammine sempre sulle barricate, a difendere i loro innocenti piccini. I quali, se noi genitori non ci diamo una scossa, verranno su come una massa di smidollati. E saranno surclassati da tutti coloro che per nascita, religione o etnia, avranno fatto i conti fin da ragazzini con una signora per la maggior parte dei nostri illustre sconosciuta. La severità.


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