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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Tutto bene. O quasi.

Sempre di corsa, di corsa, di corsa. Ragazzi, ma quando potrò rallentare??? Senza rischi, peraltro: domenica sera una mia amica ed io abbiamo provato a rallentare. Anzi, ci siamo fermate proprio. Con l’auto, a una rotonda: peccato che il giovanotto dietro di noi non abbia condiviso la nostra scelta e ci sia piombato addosso come un ariete. Che botta! Non capivo nemmeno cosa fosse successo: mi guardavo attorno con aria beota, chiedendomi Ma cosa ci ha colpito? Il trauma cranico (leggero, per fortuna: sennò sai che guaio, ritrovarmi con una testa ancor più balenga di così…?) m’impediva di ragionare in modo compiuto, a quanto pare. L’ipotesi che non fosse un meteorite ad esserci arrivato addosso non mi sfiorava nemmeno: non vedevo ostacoli davanti e a fianco, dunque non c’erano spiegazioni razionali al fenomeno paranormale in cui ero stata coinvolta. Il colpo da dietro era un’ipotesi cancellata da quello in testa. Che bella serata abbiamo trascorso… Quattro ore in Pronto So

Caccia grossa in città

Qualcosa di semplice nella mia vita, mai. La sorte ama prendersi gioco di me, quali che siano i miei ambiziosi progetti. I miei tre giorni a Milano, per esempio: la Miss impegnata nel college camp, io finalmente a godermi le amiche, dopo quasi tre anni trascorsi senza riuscire a  vederci. Combattendo vittoriose contro nubifragi, emergenze sanitarie e locali fantasma, qualche ora assieme siamo riuscite a rosicchiarla. Rischiando di mancarci, visto che le due Vale, con perfetta azione sinergica, si sono date appuntamento di fronte a un locale ipogeo, attualmente  smantellato e reso invisibile. Grazie, Valeria. Tu sì che mi vuoi bene. Quanto a Vale Mpc, di fronte a tale emergenza, ben pensa di rendersi irreperibile facendo scaricare il cellulare. Ottima mossa anche la mia. Due geni al lavoro. Come sempre,  Lupetta ci surclassa con la sua classe. Elegante, raffinata, capello senz'ombra di ricrescita, non ha sbagliato una mossa. La Grace del trio. E Terry? Vogliamo parlare di questa

Anestetizzata

A volte avere troppo da fare è una benedizione. Tre giorni in montagna con marito e gaglioffo, seguiti da altrettanti a Milano con la Miss hanno creato un ingorgo nella mia tutt'altro che perfetta organizzazione. Troppe cose da fare, sistemare, predisporre e preparare per aver tempo addirittura di pensare.  A ciò si aggiungano i nubifragi ricorrenti e un tappetino disintegratosi in lavatrice, giusto per sommare disastro a casino, ed ecco a voi una Mpc cotta a puntino. Rasa al suolo dallo tsunami delle rotture, sono comunque riuscita a preparare una cena accettabile e una torta mangiabile: già, perché ieri abbiamo raggiunto quota venti. Vent'anni di Miss, uscita ufficialmente dallo stadio di teenager per entrare in quello di universitaria fuori sede. Seduta sul treno, guardo dal finestrino scorrere velocissimo il panorama, rendendomi conto che la sto portando per mano lontano da me. Sono stati due decenni pieni di difficoltà ma intrisi di gioia. Vederla crescere è stata un

Figli

Sarà perché non sono loro a dare un senso alla mia vita, anche se senza di loro la mia vita ormai non avrebbe più senso.   Sarà perché stare sola con me stessa non mi pesa, anzi: è una condizione della quale ho bisogno, per apprezzare fino in fondo la compagnia di coloro ai quali voglio bene.  Sarà perché sono sempre stata troppo indipendente per condannare i miei figli a dipendere da me.  Sarà perché conosco bene il peso dei rapporti forzati, i danni provocati dall'egocentrismo, l'odiosità dei ricatti morali e il rischio delle catene affettive, sono felice quando li so lontani ma sereni.  Sarà perché sono certa del loro affetto, così come del mio amore per loro, non ho alcuna necessità di tenermeli appiccicati, di sapere dove sono e che fanno, di controllarli a distanza con mezzi più o meno astuti.  Li lascio liberi e mi sento libera.  Sarà per tutto questo, ma quando ho l'occasione di stare un po' con loro, uno alla volta, in piccoli gruppi o tutti assiem

Ce la posso fare...

A recuperare. Ce la posso fare a rimettere la mia esistenza sul binario normale, uscendo dalla modalità "alta emergenza" L'invasione è finita, Jurassico è sopravvissuto, la Miss ed io abbiamo passato due giorni indimenticabili con persone incomparabili. Ora Mpc, tra un bucato e una lista di libri a da ordinare, deve farsene una ragione. La sua pulcina è immatricolata,  ormai consegnata al suo destino. Come minimo, mamma tacchino  dovrà trascorrere cinque anni lontano dalla sua unica ragazza. La Stamberga senza la Miss diventerà un luogo pericoloso dove vivere: popolata solo da maschi disordinati e invadenti, ciechi alle più elementari emergenze igienico sanitarie (per loro il pattume potrebbe impadronirsi di ogni ambiente...) e sordi alle mie vibrate proteste contro l'onda montante della polvere proveniente dalle loro tane. Senza la mia sola alleata, non mi resterà che la fuga. Di tanto in tanto, e per andare a trovare lei, ma il solo modo per resistere alla sua as

Foto simbolica

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Questa è l’attuale situazione della Stamberga: quattro giovani, in aggiunta al gaglioffo, disseminati nei vari letti aggiuntivi della Stamberga. L’invasione degli ultracorpi è in corso: in arrivo da varie provincie d’Italia, da quella di Padova sino all’Urbe gloriosa, si sono dato appuntamento sotto il tetto di Casa per Caso. I giovani, non è manco il caso di specificarlo, stanno trascorrendo ore memorabili. Le Valentine, indulgenti, sorridono di fronte all’intrico di arti davanti a un film dell’orrore, o alle fauci spalancate ad attaccare una grigliata formato educandato. I ragazzi sono chiassosi, simpatici e divertenti. L’unico a dare qualche segno di cedimento è Jurassico: di fronte alla sua casa occupata dal nemico, è stato preso dal timore di vedersi sottrarre spazio vitale, oppure preziose ore di sonno. In realtà, le belve sono sì tali, ma sono anche addestrate: gli spazi cinefili sono riservati al pomeriggio, mentre la sera è dedicata a ciclopiche partite a Dungeo

Quanto è difficile parlasi

Farlo sul serio, intendo. Capire quando si può parlare e quando è meglio tacere, come dire le cose senza nascondere nulla, cercando nel contempo di non offendere chi ci ascolta. Trovare gli argomenti giusti per far passare il nostro pensiero, evitando di far chiudere il nostro interlocutore sulla difensiva. Astenersi dal trasformare la conversazione in un ring sul quale cercare di colpire chi ci sta di fronte, rovesciandogli addosso una tonnellata di negatività, magari accumulata in secoli di malmostoso silenzio. Ecco, diciamo che quest'ultimo è un rischio che personalmente non corro: una tipa impulsiva come me è più tipo da falò subitaneo che da brace sotto la cenere. Se qualcosa mi turba o mi disturba, parlo o agisco subito oppure taccio per sempre. Pericolosa ma non imprevedibile. Almeno. Prima di parlare, poi, sarebbe buona norma ascoltare. Chiedere l'opinione dell'altro prima di seppellirlo vivo con la nostra, ascoltandolo con il cuore e cercando di capire le su

Ultimo atto

E’ finita. Una manciata di terra sull’urna, una preghiera in silenzio, un fiore sulla terra smossa. Un ultimo addio al quale sei preparato, un estremo saluto invocato, al cospetto di una sofferenza crudele, senza scopo né possibile sollievo. Eppure un momento tanto definitivo da scavarti nel cuore, rilanciandoti indietro con i ricordi, agli anni dell’infanzia, quando la sentivi quasi una bimba come te grazie ai suoi occhi limpidi e al suo sorriso ingenuo. Una giornata radiosa e difficile, una cornice naturale in splendido rigoglio a confortare la tristezza del tuo cuore, un sorriso con gli occhi umidi, ricordando un momento felice. Rientrare a casa, con l’amore mio sempre al mio fianco, a stringermi la mano esprimendomi così tutto quello che le parole non possono dire. Tornare a casa, per vederla svuotarsi di colpo, restando vuota e silenziosa. Eppure sentire proprio per quel vuoto e quel silenzio il cuore riempirsi di una gioia profonda. La gioia di una mamma di fronte a

Filosofia in saldo

Cerco di godermi fino in fondo ciò che di buono mi regala la vita. Anche e soprattutto quando è poco. Non vorrei un giorno pentirmi di non averlo apprezzato finché ne avevo la possibilità. C’è sempre qualcosa, anche un piccolo dettaglio, che rende la vita degna di essere vissuta. Il tempo è un capitale limitato e soggetto a erosione continua: meglio non sprecarne neppure un minuto. Bando ai rimpianti, no alle recriminazioni, vietato l’ingresso al rancore. Voglio sorridere, sempre. Guardando avanti si possono cogliere opportunità che vivendo con lo sguardo voltato all’indietro non si noterebbero nemmeno. Prendere la vita con positività ci permette di riconoscerle, anche quando si nascondono dietro un mare di guai. Coltivare la speranza ci regala fiducia. E la fiducia è un motore potentissimo, in grado di condurci ovunque. Facendoci guidare dal buon senso, sapremo anche scegliere la meta più opportuna. Fine del training autogeno. Ci sono giornate in cui devo autocondiziona