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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

Però! Cinquanta sono tanti...

Con ‘sto fatto che mi son trovata per quasi tutta la vita costretta a far tutto velocemente, subito e prima degli altri, mica me lo immaginavo che la vecchiaia avrebbe presentato il conto pure a me. E invece… abbiamo superato la boa del mezzo secolo. Sono nel mezzo della terra di mezzo, salvata dal biondo di bottiglia e tenuta assieme dall’assidua frequentazione di piscine e lunghissimi percorsi campestri. Mezza età, tempo di bilanci: ma anche no, va’. Tutto sommato, le somme si fanno a piè di lista: e di liste aperte ne ho ancora parecchie. Nonostante l’età e i molti capitoli cruciali ormai chiusi, archiviati nel baule dei ricordi. Qualcosa ho imparato, certo: non si vive mezzo secolo senza fare un po’ di esperienza. Se non altro, posso dire di aver imparato a far tesoro di questa esperienza: un successo del quale mi sento di andare fiera, specie osservando quanti e quali danni combinano quelli che tale abilità la devono ancora acquisire. Nonostante i cinquanta li abbiano c

Jurassic Day

Eccolo qui. Siamo arrivati anche al compleanno del Jurassico. La vongole sono già a bagno, la torta delle rose in lavorazione, gli inviti per la cenetta in famiglia già diramati. Siamo a buon punto. Possiamo dunque passare agli auguri: buon compleanno, Jurassico. Buon compleanno anche se iniziano ad essere tanti, i compleanni sulle tue spalle. Cento di questi giorni, tesoro: tanti ancora di questi giorni da festeggiare assieme, noi due, come facciamo ormai da venti compleanni. Siamo passati dal fuoco della passione alla condivisione di tante passioni. Passare dal singolare al plurale non è stato poi così male: chissà che sia bello anche arrivare dalle passioni al passato. Di verdura, che si digerisce bene ed è tutta salute. Che le nostre serate rimangano per sempre effervescenti: per ora ci affidiamo al Cartizze (se la tua Venere è irrimediabilmente appassita e Tabacco non lo frequenti per ragioni di coerenza professionale, non ti resta che Bacco, povero amore mio…). Domani

Come quando si parla di bambini...

... anche quando l'argomento sono gli anziani si tende a dividersi in fazioni. Ciò capita perché sempre di accudimento si tratta. E quando ci tirano in ballo sui nostri doveri di cura, noi donne ci sentiamo subito sul banco degli imputati. Asilo nido sì, asilo nido no; bimbo in camera con i genitori, culla in separata sede; lascio l'anziano a casa sua o lo trasferisco da me; badante sì, badante no, quando piegarsi all'RSA? Unico denominatore comune a tutte le alternative appena squadernate, il senso di colpa latente che si trascinano appresso. Tutte. Abbiamo una tal paura di sbagliare da non sopportare nemmeno di discuterne, di certi argomenti. Già, perché la verità è una sola: quale sia la scelta che facciamo, essa comporterà inevitabilmente qualche lato negativo. E ogni lato negativo che causerai sarà usato contro di te in tribunale. Certezza, non ipotesi, poiché purtroppo il tribunale degli sputasentenze non chiude mai i battenti. L'assise della critica impiet

RSA

Sono organizzati in modo fantastico. Un anziano disabile in queste strutture ha la certezza di trovare assistenza, un ambiente perfetto per minimizzare le conseguenze dei suoi limiti, la sicurezza di un luogo protetto. Tutto il personale è efficiente, professionale, senza far mancare mai un sorriso e una parola gentile. Sono addirittura affettuosi con gli ospiti, senza affettazione alcuna. Confesso di essermi commossa vedendo come trattano mia zia. Ciò che spezza il cuore è quel che si vede e ciò che si sente: fisici contorti, sguardi persi nel vuoto, voci sconclusionate che gridano invettive incomprensibili o urlano lamenti ripetuti, ritmati. Sono grida di dolore prive di un  perché. Forse solo la fatica di essere ancora in vita, senza essere più se stessi. Figli che si chinano sul viso inespressivo di mamme che non li riconoscono più, padri in carrozzina, persi, spinti da quelle stesse figlie che un tempo li guardavano come i loro eroi. Nessuno più di me sa quanto dolore si prova

Festa del papà

Commerciale, scontata, un festa figlia del consumismo e supportata dalla pubblicità. Vero. Però… però lo dico lo stesso. Tanti auguri al papà dei miei figli. Auguri a un papà come si deve, a un padre che c’è poco ma non manca quando serve. Auguri a un papà che ha scelto sempre la famiglia, mettendola al vertice delle sue priorità. Auguri a un papà cui la sorte aveva distrutto la famiglia, a un papà che ha saputo sfidare la sorte fondando una nuova famiglia. Auguri a un bravo papà,  un padre coraggioso,  un padre onesto,  un padre amorevole e giusto. Auguri al papà migliore che i miei figli potessero avere. Auguri, amore mio.  

The social network

No, per favore, non fatelo. Non usate come foto del profilo quello scatto di un'amica (amica?) al corso di danza del ventre. Specialmente se il vostro non è più un profilo impeccabile e quello su FB non è un profilo blindato. Visibile solo a voi, nel caso.  Bando alle foto in bikini, dove l'unico bel panorama è quello alle nostre spalle.  Signori uomini, niente scatti in sella alla moto, col ventre che pencola dal pantalone di pelle.  E nemmeno scosciati, con un pallone sottobraccio e l'aria da top player: fidatevi, è chiaro che avete riesumato una foto d'antan.  Noi popolo degli anta, grandi fruitori di social network, facciamoci pure del male: iscriviamoci al corso di tango, di zumba e di danza della panza. Qualsiasi cosa, pur di contenere i danni causati dal tempo che passa e mantenerci in un accettabile stato di conservazione.  Una decina di lezioni di burlesque possono servire a noi signore per imparare a osare, quelle di lap dance a superare le inibiz

Madri confuse

Un’amica mi commenta su Facebook, lamentando l’incoercibile disordine della sua prole: pare siamo in molte a condividere il problema. Dall’immondezzaio a sentirsi un’immondezza il passo è – purtroppo – breve: come troppo spesso capita a noi donne, quando un figlio fa il muflone a sentirci in colpa siamo noi. Mica loro. Noi, che riavvolgiamo il nastro della nostra esistenza, alla disperata ricerca dell’errore alla base del disastro che campeggia davanti ai nostri occhi. Noi, che dopo mille tentativi falliti di farli ragionare, ci siamo sentite rivolgere le più fantasiose accuse: talvolta velate, più spesso fin troppo esplicite. E magari ad accusarci erano proprio i nostri giovani carnefici… Nella mia qualità di matrigna, posso testimoniare che la tendenza a gettar la croce addosso a mammà è addirittura più diffusa di quanto si pensi: se con una madre naturale la gente tace anche se dissente, con una matrigna si permette di esternare. E di insegnare, soprattutto quello che non s

Strategie motivazionali

Il gaglioffo cede alla consueta tentazione di coricarsi sugli allori. Dopo una serie di ottimi risultati, inizia la china dei sei, sei e mezzo, dal cinque al sei, culminata nel cinque meno di ieri. Strenua l'autodifesa del nostro, il quale si aggrappa alla sufficienza come a una ciambella di salvataggio, sostenendo che se non si fa rimandare lui il suo dovere l'ha fatto. Dopo mille inutili prediche sulla necessità dell'impegno per ottenere buoni risultati e costruirsi un solido futuro, mi sono stancata di friggere l'aria,  passando quindi ai fatti. Sera, ora di cena: di scena seppie in umido con i piselli, sgranati uno per uno dalle dolci mani di mammina. Un profumo da svenire. Mr. Mibastailsei si appropinqua alla tavola, dove Mpc gli fa scivolare di fronte un piatto appena estratto dal frigo. Contenuto: pasta cucinata a pranzo. Dimenticata sul fuoco quattro minuti di troppo, scordato il sale, omesso l'olio, condita con un cucchiaio di salsa scondita, stracotta

Cineforum

Oggi film storico alla scuola del gaglioffo. Nome della pellicola: "Pompei". Resoconto: "Ci siamo andati a mangiare un gelato, niente film..." "Perché?" "Dieci classi in attesa. Prima dichiarano problemi tecnici, poi confessano: abbiamo sbagliato a ordinare la pellicola." "E che pellicola è arrivata?" "Una strana..." "Titolo?" "Pompa!" Evitiamo commenti, va'...

Raggi di sole

Metti di avere un’amica con la quale condividi molto, con la quale ti comprendi reciprocamente, un’amica che ti apprezza anche e soprattutto quando non le nascondi le tue opinioni più scomode. Metti  di avere una di quelle amiche, di quelle con la A maiuscola, una di quelle rare, una di quelle con le quali puoi permetterti di essere te stessa senza finzioni, perché lei non ti giudica mai. Metti di essere stata collocata su una strada in salita e piena d’insidie; metti che anche lei stia camminando faticosamente lungo sentieri impervi. Metti che vi stiate sostenendo a vicenda, cercando di evitare l’una all’altra rovinose cadute o errori fatali. Se hai un’amica così sei davvero fortunata. E se quest’amica ti vuole vicino in un momento davvero complicato, ti sorride per essere lì, ti abbraccia stretta quando tutto è finito, ringraziandoti per esserle stata accanto… E’ una gran bella sensazione. Nella vita tante sono le cose importanti. Cose importanti, capaci di darci vera fe

Compleanno dell'informatico

Ventisette anni. Un uomo fatto e rifinito, indipendente e sereno: il sogno di ogni madre sensata. Essere riuscita tirar su una persona che ti vuol bene, ma vive benissimo anche senza di te. Esser fuori dalla sua vita, mantenendo una piccola nicchia dentro al suo cuore. Saperlo felice di star per conto suo, vedendolo entusiasta di trascorrere qualche ora in mezzo alla confusione della famiglia nella quale è cresciuto. Pensieri felici, un’isola dove riposare cuore e mente, in un periodo di perigliosa navigazione in un oceano di preoccupazioni. Il ventesimo compleanno che festeggiamo assieme. Una vita intera. Anni e anni di cure, amore, soddisfazioni alternate a delusioni, sangue amaro e speranze mai sopite, realizzate con orgoglio malcelato. Vita da mamma e figlio insomma: con quel legame forte, inscindibile, che ti fa sopportare tutti gli alti e bassi che ti sorbisci portando i tuoi rampolli dal triciclo all’auto, dallo script allo statino dello stipendio.   Un legame che a

Il coraggio dell'impopolarità

Ce ne vuole davvero tanto. Ci vuol fegato a contrapporsi a quelli cui vogliamo bene, dicendo loro le necessarie verità che non vorrebbero sentire. Ci vuole coraggio a fare la cosa giusta, quella scomoda, ma l'unica da scegliere nell'interesse di tutti. Ci vuole carattere per andare oltre le proprie paure, per dimenticare i propri desideri, tralasciare il proprio interesse e perseguire il bene comune. Anche quando fare così ti costa caro, in tutti i sensi. Ci vuole determinazione per far di necessità virtù, chiudendo per sempre i propri sogni nel cassetto. Ci vuole generosità per spendersi per gli altri. Persino per quelli che non lo meriterebbero. Ci vuole pazienza per sopportare l'ingratitudine, il sospetto ingiustificato, le accuse infondate. E non so nemmeno cosa ci voglia per continuare a sorridere ancora, nonostante tutto questo. Troppo di tutto, a ben vedere. Suggerimenti per essere all'altezza? Doping? Coca? Fuga all'estero...? Dite la vostra, per