Insomnia



Talvolta capita. Ti svegli nel cuore della notte, senza un perché, e il cervello ti parte a razzo. Col favore delle tenebre, i pensieri si affastellano gli uni sugli altri, incalzandoti; il silenzio sembra ingigantire i problemi; le esperienze negative della giornata si sommano a tutte quelle precedenti, diventando un cumulo di piombo che ti opprime il petto. Inizi a rigirarti con precauzione, alla ricerca di una posizione comoda (il tuo letto sembra trasformarsi, per una maligna malia, in un inospitale pagliericcio), cercando comunque di non svegliare il malcapitato che dorme tranquillo al tuo fianco.
Più insegui il sonno, più quello ti sfugge, lasciandoti con l’occhio sbarrato a fissare il soffitto.
Tra parentesi, mannaggia a chi ha il potere di ridurmi così, mi sento di affermare. Mi sono costruita una tranquillità a suon di lacrime e sudore: possibile che ci sia sempre qualcuno che fa del suo meglio per venirmela a guastare?
Nessun uomo è un’isola, scrisse John Donne; se posso, aggiungerei che un’isola deserta potrebbe essere la soluzione a questa tragica realtà.
Ma torniamo a noi. Non potendone più, stanotte sono sgattaiolata fuori dal letto, afferrando l’inseparabile cuscino – posso dormire senza il marito, ma senza il mio guanciale di piume proprio non ci riesco… Viziata! – e mi sono rifugiata nella camera (vuota) del filosofo. Lì ho acceso la luce, ho finito “Open” di Agassi e ho iniziato “The help”.
I miei amatissimi libri: per quanto sia nervosa, hanno la capacità di rilassarmi; difatti, dopo una mezz’ora ho iniziato a sbadigliare come un ippopotamo e mi sono rimessa giù, crollando di nuovo.
Passa un po’, e sento la porta aprirsi.
“Beh? Che c’è? Come mai sei fuggita? Russavo?”
“No, no… Non riuscivo a riaddormentarmi: sono venuta di qua a leggere. Non ti volevo disturbare.”
S’infila tra le lenzuola, accanto a me. Mi abbraccia e mi dice: “Tu non mi disturbi mai; semmai, quando mi sveglio e non ti trovo mi preoccupo. Mi domando perché mia moglie non c’è, penso che tu possa stare male…E così non dormo lo stesso. Mettiamoci d’accordo: se uno dei due non dorme, legge. Tanto la cosa non da fastidio a nessuno dei due… Però non mi scappare più così. D’accordo?”
“Va bene...”
SMACK.
Ok, lo ammetto. Se il libri sono gli unici a riuscire a rilassarmi, quell’uomo è l’unico essere vivente che riesce sempre a riconciliarmi con la vita. Qualsiasi cosa mi facciano, sa sempre consolarmi. Senza consolarmi, però: lo sa che è una cosa che mi deprimerebbe ancor di più. Mi stringe, facendo finta di niente, e mi fa sentire di nuovo al sicuro.
Se Jurassico non ci fosse, non so se ci sarei ancora io.
E comunque sia, una cosa è certa: di sicuro Mpc non esisterebbe. Si sarebbe dissolta tra le lacrime già tanto, tanto tempo fa.
Grazie, amore mio. Meno male che ci sei.

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