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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Nonostante

Nonostante sia un mese che mi organizzo, soprattutto mentalmente Nonostante già da domenica scorsa il camper sia quasi completamente armato per la partenza Nonostante abbia lavato, stirato e cucinato che nemmeno un esercito di colf Nonostante tutto ciò, gli ultimi giorni prima delle ferie sono stati un autentico delirio. Più facevo, meno l’agognato traguardo del fine lavori sembrava avvicinarsi. Ieri notte sono crollata a letto ad un’ora imbarazzante, ho rischiato un clamoroso divorzio jurassico e persino la Miss si è accapigliata con suo padre. Dal gatto con la bronchite alla micia con le zecche, dalla lavastoviglie di sopra che mi sgancia il carrello sui piedi a quella di sotto che mi si blocca piena d’acqua quando sto per andare a dormire, mi è successo di tutto. Provate voi a infilzare con una siringa un gatto più sospettoso di un mafioso, mordace quanto un leone e muscoloso quanto Schwarzenegger. Ho rischiato di dare la vita, per la causa animalista. Quanto a

Emoticon e serate emozionanti

Che tragedia. Jurassico ha scoperto gli emoticon.  Rimpiango i tempi nei quali, quando riceveva una cosa come questa: ;-)  rispondeva: “Cosa sono tutti quei segni d’interpunzione?” Già, perché ora Android gli fornisce una serie infinita di faccine, delle quali abusa, inondandomi la chat di diavoletti arrabbiati, cuoricini volanti e faccette linguacciute. Sta regredendo a una fase adolescenziale, con quel telefono. Comunque sia, almeno lo fa solo con me: la sua dignità con gli estranei è salva. Ciò, almeno, fino a qualche giorno fa, il giorno del famoso messaggio sulla mozzarella. Un messaggio che l’uomo mi ha mostrato, dopo avermelo solo raccontato: così, ho scoperto che la trappola non si celava nel testo (già sufficientemente compromettente, a mio avviso). Il guaio stava nell’emoticon. Il povero Davide ha ricevuto il messaggio che già conoscete, corredato però di faccina sognante e amorosa, che sputa bacini a forma di cuore   in lunga e tragica fila… E’ il dettagl

Lavori forzati e lettere d'amore

Il processo di ravvedimento del gaglioffo continua con discreto successo: il giovane sta molto attento a come parla e si muove;   cucina, stende e raccoglie bucato meglio di una massaia provetta. O quasi. E’ stato inoltre arruolato per il consueto lavoro di giardinaggio: un lavoro che, al contrario dell’anno scorso, gli sarà retribuito con danaro sonante. Considerato che non sarà né bocciato né rimandato, non deve finanziare le spese scolastiche dell’anno prossimo. I suoi primi 5 €, letteralmente nuovi di zecca, lo hanno entusiasmato: “Vedi? Questi soldi sono simbolici: il nuovo Matteo viene pagato con i nuovi 5 €!” Per guadagnarseli ha rimediato un bel mal di testa, ma dice che va bene così. Tanto, di coprirsi la zucca non se ne parla, nemmeno se c’è un sole che spacca le pietre. Quanto al resto della ciurma, tutto procede al meglio: che tutto funzioni mi sembra un sogno impossibile. Sto sempre all’erta, pronta a cercare di parare eventuali colpi della malasorte. Dati i m

On strike!

A questo punto, il giovanotto tenta subito una sterzata di emergenza: “Nononono! Io non intendevo… Non mi ricordo nemmeno di averti detto una cosa del genere! Sarò stato ancora mezzo addormentato!” “Guarda che me lo hai detto stamattina, ed eri ben sveglio!” “ Io, lasciare fuori di casa mia madre? Ma stiamo scherzando? Non lo farei mai!” “Falla finita immediatamente. Lo hai fatto eccome: non fosse stato per il papà, davvero avrei passato la notte all’addiaccio.   Ergo, visto che ti senti tanto figo e importante, da oggi sappi che, ogniqualvolta ci sarà qualcosa da fare per te, io sarò dove mi hai mandata: seduta sul water!” “…” L'agitazione è dunque in corso: ieri il nostro è rientrato da scuola all’una e mezzo, senza trovare nemmeno un piatto sulla tavola. “Ahem… Posso scongelare il ragout fatto da te o sono obbligato a farmi un sugo io…?” “Scongelati il ragout, se vuoi. L’importante è che mi lasci la cucina in perfetto ordine! Ah, vedi che poi ci so

Da oggi sciopero

Il gaglioffo ha bisogno di una registrata. Vittima della tipica sindrome da eccesso di sicurezza in se stessi che affligge quasi tutti i maschi – adolescenti e non – è   circondato da troppe donne adoranti. Le sue compagne di scuola ne hanno fatto una specie di idolo, la nonna se lo coccola, esilarata dalle sue battute, la mamma – ahimè – è sempre presente, finendo con il soddisfare ogni sua necessità. Pessima cosa. Approfittando dell’eccesso di disponibilità delle compagne, il nostro si fa servire come un re: dai dolcetti regalati a merenda all’astuccio raccolto da terra, lo stanno abituando ad avere uno stuolo di femmine letteralmente ai suoi piedi. L’unica cosa che gli impedisce di diventare un insopportabile vanaglorioso è la robusta dose di autoironia che, a quanto pare, gli devo aver   passato con il latte. Ciononostante, qualche volta il giovanotto esagera anche con me: pronta a rintuzzare i suoi atteggiamenti da principe regnante e spietata nel demolirlo a suon di