Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2013

E l'autostima vola

“Mi avvolgi con la pellicola questa cipolla? Sto preparando il soffritto per il sugo al tonno…” Eseguo. “Perché dicono che la cipolla ti fa piangere? A me non succede!” “Questione di distanza. Sei così alto da essere fuori portata. Se tu la sminuzzassi e le andassi vicino lacrimeresti anche tu: è l’olio essenziale. Contiene una sostanza irritante per gli occhi.” “Sicura che non sia una tua fotografia…? Quella sì che fa piangere!” Gesto tanto eloquente quanto irripetibile da parte mia. Diseducativo al massimo, tra l’altro. “Ahahah… Coraggio! Sto forgiando la tua personalità…” “Grazie. A cinquant’anni è proprio quel che mi ci vuole!” La capacità di questo infame di infliggere colpi mortali al mio amor proprio è inimmaginabile. Prima o dopo glielo preparo io un sughetto: alla stricnina!

Commossa

Sono passata in ospedale, dove ho incontrato tre persone che conosco. Entusiasti, mi accolgono in un abbraccio sincero; la confidenza con la quale mi parlano, l’interesse col quale s’informano delle mie vicende personali, raccontandomi poi le loro con serietà e fiducia … Tutti segni di affetto. Affetto autentico, rimasto intatto anche dopo anni che non mi vedevano più. Mi hanno commossa. Davvero. Sentire di aver lasciato una traccia nel cuore delle persone dà un senso a tutti quegli anni spesi dietro un banco, apparentemente solo a staccare fustelle e vendere aspirine. Evidentemente, sorridere e sapersi mettere a disposizione del prossimo è una politica vincente, sotto tutti i profili. Una considerazione che parecchia gente dovrebbe fare, di questi tempi. Specie quelli che, a vario titolo, occupano posizioni di responsabilità: c’è una deprecabile tendenza generale a fissare il proprio ombelico, senza preoccuparsi del resto dell’universo. E i risultati sono sotto gli o

Temi impossibili

“Certo che quel prof di Italiano è una rottura…” “Perché?” “Mi dà titoli impossibili!” “Tipo?” “Tipo: I miei problemi con i miei genitori. Svolgimento: Non ne ho. Solo che se faccio così mi prendo un due!” “In effetti…” “Sì, ma anche tu, sei un furbo!”, interloquisce la Miss: “Un tema così lo si può svolgere benissimo!” “Davvero? Tu avresti avuto qualcosa da scrivere…?” “Di vero, no. Ma basta inventare, no?” Insomma. Anche queste son soddisfazioni!

Violenze morali (epilogo)

Eccezionale.  Devo dirlo:  la faccenda è stata affrontata e risolta in modo magistrale. Apprezzo anche il fatto che si siano disturbati a mettermi a parte delle misure adottate in seguito alla mia denuncia. Per una volta, il comune cittadino non ha la sensazione di essere impotente di fronte alle storture cui assiste. Da quel che ho sentito, è stato scelto un approccio - per rubare la battuta a qualcuno - davvero austroungarico: tempo poche ore dalla mia segnalazione (di domenica, quindi. Particolare non trascurabile, direi) il volontario nervino è stato beccato e interrogato in merito all’accaduto. Tanto per esser chiari sulla natura delle mie rimostranze, mi è parso di capire che gli abbiano fatto addirittura leggere il mio post. Se ciò corrisponde a verità, al nostro non è di certo rimasta nemmeno l’ombra del dubbio circa la mia opinione sul suo operato. Comunque sia, almeno da parte sua non c’è stato alcun patetico tentativo di negare le proprie responsabilità. Anzi.

Il segreto per vivere bene: smettere

Smettere di fare di se stessi il metro di misura con il quale valutare l'operato altrui.  Le incomprensioni e le litigate conosceranno un brusco calo e noi staremo più sereni.    Smettere di buttare addosso agli altri i nostri panni, per provare invece a mettersi nei loro. Diventeremo più generosi e ci faremo molti amici. Smettere di giudicare il prossimo, anche quando si ha la presunzione di possedere tutti gli elementi per poterlo fare. Una cosa è la valutazione, l'altra il giudizio: se quando si ha a che fare con altri esseri umani prender loro le misure è necessario, porsi al di sopra di essi per bastonarli con le nostre condanne (e non di rado castighi) va molto al di là dei nostri diritti.  Smettere di fare i conti in tasca agli altri. In tutti i sensi. Ognuno di noi ha una sua storia; non ha senso confrontarsi con chi ha più di noi (in ogni campo) e rodersi per queste differenze. Godiamoci invece ciò che abbiamo, senza perdere tempo a g