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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

The walking dead

Così sono stata definita dal mio adorabile figliolo minore. Atterrata da un’influenza intestinale che nelle ultime quarantott’ore mi ha distrutto, riducendomi a una larva, dovevo anche sopportare i commenti in sottofondo del gaglioffo, il quale commentava al mio passaggio: “Guardala! Sexy mum… Che donna! Che fascino!” Approfittando biecamente della mia mancanza totale di forze, l’infingardo infieriva: manco le tradizionali ciabatte, riuscivo a lanciargli. Oggi grazie al cielo sto meglio, così mi sono restaurata e spero di disporre di energie sufficienti a risistemarlo, in caso ritenti di fare lo spiritoso alle mie spalle. Certo che rialzarsi dal letto e trovare una situazione politica così… mi fa venire voglia di rimettermi orizzontale, a luci spente e senza connessione alcuna col mondo esterno. Quasi quasi stavo meglio quando stavo peggio.

Oggi complenno del gaglioffo

Sedici anni. Non riesco a crederci. Il gigante sta crescendo, anche come dati anagrafici; quando arriverà anche la testa, potremo considerare completata (decentemente) l’opera. L’uomo ha dettato il menù della serata (pizza e torta delle rose), preteso che gli venga servita una birra assieme alla pizza (dopo anni che gliela prometto, ho deciso di ignorare il divieto slittato ai diciotto anni. Quello glielo farò rispettare fuori di casa…) e si è stravaccato sul divano, per rispondere a tutte le notifiche di auguri che gli piovono su FB. Non vi dico le eresie che l’ho visto scrivere ai danni delle sue amiche, tutte lì che si affollano per augurargli buon compleanno. ‘Sto malfidato ha persino le personal shopper: sabato è andato a rinnovare il suo parco felpe accompagnato da due damigelle, mentre oggi altre due gli hanno offerto una pizzetta e un panino. E lui risponde a questa massa di attenzioni dileggiandole tutte, dalla prima all’ultima. Atteggiamento che manifesta, a dire il

Riconoscere chi ti vuole bene

Pare facile. Anche perché non ha nessun senso, a rigor di logica, che qualcuno finga per un altro un affetto che non prova. Se qualcuno non ti piace, non lo frequenti. Punto. Invece… Invece c’è sempre chi vorrebbe qualcosa da te. E per averla non esita a manipolare con cinismo i sentimenti tuoi e di tutti quelli che ti stanno vicino. ‘Sta cosa mi ha sempre dato la nausea, e quando la vedo succedere a persone anziane, fragili o deboli mi manda il sangue alla testa. E’ decisamente meglio imparare a selezionare con attenzione le persone sulle quali investire emotivamente: saranno preziose quando avremo davvero bisogno di una mano, di conforto, anche solo di una sana risata assieme. Gli invidiosi, gli insoddisfatti, gli opportunisti mascherati da simpaticoni vanno individuati ed eliminati dal nostro database. Sono davvero più pericolosi di un virus. E ora, vedo a fare da antivirus a qualche vittima designata… Che vita, ragazzi. Che vita!

Quando vanno tutte storte

Desideravo discettare un po’ in merito ai commenti al mio post di ieri. Si è acceso un minidibattito che m’interessa. Avete presente, no, quei periodi in cui tutte le rogne (se non addirittura le disgrazie) si concentrano sulla tua groppa? Quando sei tirato come una corda di violino, ti senti come se ti avesse rollato uno schiacciasassi, hai la percezione di aver raggiunto il limite estremo della tua resistenza… e a quel punto ti piomba addosso la mannaia del destino? Una mannaia che recide preciso preciso l’unico ramo al quale di aggrappavi per non essere trascinato nel gorgo. Il quale, appunto, ti cattura. E’ un po’ come quando si sogna di precipitare nel vuoto: solo che non è un incubo, ma una drammatica realtà, alla quale non è possibile sottrarsi. Anzi. E' gentilmente richiesto di sopravvivere, possibilmente facendo da puntello anche agli altri.     In questa fase, si diventa un tantino ipersensibili a quello che dice il prossimo: e si finisce con il prendere male a

A volte mi chiedo...

Ha senso sopravvivere alla propria realtà fingendo che sia diversa? Negare l’evidenza, chiudendosi nell’illusione? Fingere con se stessi una perfezione che non esiste, negandosi la possibilità di cambiare le cose in meglio? Non so, forse sono troppo pragmatica. A me piace chiamare le cose con il loro nome, guardare in faccia la realtà – anche e soprattutto quando questa è tutt’altro che comoda – e valutare le situazioni per quello che sono. Il fatto di non coltivare illusioni mi permette di concepire progetti e soprattutto di portarli a termine. Non vivere in una realtà parallela, fatta di situazioni irreali percepite come idilliache, mi mette nelle condizioni di dar corpo ai miei sogni. Anche quando sogno cerco di non essere velleitaria: altrimenti, il risveglio sarebbe troppo doloroso. I miei sogni forse sono modesti, ma hanno il pregio di essere realizzabili. Non inseguo chimere, cerco di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, mi sforzo di vivere con intensità qu