Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

Telefono... casa

Il telefono è un oggetto in grado di tirare fuori il peggio di noi, è dimostrato. A parte l’uso scellerato del cellulare fatto dalle persone più insospettabili (ho visto con i miei occhi compite signore dimenticarsi i fondamentali della buona educazione, non appena avvertono lo squillo del Blackberry…) c’è l’incapacità di gestire gli imprevisti, se questi avvengono dietro a una cornetta telefonica. Pare che il fatto di essere invisibile all’interlocutore scateni in alcuni soggetti comportamenti e modalità espressive da primate.   Ieri sera sto sfaccendando in cucina, quando mi arriva una chiamata sul cellulare: numero in chiaro, sconosciuto. Rispondo con un “Pronto?” asettico, ma cortese. Dall’altro capo, un silenzio sconcertato. Poi una voce maschile mi apostrofa in modo grezzo e quasi aggressivo: “Chi parla???” “Scusi, è lei che chiama. Sta a lei qualificarsi, per favore...” rispondo io, un po’ seccata. Che modi sono? Sei tu che stai disturbando me, mica io ad essere

Accoglienze trionfali

Dopo dieci giorni di assenza, devo dire che ho colto qualche segno di gioia per il mio rientro. Il gaglioffo si è lasciato dare un bacio (che gli è arrivato sul collo, stile morso del vampiro: se quello non si china, non ci arrivo più a baciarlo sulle guance. E poiché è troppo grande per le coccole, risulta sempre un po’ imbacchettato, quando mi permette di avvicinarlo..), la Miss mi ha accolto con esclamazioni di giubilo, i due maggiori mi hanno circondata d’affetto. Carini. Poi, c’è l’amica di sempre: compagna immancabile di   passeggiate interminabili, fida camerata tra i flutti della piscina, sempre pronta ad accogliere una proposta di incontro a cena con mariti appresso, anche se combinato all’ultimo minuto. La flessibilità fatta persona, a proposito di quel che si diceva ieri. “Che ne dici se dopo la piscina vengo a bere un caffè da te?” le chiedo. “Certo! Ti aspetto…” è la risposta, entusiasta come sempre. Quella donna ha il sorriso facile: sarà per quello che mi è

Di nuovo a casa

No. Stavolta non avevamo proprio nessuna voglia di tornare alla base: un’altra settimana di pausa sarebbe stata una mano santa, soprattutto per Jurassico. Ma non si può. Ergo… Rieccoci qui, accolti a braccia aperte dalle lavatrici, mentre le lavastoviglie, sullo sfondo, mi fanno l’occhiolino. Da ieri, non faccio che lavare, come norma vuole. Tuttavia, devo ammetterlo: i ragazzi stavolta mi hanno stupito. Gatti ben pasciuti, niente rifiuti dimenticati, niente angoletti riposti incasinati, niente frigoriferi svuotati. Si sono ricordati persino di smaltire il riciclabile. Il filosofo ha cucinato quasi sempre, nonostante abbia dato un esame; il gaglioffo si è occupato della logistica (la spesa non ha più segreti, per lui) e l’informatico si è lanciato addirittura con le cotolette, una sera. Senza nemmeno lasciare uno scenario postatomico alle sue spalle. Insomma, che dire? Sembrano autonomi davvero. Tutti, tranne la Miss: la quale, in epoca scolastica, manda in stand by tu

Passeggiata romantica

Che goduria, ragazzi! Jurassico e io dormiamo un numero di ore talmente esagerato che i casi sono due: o ci paghiamo sopra l’Irpef, o ci scatta il redditometro.   Il posto è straordinario: panorami unici (le Dolomiti non tradiscono mai), piste da sci spettacolose, passeggiate indimenticabili. Tutto perfetto, sulla carta. Come si spiega, allora, che ho qui il consorte, più morto che vivo, che si trascina qui e là lamentoso come una vecchia cornacchia? Tutto è iniziato ieri: cinque ore di sci l’hanno stroncato. La scusa ufficiale è il fermo forzato di più di un anno cui l’ha costretto il lavoro; io dico viceversa che qui stiamo invecchiando, ma che non vogliamo ammetterlo. Comunque sia, oggi l’uomo ha dato forfait. “Se metto gli sci, non torno a casa intero. Per oggi, meglio una tranquilla passeggiata senza pretese.” Paziente e conciliante, trovo un tragitto adeguato alle nostre esigenze: il nostro valuta la cartina, e decide che è proprio quello che ci vuole. Alle undi

Zanne in bianco

Ci sono momenti della vita nei quali una vacanza rappresenta una terapia: ebbene, Jurassico e io siamo in cura. Siamo partiti ieri, alla volta dell’Alta Badia. Se si potesse trasformare in forza motrice la tensione, saremmo arrivati a destinazione consumando meno di mezzo bicchiere di gasolio. Eravamo due corde di violino, sempre lì a darci addosso l’uno con l’altro, sotto lo sguardo rassegnato dei figli.   “Andate, riposatevi e divertitevi. E non litigate!” ci hanno raccomandato i nostri saggi rampolli, ormai abituati a queste scene cruente, tipiche del pre-ferie. Come ci conoscono. Dopo meno di due ore dall’arrivo, diventiamo due gattoni ronfanti e trascorriamo d’amore e d’accordo l’intero periodo di vacanza.  La difficoltà vera sta nel superare senza danni psicofisici le dodici ore precedenti. Ci ha pensato il tempo a sedarci: a trenta chilometri da casa già nevicava. Abbiamo accumulato più di un’ora di ritardo per le condizioni di tempo proibitive e per colpa di un

Finalmente ferie

Piano per la settimana: sci, sci e ancor a sci.  Previsioni meteo: tempeste di neve e vento a turbini sull’arco alpino, almeno per i prossimi tre giorni. No comment.