Perché io SO quali sono i miei diritti...



… e sono fermamente intenzionata a farli rispettare.
Ordunque: la scopa elettrica in mio possesso un giorno smette di funzionare all’improvviso. Un controllo accurato non rivela alcun problema visibile ad occhio profano (sacchetto pieno al punto di esplodere, grumi di polvere cementificati all’imboccatura del tubo di aspirazione, ad esempio..), motivo per il quale mi risolvo a portarla all’assistenza.
L’aggiustano.
La cosa mi costa circa un 20% del valore dell’elettrodomestico, nuovo: figuratevi come ci rimango quando, poco più di un mese dopo, il problema si ripete.
Rovisto come un cane da tartufi tra le ricevute, disseppellendo quella relativa alla riparazione: armata di documentazione e pericolosamente determinata a ottenere giustizia, faccio il mio trionfale ingresso in negozio, brandendo l’aspirapolvere incriminata con una mano e il telefonino nell’altra.
Già: perché, proprio in quell’istante ricevo una telefonata. Una telefonata cui devo rispondere: poiché piove, entro ugualmente in negozio, facendo in modo di chiudere la conversazione a tempo di record.
Appena messo piede dentro, il manico della scopa elettrica cede di schianto, facendola precipitare a terra. Le signorine al banco mi fissano basite, mentre mi paralizzo rincretinita sulla soglia, il pezzo dell’aspirapolvere ancora stretto in pugno, stile statua della Libertà. Con un’espressione più scema, però.
Cercando di recuperare un po’ di dignità, mi chino a raccogliere i feriti: rendendomi conto che, nell’impatto, la poverina si è irrimediabilmente spezzata in un punto vitale.
La mia missione punitiva ha provocato una vittima: solo che non era quella prevista, ahimè…
Con le pive nel sacco, non mi resta che raccogliere i frantumi del mio povero attrezzo, e andare a comprarne uno nuovo.
Certo che sono una che sa vivere. Questo è indubbio.

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