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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Accidenti agli incidenti

Ragazzi, saranno le avverse condizioni meteo, sarà lo stress della vita moderna, ma in strada non si è più al sicuro. Ieri sera l’informatico, per una volta al lavoro a pochi chilometri da casa, è incappato in una signora un po’ distratta: non si è accorta di uno stop. Che botto! Tutta la parte anteriore dell’auto di mio figlio si è accartocciata: non vi dico la soddisfazione del nostro, a nemmeno tre mesi dall’acquisto… Per fortuna, il danno è solo morale: l’assicurazione coprirà i danni, male non se n’è fatto. Dopo aver osservato la sua bella che si allontanava sul carro attrezzi, il giovane mi ha chiamata per essere raccolto dalla strada: era più bagnato di un pulcino. Già, perché con la Protezione Civile che distribuisce i sacchi di sabbia alla popolazione, i corsi d’acqua al limite dell’esondazione e un rovescio d’acqua incessante da giorni, mio figlio non porta un ombrello con sé. “A che mi serve? Ho la macchina!” Che astuzia… Speriamo non si sia beccato una po

Colloqui e Assiri

Sono presa nel vortice dei colloqui con i professori dei ragazzi. Fino ad ora nulla di spaventoso da segnalare:   vi terrò comunque aggiornati. Intanto, una nota sul mistero dell’astuccio scomparso. Un gruppuscolo di fanciulle un po’ vigliacche se la prende con i compagni. Maschi. Trincerate dietro al gruppo, un paio di loro si danno molto da fare per rompere l’anima alla componente maschile della classe. Il gaglioffo, impermeabile agli sfottò, le demolisce ogni volta con una controbattuta che le stende: così, le nostre sono passate allo sciacallaggio. Approfittando della ricreazione, si sono impadronite dell’astuccio di mio figlio, svuotandolo nel cestino. Danno registrato: una matita, due penne, una gomma. “Mamma, in quella morcia fetente di fazzoletti sporchi e schifezze varie non ci metto le mani, mi dispiace! In più, avrei dovuto farlo durante la lezione successiva, e il prof mi avrebbe fatto nero…” “Tranquillo. Pazienza, prenditi qualcosa dalla scorta di sopra.

Voglio cambiar casa anch'io

Un Jurassico più fosco di un cielo in tempesta sfila davanti alla cucina di sopra, dove un paio di figli stanno facendo colazione. “Adesso mi arrabbio. Stavolta mi arrabbio sul serio!” lo sentono dichiarare, con voce stentorea, brandendo una cartellina trasparente. Meta dell’Orlando furioso della situazione: la nostra camera da letto. Camera nella quale, dopo pochi minuti, entra un gaglioffo ingolfato dalle risate. “Convinto, eh, mamma: era proprio convinto. Nemmeno il tempo di entrare, e lo abbiamo visto fuggire a gambe levate, cartellina sotto il braccio, muto come un pesce, inseguito dalla tua voce che lo riempiva di improperi. Cos’è successo?” “Unico 2011. Volevo la sua dichiarazione dei redditi.” “E allora?^” “Allora è da ieri sera che mi promette di darmela; mi ha detto di cercarla in un posto dove non c’era, e adesso evidentemente non la trovava più. Poi gli è venuto in mente che l’aveva lasciata nella cassetto delle carte mie, con la scusa che dobbiamo pagare

Disillusioni

La Miss sta leggendo il post di ieri. Alla terza riga, sbotta: “Eh, no! Non è mica vera questa cosa qui… Io non vivo senza la mia mamma!” Termina la lettura, commentando poi: “Bello, mamma… Proprio bello!” Quindi sparisce, rapida come un furetto, per andare a studiare nella sua camera. Nel frattempo, la sottoscritta sta lottando contro la lacrima in ascesa, per non fare la figura della sciocca sentimentalona. Al suo solito. Recuperato un minimo sindacale di aplomb, raggiungo la fanciulla alla sua scrivania; per darmi un tono, sorseggio una tazza di the (preparatomi da lei, tra l’altro). “Ahem… Sai che hai detto una cosa proprio carina, prima? Che non vivi senza la mamma..” La donna si gira verso di me, guardandomi come un’aliena. Poi spalanca gli occhi, come chi comprende di colpo qualcosa, e scuote la testa con aria decisa: “Tu non hai capito niente!” “???” “Dicevo che senza la mamma non sopravvivo proprio. Perché sei tu quella che mi costringe a mangiare! Se non ci

Quando ti accorgi che..

… i tuoi ragazzi non hanno più bisogno di te, ma ti cercano lo stesso. Perché ti stimano e si fidano dei tuoi consigli, nonostante siano perfettamente in grado di camminare con le loro gambe. … tua figlia è la persona più diversa da te sulla faccia della terra. Eppure, ti vuole, sta bene con te, vi fate della chiacchierate stupende, anche se a volte non siete d’accordo su niente. … niente e nessuno riesce a mettersi tra te e i tuoi figli, anche se tu non fai nulla per tenerli legati alle tue gonnelle. Quello che ti lega a loro è un filo invisibile al resto del mondo, che il resto del mondo non può spezzare. … i tuoi ragazzi amano l’atmosfera della loro casa, adorano la loro famiglia, e guardano te e tuo marito con un sorriso divertito. Li fa sorridere vedervi così innamorati, con i capelli bianchi, la pancia e le rughe: l’amore è una cosa da giovani! scherzano. Però sanno che l’atmosfera che respirano è figlia di quell’amore: domani sapranno cosa cercare, quando vorr