Mamma cattiva 2

“Amore, alzati”
“Non ci penso nemmeno”
“Alzati. Ti dico che ti diverti.”
“Ma siamo pazzi? E’ l’alba!”
“Non è l’alba. Sono le nove. Hai dormito dieci ore!”
“Ma è domenica e io voglio stare a letto fino a tardi!”
“Alzati, per favore. Solo per stavolta.”
“E’ tutta colpa del papà, che è fissato con il tennis e mi vuole costringere…”
“Lascia fuori papà da questa storia. Sono proprio io che ti ci mando: lui l’avrebbe chiusa con un’alzata di spalle.”
“E allora perché insisti tu, che del tennis non te ne frega niente? Perché non vai a scrivere sul tuo blog, invece di rompere a me?!”
“Perché qualche volta i genitori devono costringere i figli a fare le cose controvoglia. Alla tua età, mi facevano alzare all’alba per andare allo Sci Club, la domenica. Li avrei ammazzati.”
“Come ti capisco…”
“Adesso, però, sono loro infinitamente grata per avermici obbligata”
“…”
“Dammi un bacio”
“Figurati...”
“Dammi un bacio e scendi dal letto. Ti prometto che se quando torni mi dici che non ti sei divertito, non ti farò mai più una cosa simile”
“Mai più…?”
“Mai più.”
“Me lo garantisci?”
“Te lo metto anche per iscritto, se vuoi. Adesso dammi un bacio e scendi da quel letto”
“Va bene, va bene. Scendo dal letto ma il bacio te lo sogni! Anche baciare il mio aguzzino, dovrei, questa è fuori completa…”
Costretto da una madre perfida e insensibile, il povero piccino si presenta, alle dieci precise, ai test di verifica organizzati dal suo maestro di tennis. Sono previste prove di potenza, resistenza e capacità tecnica, da svolgersi in una radiosa domenica mattina, altrimenti destinata ad essere trascorsa davanti ad uno schermo luminoso, in una stanza fetida e male illuminata.
Nel frattempo, io vado a trovare una zia, rientrando dopo che l’intera famiglia si è divorata circa un chilo di pastasciutta. La cucina è deserta e pulita: unico segno di vita, la lavastoviglie in funzione. Per fortuna.
Becco la mia vittima che scende le scale, con la testa ciondoloni e dipinta sul volto un’espressione indecifrabile. Interrogato circa gli esiti dell'allenamento coatto, il giovane risponde: “Ti odio!”
“Mi odi? E perché…?”
“Perchè mi sono divertito…” risponde, con un malcelato sorriso che gli increspa il baffetto.
Scoppio in una risata, alla quale l’uomo risponde con una reazione totalmente imprevista: mi scocca un rapidissimo bacio, sottraendosi poi con un guizzo alle mie spire. Non sia mai cedessi alla tentazione di ricambiare il trattamento...
Le mamme di maschi vanno trattate in questo modo: colte di sorpresa, baciate a tradimento e mai viziate. Le manifestazioni affettive si devono centellinare. Così , valgono di più. 

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